Nel cyberspazio tuttə possono sentirti urlare (ma non frega un cazzo a nessunə)
L'ennesimo rant su Cyberpunk 2077
Cyberpunk 2077 ha venduto, dati aggiornati a novembre 2024, 30 milioni di copie. Phantom Liberty, l’espansione del gioco, ha superato i 10 milioni di copie qualche giorno fa.
Questo vuol dire che una persona su tre dopo essersi fatta cacare in bocca da CD Projekt Red ha deciso di fare pure il bis. A 30€.
Meno di un mese fa eravamo tuttə lì a toccarci i cazzi e sgrillettarci le vagine perché Clair Obscure: Expedition 33 aveva dimostrato che per vendere bene basta fare i giochini bellini e ascoltare il pubblico – un po’ quelle banalità da Miss Italia che il CEO di Larian aveva detto nel suo discorso ai TGA 2024. Oggi abbiamo la prova provata che è una fregnaccia: a vendere i giochi è il fottuto marketing. La qualità del gioco c’entra ben poco, la chiave è lo style over substance. L’unico aspetto veramente cyberpunk di 2077 è questo. E pensa un po’, è fuori dal disco di gioco. Extradiegetico, direbbero i professoroni.
Non posso scrivere cosa direi io perché sarebbe quell’illecito amministrativo dove associ il protagonista della Bibbia ad un noto animale di cui non si butta via niente.
Prima di sfidare i limiti di quello che non si può dire parlando di giochini però c’è da sponsorizzare i podcastini di questa settimana. Anche perché sono abbastanza in controtendenza col tone of voice di questa Voce della Ribellione.
[podcast] Il numero 2 nei videogiochi – unWired
Ti sei mai chiesto qual è stato il primo sequel nella storia dei videogiochi?
Ti sei mai chiesto com’è che un sacco di roba che ha contribuito a diffondere i videogiochi, un sequel “non lo ha mai avuto”? O meglio, Tetris 2 esiste, e non sto alludendo a Tetris Effect, ma proprio ad un gioco brandizzato come Tetris 2 uscito nel 1993, solo che chi cazzo l’ha mai saputo? Se ti chiedessi qual è il sequel di Pac-Man mi risponderesti Miss Pac-Man, eppure esiste pure un Pac-Man 2 che con la faccina che mangia le palline e scappa dai fantasmi c’entra ben poco.
Ti sei mai chiesto che cosa significa il 2 nei videogiochi? Perché la nostra storia inizia da qualcosa che si chiama “Tennis for Two” – Tennis PER DUE, e nonostante dal 1958 sia passata una vita oggi Fares con la stessa gimmick sta facendo un pacco di soldi.
[patreon] Leggere i numeri di Clair Obscur: Expedition 33
È facile fermarsi alla notizia che in 33 giorni Expedition 33 abbia venduto 3.3 milioni di copie. Però quante sono 3.3 milioni di copie all’interno della bolla del JRPG? Quanto ha venduto lì dove i JRPG sono di casa?
E incrociando questi due discorsi, quanto è fattibile per Square Enix tirare fuori un Final Fantasy XVII a immagine e somiglianza del gioco delle baguette?
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[segamentale] combattere contro i cybermulini a cybervento
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
Nel cyberspazio tutti possono sentirti urlare, ma in fondo a nessuno gliene frega un cazzo.
E infatti a nessuno è fregato un cazzo quando il 10 dicembre 2020 CD Projekt Red ha pubblicato Cyberpunk 2077 nonostante girasse decentemente solo su Google Stadia. Nonostante sotto tutti i problemi tecnici ce ne fossero tantissimi altri di design, di scrittura, di cazzate raccontate in live sui canali delle testate compiacenti.
“Gira sorprendentemente bene su PS4”. Così sorprendentemente bene che hanno dovuto ritirare il gioco dallo store.
Abbiamo urlato, abbiamo mandato minacce di morte ai dev che l’avevano presa in culo tanto quanto noi dal loro management, abbiamo promesso che non ci saremmo cascati più. Ci siamo incazzati quando a una certa hanno pure alzato i requisiti minimi e adesso senza SSD il gioco non lo puoi più giocare sullo stesso hardware dove l’avevi sciaguratamente comprato al lancio.
Abbiamo registrato podcast per raccontare cosa stava succedendo, cagato meme su tutti i Social Network a disposizione, scritto delle recensioni postume paracule che davano 5 e mezzo alla versione PS4 10 giorni dopo il 10 della recensione day-one. Abbiamo scritto anche delle recensioni postume molto meno paracule a distanza di anni, perché qualcuno ai videogiochi in fondo tiene ancora e non li vede come un modo furbo di fare proselitismo, ma come quello che sono: arte.
Eppure 5 anni dopo Phantom Liberty vende 10 milioni di copie e ce la raccontiamo come una storia di rivalsa.
Il problema è questo: nel cyberspazio tutti possono sentirti urlare e sul momento qualcuno magari ti darà pure corda, ma poi basta mezzo trailer che ce lo faccia venire barzotto ed è tutto perdonato.
E se non lo è basta pagare qualche saltimbanco per cagare un documentario che ha lo stesso sapore dello storytelling marketing.
Altre cose successe ai giochini
Tu non sei per una maggiore accessibilità, vuoi semplicemente il reddito di cittagiocanza.
di Davide “Celens” Celentano
Ogni volta che un povero coglione si permette di dire che non sempre allargare il proprio bacino d'utenza è una cosa positiva a prescindere, arrivano alla carica i paladini dei "meno fortunati" a ricordarci che è giusto permettere a tutti di poter giocare e a farci fare la figura dei suprematisti.
Premesso che bisognerebbe capire le proporzioni tra chi proprio non riesce a apporcciarsi a certe cose perché troppo impegnative e chi invece semplicemente non c'ha sbatti di impegnarsi e vuole solo che il mondo gli dica "bravo" per partito preso, il ragionamento dei suddetti non prende in considerazione un aspetto fondamentale. E cioè che dire "tutti devono poter giocare" non equivale a dire che "tutti devono poter giocare A TUTTO".
Ed è divertente perché noi videogiocatori abbiamo da sempre l'invidia del pene verso le altre arti che vengono riconosciute come tali, ma in quei contesti nessuno si sognerebbe mai di dire che un libro, un film o qualsiasi altra opera volutamente "di nicchia" debbano rendersi per forza fruibili da tutti.
O, peggio ancora, che ci vorrebbe una bella patch per introdurre una easy mode così finalmente sto cazzo di Hegel lo possiamo leggere anche sul cesso come si fa coi post riassuntivi del referendum.
Non volete accettare che nella vita per alcune cose bisogna impegnarsi e, a volte, accettare il fallimento e utilizzarlo come motore di crescita.
Che, ironicamente, è proprio il messaggio dei giochi di Miyazaki di cui dimostrate, per l'ennesima volta, di non aver capito proprio un cazzo.
Non c'è riposo per lə Helldivers, ma nemmeno a Arrowhead se la passano così bene.
di Richard “Amaterasu” Sintoni
Il giochino della Democrazia Controllata è di nuovo sotto review bombing, e sebbene la misura sia molto più contenuta rispetto a quella della prima volta (ovvero quando Sony decise di imporre di avere l'account PSN a chiunque volesse giocarci su PC) questa è bastata per portare le recensioni su "Mixed".
Praticamente la Super Terra è stata presa d'assalto dalla flotta degli Illuminati, e nonostante gli sforzi dellə Helldivers diverse città sono cadute preda dei calamaroni. Tranne Equality-On-Sea, che sarebbe circa la Pechino del futuro, difesa strenuamente dallə player cinesi e dal resto del mondo.
I cui sforzi sono valsi a respingere l'assalto degli Illuminati, ma la cui percentuale di liberazione non ha mai raggiunto il 100% in quanto beh, parte della tattica dei calamaroni è proprio quella di mimetizzarsi e destabilizzare dall'interno.
Tutto ciò ha portato lə Divers cinesi a non sentire i loro sforzi premiati e di non aver ricevuto il supporto adeguato dal resto del mondo, sentimenti che si sono poi tradotti nel review bombing.
Insomma, Arrowhead le sue colpe ce le ha perché pare che l'incomprensione sia dovuta anche a un errore di traduzione, però la lezione qui è un'altra: che pure quando abbiamo un obiettivo comune come popolazione non riusciamo proprio a essere coesi, e quando respingiamo un nemico dobbiamo per forza di cose trovarne un altro.
In fondo, in un clima simile non c'è da sorprendersi se la situazione politica globale è così nella merda.
La forza che ci tiene uniti come essere umani è il gioco. È bastata la remastered di The Talos Principle a ricordarmelo.
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
Renan e Ana scoprono sono due fan di Serius Sam. Alla ricerca di altri giochi sviluppati da Croteam, nel 2014 trovano la demo di The Talos Principle. La giocano. Comprano immediatamente il gioco e se ne innamorano. Qualche anno dopo, costretti a casa come tutti noi, iniziano a studiare il Serious Editor che permette di creare mod per i giochi di Croteam.
Renan e Ana non solo sono tra le persone che testeranno The Talos Principle 2, ma hanno la possibilità di creare i loro puzzle e vederli aggiunti a The Talos Principle Reawakened.
Innocentive finisce sotto The Talos Principle alla ricerca di una dose di metadone di Portal 2. Si innamora così tanto del gioco da lavorare sei mesi a The Fourth Dimension, una campagna fan-made che si impone velocemente come le più apprezzate sul workshop di Steam.
Inevitabilmente non appena The Talos Principle 2 esce, lo gioca subito. Sei mesi dopo – lo stesso tempo che ha dedicato a The Forth Dimension – Croteam lo contatta per commissionargli dei livelli per In The Beginning.
Per Mauritsio invece il punto è sempre stata la sfida. È un modder di lungo corso di The Talos Principle. Poteva semplicemente rifare qualcuno dei suoi livelli. E invece sceglie di aggiungere a In The Beginning dei puzzle che sfidano le meccaniche pensate dai dev facendole interagire come nel gioco base era inimmaginabile. Sono livelli difficili in culo. Metà è opzionale. Se arrivi alla fine, c'è una stella a premiarti.
Undici anni fa l'idea dietro The Talos Principle era semplice: è il gioco a renderci umani. Attraverso il gioco, esistiamo. A Renan, Ana, Innocentive e Mauritsio posso solo dire grazie per avermi permesso di esistere ancora.
[PS: Croteam ha pagato i modder per il loro lavoro. Com'è giusto che sia.]
Dove informarsi
Mollaci il follow su Instagram, Tiktok e YouTube. Escono dai 3 ai 5 reel ogni settimana dove si parla di giochini con quel take politico e videoludicamente scorretto che trovi solo da queste parti.
[spammini] Videogiochi che se ne fregano di te
È LevelArt. Non penso di doverti dire altro. Pigia play e ringraziami dopo.
Oltre a Cybercoso 2077 anche un altro giochino ha toccato i 10 milioni questa settimana. Non di copie vendute ma di giocatori, complice probabilmente il fatto che è disponibile dal lancio su Game Pass. Sto parlando di Atomic Heart, che è un altro di quei giochi per cui la critica (e a questo punto il pubblico) sono impazziti senza apparente motivo.
Atomic Heart anzi probabilmente è anche più fallimentare di 2077. Entrambi falliscono nel loro proposito (CP2077 voleva essere un GDR e lo è per 5 minuti su 60 ore di gioco, il gioco dei russi voleva essere una sorta di Bioshock e riesce ad esserlo solo nella sezione walking simulator nel prologo).
Ma Cyberpunk 2077 nel suo fallire ha comunque quei momenti in cui si ricorda di essere un gioco venuto fuori dalle stesse persone dietro The Witcher 3, a volte sorprende con delle chicche di un level design che si ricorda che puoi aver comprato le protesi per il doppio salto e allora magari in questo hotel puoi entrare dalla finestra e giocartela tutta stealth, e alla fine preso come GTA con le lucette al neon non fa così schifo. 70 ore a Night City le ho passate, e mentirei se dicessi che non mi sono divertito. Poi divertirsi non basta se no al posto dei DLC basterebbe vendere la bamba e problema risolto.
Atomic Heart invece non ha nulla di tutto questo. Il design delle quest è imbarazzante e ripetitivo (recupera questo oggetto, ah ma l’ultimo pezzo dell’oggetto è diviso in altri 4 pezzi nascosti in 4 posti diversi), l’hub “open world” che dovrebbe collegare le varie aree prevede che tu giochi stealth senza che il gioco abbia delle meccaniche stealth, il protagonista è il russo meno russo di sempre – e no, non c’è una giustificazione narrativa per questo, c’ho sperato fino al finale e mi è andata malissimo.
Mi sta bene che alla gente Atomic Heart sia piaciuto nonostante tutto.
La gente ha il diritto di mangiarsi quello che vuole, anche la merda. Mi va molto meno bene che chi doveva parlarne con cognizione di causa è finito per masturbarcisi sopra.
E mi va molto meno bene vedere giochi così raggiungere platee di milioni di giocatori laddove poi si decide di mettere i bastoni tra le ruote a roba che tutto sommato meriterebbe molto più amore. Stiamo ancora parlando di Final Fantasy XVI come la morte di Final Fantasy, e invece è probabilmente il capitolo più figo della serie da anni a questa parte. Sicuramente molto meglio di Tre uomini e una gamba Final Fantasy XV.
A volte mi sembra che la mediocrità stia diventando la cifra stilistica di questi anni.
Perché la mediocrità è facile da comprendere visto che parla la nostra stessa lingua.
Peter Venkman, Raymond Stanz e sono tre ricercatori di paraortografia che studiano il paranormale. Contattati dalla Biblioteca Pubblica di New York, si trovano per la prima volta faccia a faccia con un typo. Corretto il refuso, decidono di lanciarsi in una nuova attività fondando i Typobusters.