Microsoft abiura la religione woke? No, fotte solo i dipendenti
Due parole su Microsoft che chiude il team DEI e su come non ci abbiamo capito un cazzo
La newsletter di questa settimana è il duale on main della puntata on air del podcast. Non andiamo quasi mai a ripetere lo stesso argomento sui due canali, perché per noi il podcast è sempre stato un canale diverso da tutto il resto dove caricare solo contenuto originale.
Vista la sacralità dell’argomento di questa settimana però era importante fare un’eccezione. Quindi nel podcastino qui sotto vi beccate me, Alteri e Richard che parlano di quanto IlGiornale sia una fogna come la notizia su Microsoft che chiude il suo team interno DEI sia stata data di cazzo, e poi di seguito l’editorialino di Richard che affronta la stessa cosa con un taglio diverso.
Spiace un po’ per l’utenza più core tipo un
a caso che inevitabilmente si beccherà alcuni concetti ripetuti, ma ho fiducia che la motivazione sia valida e che laggente possa capire.DEIs EX MACHINA
di Richard “Amaterasu” Sintoni
In queste settimane si sta scatenando abbastanza u’ burdell attorno alla notizia di Microsoft che decide di lasciare a casa il suo team DEI (Diversity, Equality, Identity). Ovviamente burdell spiegato alla cazzo di cane, visto che non si è perso tempo a ridurre il tutto al solito go woke go broke, senza spiegare manco per sbaglio di cosa si occupassero e quali fossero effettivamente i loro compiti in Microsoft.
Infatti chi lavora in questi team non si occupa dei prodotti pubblicati dalle aziende, ma di tutelare chi ci lavora. Ovviamente i cari e buoni giornalisty si sono guardati bene da specificarlo nei loro megaeditoriali dai titoloni altisonanti.
Sempre per la solita cazzo di ragione: interazioni.
Dai un titolo alla pene di levriero ad una notizia e questa stai pur certə che non la aprirà anima viva, men che meno nell’era del digitale dove la gente si è scocciata di leggere. L’importante è che questa venga commentata nella sezione sottostante, generare traffico eccetera. E in questo periodo storico dove l’opinione pubblica è tremendamente polarizzata per quanto riguarda gli argomenti sociali buttarci il titolo del “Microsoft abbandona il politicamente corretto” sono soldi in cassaforte, con zero margine di rischio perché una volta letta da una fonte che si reputa attendibile la stronzata diventa automaticamente vera.
Insomma, ancora una volta Kojima c’aveva preso in pieno.
Ma torniamo al DEI, cercando di non invocarci vicino animali da fattoria mentre somatizziamo tutto. Il fatto che un intero team che si occupa del benessere dellə lavoratricə venga messo alla porta è una roba folle, soprattutto se si guarda a cosa succedeva qualche anno fa in Blizzard Activision e che nulla esclude si stia verificando ancora chissà dove (cosa che non sorprenderebbe visti i casi di cronaca che quotidianamente leggiamo).
Per chi se la fosse persa questa storia va indietro di un tot di anni: nel 2008 una dipendente di Activision appena diventata madre si vide derubata del suo latte, che conservava nel frigorifero dell’area ristoro comune in una borsa per la prima infanzia. Ci fu poi una presa di posizione netta da parte dei suoi responsabili, che le fornirono un minifrigo e migliorarono la stanza per l’allattamento, ma comunque la dipendente lamentò di diverse volte nelle quali la sua condizione di madre diventò un ostacolo per la sua carriera, subendo anche delle discriminazioni da parte dei suoi colleghi e superiori di sesso maschile.
Potremmo pure parlare del buon Bobby Kotick, che ha pubblicamente sostenuto che le accuse di sessismo e di molestie sul luogo di lavoro sono solo delle “trovate da sindacalistə” e Phil Spencer che al suo addio (o arrivederci, chi lo sa) lo ha ringraziato definendo il suo operato “inestimabile”, ma penso sia abbastanza chiaro che cazzo sia lavorare nel mondo dei videogiochi se fai parte di una categoria minorizzata.
E mo’ in Microsoft non c’è più l’organo competente che doveva monitorare lo stato di salute proprio di questə lavoratricə. Bella notizia, ve’?
Parallelamente a questo ovviamente gli fa da coro pure tutto il caos che il caso Sweet Baby Inc. continua a generare, nonostante il team DEI di Microsoft e SBI siano due cose totalmente differenti, ma ehy, perché spiegare bene quando puoi prendere le cose, buttarle in un calderone e servirle in minestrone per mandare in vacca quasiasi possibilità di informare bene la gente?
Per farla brevissima Sweet Baby si occupa di counseling e sensitivity reading, ovvero team/autorə/chiunque si stia occupando di qualcosa per un pubblico può – sottolineo “può”– contattarla e richiedere delle consulenze su un’opera per accertarsi del fatto che questa non risulti offensiva per una categoria minorizzata. Sweet Baby quindi legge l’opera, ne individua le parti che potrebbero necessitare di un ritocco e consegna i risultati delle sue analisi allə committaentə con i suggerimenti richiesti.
Punto, basta, fine della cazzo di storia. Se poi chi ha commissionato il lavoro non vuole dare ascolto a chi ha appena pagato per revisionarlo è liberissimə di sciacquarsene le parti intime.
Scelta sua, conseguenze sue, non arriva la Gestapo a cercarlə a casa: a questo ci pensano gli artefici dei vari Gamergate.
Si, proprio quegli stronzi che hanno deciso di fare le liste di proscrizione dei giochini supervisionati da Sweet Baby Inc. per segnalarli ai naviganti di Steam. Tra i quali figura pure il machissimo God of War: Ragnarok, reo di aver reso Angrboda nera che davvero, se per loro il problema è lei e non il GPS della Maschera di Loki che ti dice di fare inversione a U in autostrada ve prego ripijiateve.
Di tutto questo si è parlato tanto e spesso male: per esempio quando è venuta fuori la notizia che lə dipendentə di SBI hanno cambiato la privacy dei loro profili X/Twitter per renderli invisibili a chi ci andava per stormarli dicendo che “non erano persone aperte al dialogo”, quando è palese che avessero semplicemente la cazzo di paura fottuta di ritrovarsi i propri indirizzi di casa come successe a Zoey Quinn ai tempi del primo Gamergate. E in un’epoca dove i fasci non ci pensano due volte a compiere azioni squadriste ai danni di un giornalista a Torino direi che tutelarsi un attimo è il minimo, per dirne una eh.
O come non ci si è fatti mezzo scrupolo a prendere un discorso di Kim Belair, la CEO di SBI, ed estrapolarne solo il cazzo che si voleva, per far intendere che i metodi di Sweet Baby Inc. includessero intimidazione e ricatto per soggiogare publisher e studi, traducendosi poi in epocali scivoloni quando lo studio di Black Myth: Wukong nega tutto alzando il dito e dicendo che la storia di aver subito un tentato ricatto dall’agenzia di counseling è una stronzata fotonica.
Nota di Pietro: per dare un esempio pratico di come sia stata data di cazzo e in fretta questa notizia basta consultare Multiplayer. Ora il pezzo è stato redatto (ma per guardare l’originale basta la cara Wayback Machine), ma l’url per questioni di SEO non è stato modificato e da li si risale facilmente al titolo originale.
Copincollo direttamente dall’url: “lo-studio-di-black-myth-wukong-avrebbe-rifiutato- vedersi-estorti-7-milioni-di-dollari-sweetbaby-inc”.
E qui non si può manco invocare la scusa che “so regazzini sottopagati”, perché la notizia è di Tagliaferri. Quindi nzomma.
Ma questo è un aperitivo, sia chiaro. È la punta di un Iceberg di merda di cui qua su Gameromancer si parla da anni.
Perché il settore che ci vende i videogiochi che tanto amiamo è ben lungi dall’essere perfetto.
IGN sfancula tutti da Humble Games.
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
"In questi tempi di difficoltà economica per la pubblicazione di giochi indie, Humble Games ha preso la difficile ma necessaria decisione di ristrutturare le sue operazioni".
Parole in aziendalese per comunicare che tutto lo staff di Humble Games è stato lasciato a casa da IGN Entertainment. Che è la società che possiede non solo IGN ma da qualche mese anche Eurogamer, VG247, GamesIndustry e un botto di altri siti e canali comprati e "ristrutturati".
Bizzarro come i soldi per le acquisizioni non manchino mai, ma quando invece si tratta di garantire lo stipendio a quella trentina di persone che negli anni hanno pubblicato successi come Slay the Spire, Forager e Unpacking le scuse siano sempre gli stessi grandi classici in heavy rotation. "Tempi duri". "Difficoltà economiche". "Decisione dolorosa".
Humble Games non chiuderà, perché per IGN è un asset importante e che senso avrebbe comprarsi Eurogamer se non quello di poter creare più buzz attorno ai tuoi stessi giochi? Tanto del conflitto di interessi ci frega addirittura meno che di quei 30 stronzi lasciati a casa, al limite si infila un disclaimer nella recensione e tanti saluti al cazzo.
Solo che Humble Games era soprattutto le persone che ci lavoravano, perché sono quelle persone ad aver aiutato i Forager e gli Unpacking a diventare pop. Sono quelle le persone che hanno deciso che fosse una buona idea pubblicare quella perla che si chiama Unsighted.
Humble Games non chiuderà. ma ne rimane solo il nome. Il marchio, come si dice in aziendalese.
E per l'ennesima volta i videogiochi vengono trattati come merce da commerciare invece che come opere che hanno bisogno di curatori da non licenziare.
Trattiamo i videogiochi come trattiamo la nostra vita sociale.
di Davide “Celens” Celentano
Facciamo continuamente le cose per puro conformismo e nemmeno ce ne rendiamo conto, tanto siamo assuefatti a una vita incredibilmente passiva.
Il gioco del momento ci piace davvero così tanto o è solo lo stesso bias per cui facciamo finta di non odiare a morte quelle serate del cazzo in quel locale del cazzo con quella musica del cazzo con quelle persone del cazzo?
Per qualche strana ragione ci siamo convinti che il divertimento si possa comprare al peso, e per di più a scatola chiusa, come se dipendesse solo dalla natura dell'esperienza e non dalla sua qualità e dal contesto specifico che c'è attorno.
E quindi quelli che ci guadagnano, col divertimento, si limitano a venderci la versione alfa con giusto le feature base, e hanno pigliato pure a farcela strapagare.
Perché non so voi, ma io non ci vedo tutta ‘sta differenza tra uno stanzone con la musica e un po' d'alcol e un fps open world con qualche fetch quest.
Se c'è una serie che mi ha fatto schifare la guerra è quella di Ace Combat.
di Richard “Amaterasu” Sintoni
Fa un po' strano ve'? Insomma, passi capitolo dopo capitolo ad abbattere aerei e demolire strutture nemiche, seguendo briefing di missione uno dopo l'altro, diventando sempre più acclamato tra i tuoi commilitoni e sempre più temuto dalle fila nemiche. Al punto di diventare un asso leggendario.
Però alla fine c'è tanto altro sotto.
Perché si, portare le speranze dell'ISAF in Distant Thunder nei panni di Mobius 1 è stato uno dei momenti più belli della mia adolescenza, ma ricordarmi di quel bambino che conosce lo squadrone che lo ha reso orfano ancora mi stringe il petto.
Come ancora sento nelle mie orecchie quello "eject Yellow 4", che non mi ha dato altro che dolore.
Ma forse ancora più del quarto è Belkan War quello che mi è rimasto dentro, e che è riuscito a farmi invidiare l'antagonista principale.
Maledetto Larry Foulke, "Solo Wing" Pixy. Che non combinava un cazzo in missione se non sollevarci dilemmi morali su quanto fosse giusto quello che facevamo.
Lui, il nostro gregario che stufo della guerra decise di tradirci per i suoi ideali.
E che, a differenza nostra che reggevamo il pad, dall'alto dei cieli riusciva davvero a vederlo Un Mondo Senza Confini.
Passando ad argomenti più lievi il Gameromancer col Rolex™ di questa settimana parla di Deadpool & Wolverine. Ma non tanto con un’analisi del film di per sé, quanto ragionando sul perché una roba così nonsense facilona e nostalgica stia piacendo fortissimo alla gente.
Eccezionalmente il Rolex è disponibile uscendo un solo euro, quota che permette pure di entrare nel gruppo Telegram privato Adotta un DAMS a distanza. Attivando la trial gratuita del livello “Gameromancer col Rolex” comunque al solito si può sentire pure questo sproloquio di 20 minuti di Iacullo che parla di Cinema.
Per chi non vuole sprecare il suo danaro c’è un Amanda Reel (ma pure su Tikkete Tokkete) che introduce il discorso. Se ti followi ne esce quasi uno al giorno.
Spammini Tattici Nucleari™
Postcrypta#14: Terapia del “free roaming”
Anni fa su Ilovevg c’eravamo inventati questa rubrica di cose strane che si era decisa di battezzare Postcrypta. Gameromancer poi è diventato un impegno per cui ho dovuto staccarmi un po’ da Ilovevg, ma il content continua ad uscire grazie a Luca D’Angelo che si è sobbarcato il compito di caporedarre il sito.
E ogni tanto scrive le sue stronzatine, come in questo caso →
Assassin’s Creed Shutterstock: make Japan great in the game
Sempre Luca sempre su Ilovevg fa un gustoso update sulla polemichetta attorno al prossimo Assassin’s Coso. Chi lo avrebbe mai detto che Ubisoft lo fa per i soldi, ve?
Incredibile questo capitalismo che permea tutta l’opera di Dio (anche se Dio non esiste) →
Ma me lo compro cataclismo?
Dopo l’ante sul blog non ci siam fatti mancare nemmeno il discorso in audio dove si parla non solo di Cataclismo, ma di questo trend di gestionali che fanno anche i city builder e city builder che fanno anche i gestionali. Perdibilissimo, ma non è che il content interessante stia uscendo a vagonate oh.
Non so dove ci porteranno le prossime puntate. Posso dire che è 73 settimane (contando anche questa) che pubblichiamo ogni lunedì qualcosa, e che l’idea di fare una pausa estiva sinceramente non mi ha mai sfiorato. Come non lo ha fatto per quanto riguarda il podcast, dove magari zomperanno gli extra del mercoledì, ma la puntata del lunedì sarà on air dalle 4:00 sempre.
Questo chiaramente è possibile perché chi sta appresso a Gameromancer non molla quasi mai un cazzo. So che nei momenti in cui Fra è in down posso contare su tutti gli altri. So che Calzati se chiedi c’è, basta inseguirlo. È una rottura di cazzo, ma è fatto così e ho imparato ad accettarlo. So che Richard è l’equivalente di Gattuso che si fa il mazzo per tutto il resto del centrocampo e che Scibetta fa il principino, ma vuoi o non vuoi col tempo è diventato importante averlo in podcast e quando non c’è manca. Più che altro perché gli altri non danno la stessa soddisfazione quando li insulti.
So soprattutto che finché continuamo a pubblicare cose qualcuno se le incula, e non è per nulla poco. E allora finché ce n’è si va avanti. Tanto qualcosa di cui parlare si trova sempre.
Quindi ci si rilegge ogni lunedì. Sperabilmente ci si riascolta pure, se avrai il coraggio di pigiare play.
Siamo quelli che vivono tanto a lungo da diventare i cattivi. Però intanto siam pure gli unici che ti spiegano il Woke per bene.
Ah, e come al solito ovviamente grazie a per aver dato una parvenza di leggibilità a questa lenzuolata.
Che poi io non capisco il motivo per cui la gente, debba andare a criticare operazioni che cercano di dare diritti sociali a chi è meno riconosciuto.
Non lo capisco, sul serio.
Sarò scemo, ma io sarei contento di sapere che se mio figlio in futuro scoprisse di essere non binario, adottassi un bambino di colore o semplicemente che possa godere degli stessi diritti dell'uomo, godendosi dei media che prendono in considerazione anche la loro identità io ne sarei solo che felice.
Anche se magari qualche gioco di questi è stereotipato o a me, personalmente mi fa incazzare per x motivi.
Cioè me sta sul cazzo indiana Jones, Nathan Drake e pure Lara Croft, non vedo perché un personaggio lgbtqia+ non possa starmi altrettanto sulle palle.
È tutto leggittimo, non è leggittimo cercare di fermare aziende che (anche, anzi, soprattutto) per proditto si guardano intorno per creare prodotti indirizzati a tuttə.
Cioè boh, fatico sul serio a stargli dietro, così come fatico a stare dietro a tutta la faccenda di Yasuke si Ubisoft: cioè non mi pare che Ezio Auditore sia mai esistito o che parlasse in italiano come lo fa l'ignobile doppiatore inglese (che ricordo per le sue performance su Soul Calibur V)
Ma che poi la parte "politicamente corretta" non porta via niente a nessuno, è questa la roba assurda.