Il problema dell'Italia, ma in realtà direi dell' essere umano, è che non esiste problema finché non tocca te o i tuoi amici.
E quando vedi le cose cambiare perché è necessaria una rappresentazione della realtà meno strumentalizzata dal tradizionalismo (avrei voluto scrivere del maschilismo, ma in realtà vorrei fare un discorso molto generico, perché è così con pressoché tutto), la maggior parte delle persone va in tilt.
Io mi domando perché un Thor grasso e un Aloi con dei difetti non vadano bene.
Così come non capirò mai perché i neri non possono interpretare Elfi o sirene.
Ma la cosa che mi fa incazzare a bestia è che sono un tipo pacifico: se manifesto, urlo, scrivo qualcosa lo faccio per rendere evidente un problema e supportare una causa e non penso che sempre di mezzo ci deve essere una cazzo di guerra.
Se parlo di qualcosa è per far prendere coscienza alla gente, non per sfastidiarla.
Se si sfastidia, non è un problema mio/nostro, ma loro.
E la cosa che mi fa impazzire è che la maggioranza è libera di sbraitare e tirare sassi e le minoranze, invece, devono stare sempre zitte: anche un parere educato e lucido è comunque qualcosa da deridere, schernire, ridicolizzare.
Quando succede, entro in berserk mode: mi rendo conto che l'educazione a volte, non serve a un cazzo.
E anche un linguaggio più colorito serve.
Perché non sempre penso che mantenere la calma e adottare un linguaggio corretto faccia bene al dialogo.
Abbassarsi a livello della gente di strada serve a farsə comprendere meglio da persone che non hanno le armi per capire cosa si sta dicendo educatamente.
Basterebbe in questo momento essere etero Cis e usare la schwa per rendersi conto di una percentuale irrisoria di gente che corre sui social ad attaccarti: non oso immaginare che inferno possa essere la vita di personə non-by nel 2023.
Se la gente continua a sbraitare contro la schwa, figuriamoci se iniziano a vedere un non-by eccentrico e sicuro delle sue scelte.
L'unica cosa che posso fare è dispiacermi e cercare di farlə sentirə inclusə in quel che faccio.
Il problema dell'Italia, ma in realtà direi dell' essere umano, è che non esiste problema finché non tocca te o i tuoi amici.
E quando vedi le cose cambiare perché è necessaria una rappresentazione della realtà meno strumentalizzata dal tradizionalismo (avrei voluto scrivere del maschilismo, ma in realtà vorrei fare un discorso molto generico, perché è così con pressoché tutto), la maggior parte delle persone va in tilt.
Io mi domando perché un Thor grasso e un Aloi con dei difetti non vadano bene.
Così come non capirò mai perché i neri non possono interpretare Elfi o sirene.
Ma la cosa che mi fa incazzare a bestia è che sono un tipo pacifico: se manifesto, urlo, scrivo qualcosa lo faccio per rendere evidente un problema e supportare una causa e non penso che sempre di mezzo ci deve essere una cazzo di guerra.
Se parlo di qualcosa è per far prendere coscienza alla gente, non per sfastidiarla.
Se si sfastidia, non è un problema mio/nostro, ma loro.
E la cosa che mi fa impazzire è che la maggioranza è libera di sbraitare e tirare sassi e le minoranze, invece, devono stare sempre zitte: anche un parere educato e lucido è comunque qualcosa da deridere, schernire, ridicolizzare.
Quando succede, entro in berserk mode: mi rendo conto che l'educazione a volte, non serve a un cazzo.
E anche un linguaggio più colorito serve.
Perché non sempre penso che mantenere la calma e adottare un linguaggio corretto faccia bene al dialogo.
Abbassarsi a livello della gente di strada serve a farsə comprendere meglio da persone che non hanno le armi per capire cosa si sta dicendo educatamente.
Basterebbe in questo momento essere etero Cis e usare la schwa per rendersi conto di una percentuale irrisoria di gente che corre sui social ad attaccarti: non oso immaginare che inferno possa essere la vita di personə non-by nel 2023.
Se la gente continua a sbraitare contro la schwa, figuriamoci se iniziano a vedere un non-by eccentrico e sicuro delle sue scelte.
L'unica cosa che posso fare è dispiacermi e cercare di farlə sentirə inclusə in quel che faccio.