Citizen Kain: quanto cazzo è di destra la nostalgia?
WE WILL MAKE VIDEO GAMES GREAT AGAIN (rifacendo i giochini che ti piacevano da piccolo)
Sono gli effetti del Long Comic-Con: rumor, facili entusiasmi, priapismo e questo generazionale rifugiarsi nel passato che è tipico degli ultimi anni.
Perché sì, ci raccontiamo che “escono solo remastered” dai tempi di PS3, però da qualche anno a questa parte è sempre più vero. E dal Comic-Con di San Diego è emerso anche un altro revival oltre a quello di Robert Downey Coso nell’MCU: pare che (finalmente?) dopo anni di speculazioni stia per riaffacciarsi sul mercato Legacy of Kain: Soul Reaver. Che è il gioco copertina perfetto per la neo-nostalgia da Millenials che sta facendo diventare gli anni 0 i nuovi ‘80, skippando di brutto i ‘90 come se fossero l’altro Legacy of Kain (cioè Blood Omen).
Però andiamo coi podcastini clickbait™ e poi torniamo sull’argomento.
Indieustriale
il secondo cestone indie 2024
Quest’anno stiam sperimentando un po’ con degli extra e i cestoni indie ne han fatto un po’ le spese. Ma fortunatamente il mercato è bulimico e a noi di Gameromancer ci pesa il culo, soprattutto a quelli che si chiamano Stefano Calzati: esce più roba di quella che abbiamo cazzi di “recensire” – che è una parola orrenda – e spesso e volentieri andiamo a recuperare pure giochini vecchini che non ce l’han fatta ma meritano.
Tutto rigorosamente già uscito sugli store (a parte Groon perché Alteri c’ha dei problemi, ma si capisce nei primi 5 minuti di puntata), tutto provato prima di parlarne, tutto certificato dall’unico podcast che non si vergogna di usare la parola sborra. Trovi la lista completa sul Sacro Blog™.
Il Doomsday dell’MCU e le olimpiadi dei giochini
Poi magari se ne riaccenna anche qui sotto – dunno, la newsletter la scrivo a braccio – ma cosa vuol dire il ritorno di Robert Downey Jr nei panni del Dottor Destino nella Sacra Linea Temporale? E parallelamente, è una buona idea dare in mano le Olimpiadi degli eSport all’Arabia e in generale alle aziende del videoludo? Spoiler: no. Ma in qualche modo ci abbiamo tirato fuori 55 minuti di riflessioni.
Quarto Podere
Antefatto: al Comic-con di San Diego compare ‘sto diorama composto da due statue a tema Legacy of Kain, raffiguranti Kain e Raziel, che in modo molto poco intuitivo è il protagonista di Soul Reaver. Le statue sono accompagnate da una targhetta, poi fatta sparire nel corso del Comic-Con, che reca la scritta “Legacy of Kain: Soul Reaver I & II Remastered”.
Ora, è anni che Crystal Dynamics – lo studio che si è occupato della serie – fa annusare cose a tema Legacy of Kain che poi si traducono in “c’hai creduto naso di velluto”. Lo statement più recente è di fine 2022: poco dopo l’acquisto da parte di Embracer sia dello studio che dell’IP di Legacy of Kain (e di tutto il pacchetto Square Enix Europe, che include pure Deus Ex) lo studio aveva lanciato un sondaggio del tipo “ti accatteresti altri Legacy of Kain?” che in una mesata aveva raccolto più di 100mila risposte. Ma volendo andare indietro per esempio ricordo fiumi di lacrime quando era venuto fuori durante l’epoca Square Enix di Crystal Dynamics che era stato cancellato Legacy of Kain: Dead Sun, che doveva essere diretto da quel Sam Barlow che mo ti ricordi per Immortality.
Tutto questo per dire che l’umore della piazza vuole gente che si strapperebbe il cazzo per qualcosa a tema Legacy of Kain. Anche fosse solo una remastered.
Vanno a questo punto messi sul tavolo un po’ di concetti.
Al momento non c’è ancora nessun annuncio ufficiale, ma tipo tra un paio di settimane c’è la Gamescom di Colonia, che da qualche anno a questa parte organizza una sceneggiata sulla falsariga della Summer Game Fest – hostata dalla medesima faccia di cazzo dietro la Summer Game Fest. E i TGA. Quando fermiamo Geoff Keighley? – pensata sostanzialmente per vendere spazi pubblicitari ai publisher. Dove “vendere spazi” si traduce in “dai 50 ai 260mila euro a trailer”. In più la fiera di per sé ha chiaramente uno showfloor (se no la gente cazzo paga il biglietto a fare?) dove è plausibile che a questo punto il diorama visto anche al Comic-Con sarà esposto – ed ecco spiegato il perché la targhetta rimossa esiste.
Embracer, che come detto adesso detiene l’IP di Legacy of Kain, non è nuova a questo tipo di operazioni. Qualche mesata fa per esempio è uscita la Tomb Raider I–III Remastered – che è brandizzata in modo molto simile a questa ipotetica remastered di Soul Reaver 1 e 2. È molto probabile che l’operazione Soul Reaver segua modalità simili. Per Tomb Raider sono passati 5 mesi tra l’annuncio al Nintendo Direct (14 settembre 2023) e l’uscita sugli store (14 febbrario 2024, data del compleanno di Lara Croft), complice anche la relativa facilità lato sviluppo di un’operazione del genere.
È bene tenerlo presente, perché purtroppo negli anni il concetto di “remastered” s’è introiato: nominalmente una rimasterizzazione prevede che il gioco non venga rifatto da capo cercando di copiare l’originale e/o aggiornandone controlli e meccaniche, ma solo un aggiornamento delle texture e degli altri asset (es: le tracce audio) lavorando sugli originali, non ricreandoli da zero. Nel 2016 Vicarious Visions rifacendo i primi tre Crash Bandicoot parlava di “Remastered Plus”, ma anche il Metroid Prime Remastered dell’anno scorso utilizza l’espressione a cazzo di cane, perché esattamente come la N.Sane Trilogy di Crash è un remake vero e proprio. Sono alcuni degli esempi di come per convenienza il marketing dietro un’operazione è andato a intorbidire il lessico che usiamo per parlare di videogiochi, e credo (temo) che tanto dell’hype visto nei commenti in giro per la rete su questo leak di Soul Reaver sia destinato a rotolare in culo ad Embracer (godo) e a Legacy of Kain in generale (godo molto meno).
Ma la cosa più importante da chiedersi è: questa remastered aiuta Legacy of Kain?
In questi casi tantissima gente pensa che le aziende utilizzino remake e remastered per sondare l’interesse del pubblico nei confronti di una serie per poi proporre eventualmente nuovi capitoli. È una stronzata. L’abbiamo già visto succedere con Crash Bandicoot, dove la N.Sane Trilogy sull’onda della nostalgia è andata una spada laddove Crash Bandicoot 4 ha arrancato e Crash Bandicoot 5, beh, si è aggiunto alla lista Scalebound di videogiochi a cui Microsoft ha fatto l’eutanasia.
Le remastered si fanno per questo motivo qui: monetizzare la nostalgia. È il motivo per cui noi stronzi videogiocanti ce le andiamo a comprare, fermi alla fase di negazione del lutto e incapaci di andare oltre. Incapaci di accettare il flop di Okami perché Okami per noi è stata una cosa bella e allora ha senso che Capcom lo riproponga 17 volte su 17 console diverse, costringendoci a guardarlo morire altre 17 volte senza poter far altro che tirar fuori altri 50€. O almeno è così che ce la raccontiamo. Dietro non c’è nessuna promessa. A volte addirittura le aziende rivendono questi pezzi del nostro passato senza preoccuparsi di renderli effettivamente giocabili. Nintendo non ha avuto nessun tipo di riguardo nei confronti di Super Mario 64 se non quello di rendere la Mario 3D All-Stars per Switch un’edizione limitata sia per quanto riguarda la distribuzione retail che quella su eShop, visto che la raccolta non è più acquistabile dopo il 31 marzo 2021. E se sei statə così stronzə da comprarla perché volevi rivivere la tua infanzia ti sei trovatə davanti a una delle versioni peggio emulate di Super Mario 64, ma t’è comunque andata meglio rispetto a chi ha comprato Angers per 3DO da Limited Run Games – che peraltro ha distribuito per Embracer l’edizione fisica di Tomb Raider I–III Remastered –, visto che i dischi erano in realtà dei CD-R non leggibili dalle console.
Ma non basta il capitalismo per giustificare un’affermazione come “la nostalgia è di destra”, ovviamente. A dirla tutta la nostalgia di per sé è pericolosa ma democristiana, è l’utilizzo che ne viene fatto in certe narrative ad essere pericolosamente di destra. Non è un caso che Trump qualche anno fa dicesse “we will make America great again”, sottintendendo che gli USA erano stati grandi e adesso non lo erano più. Non è un caso che una delle idee fondamentali dietro al Gamergate – che a Trump è legato a doppia mandata, ma lo sai già – fosse quella che ci stavano togliendo i “cari bei vecchi videogiochi” per sostituirli con Depression Quest.
È in generale la destra ad agitarci contro la nostalgia. Perché è facile far propaganda ricordandoci che una volta eravamo l’Impero Romano, mentre spiegare che son passati quasi due millenni in cui ci siamo mescolati con altre culture inglobate da Roma richiede più tempo e più parole, non è un concetto che si può ridurre nello spazio di un meme (e se lo fai porta a tentativi di sealioning rompicazzo con la gente che ti chiede “fonte????”). È molto facile ricordarci come si stava bene prima quando potevi dire tutto quello che ti pareva senza che nessuno si offendesse, mica come col politicamente corretto. Quanto fossero molto più fighi i giochi che hai già giocato, mica la merda di oggi che non hai giocato e quindi non devi fare lo sforzo (economico, ma anche cognitivo) di stargli appresso e quindi puoi illuderti che non è vero che con l’età la vita si mette in mezzo e tante volte di giocare non hai proprio voglia, è colpa dell’industria che non trova i nuovi Beatles e poco male se hai passato l’infanzia a giocare quello Spyro the Dragon molto più simile ai Finley che alla band di Liverpool.
La nostalgia è di destra come tutte le cose facili tranne i giochini di Kirby. Perché come tutte le cose di destra ci sussurra esattamente quello che vogliamo sentire.
E sticazzi se non coincide per nulla con quello che avremmo bisogno di sentirci dire.
Le Bu(n)gie di PlayStation
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
Lo sapevi che quando Sony ha comprato Bungie nel 2022 la promessa, nelle parole del CEO Pete Parsons, era quella di garantire l'indipendenza creativa dello studio (che s'era dato da Microsoft proprio per tutelarla e non essere costretto a cagare un Halo all'anno) ed erano tutte fregnacce?
Perché sì, poi viene fuori che l'indipendenza sarebbe stata garantita solo a patto di raggiungere determinati risultati finanziari.
Risultati che non sono stati raggiunti e si son tradotti in 220 licenziamenti, 155 persone spostate in Sony e altre 75 in un nuovo studio (senza contare i licenziamenti di ottobre 2023), mentre Bungie passa sotto il controllo diretto di Hermen Hulst. Sì, proprio il "CEO videogiocatore totally uno di noi" su cui ci facevamo le seghe a maggio che non si è rivelato poi tanto diverso dai tanti squali che nuotano nel settore.
In tutto questo il già citato Boss di Bungie dall'acquisizione in poi ha speso più di 2 milioni di dollari in macchine d'epoca e moto da collezione.
Tutto questo mentre ai dipendenti che chiedevano se prima dei licenziamenti del 2023 fosse stata valutata l'ipotesi di tagliare gli stipendi della dirigenza si rispondenva che Bungie (e cito) "non è quel tipo di azienda".
Come al solito a farne le spese sono i peones che fottono le proprie vite per permettere a noi stronzi di giocare comodi comodi sul divano i vari Destiny. Gente di cui non ce ne frega un cazzo perché appunto l'importante è che continuino a uscire nuove espansioni, nuovi giochini, nuove stronzate con cui far finta di non vedere quanto i videogiochi fanno male a chi li crea.
D'altronde mal comune mezzo gaudio, e anche le nostre vite fanno schifo.
Poco male se lo farebbero ancora di più senza i videogiochi.
Ma ci abbiamo mai pensato a quanto ci sta inculando la nostalgia?
di Richard “Amaterasu” Sintoni
E non parlo di quella buona eh, quella che ogni tot ci spinge a rimettere su quel titolo bellissimo che ci ha portato via un pezzo di cuore e che ci fa ricominciare un'avventura da zero, giusto per cercare di rivivere qualche momento della nostra adolescenza.
Parlo di quella becera e infame, che ci spinge a ricomprare titoli rimasterizzati e vecchi di un paio di decadi, che già all'epoca erano una merda ma che in un qualche modo erano un po' tutto il nostro mondo.
E mo' ci illudiamo che invece erano proprio dei cazzo di capolavori e non vediamo l'ora di rigiocarli per cercare di riviverli con lə nostrə bambinə interiore. Si, quella parte di noi che ancora ci dice che Gex Enter the Gecko era un bellissimo platform e che Chaos Legion era visionario, il tutto mentre stiamo già preordinando la trilogia in uscita del primo e preghiamo Capcom perché ritiri fuori il secondo dal garage.
Quella stessa nostalgia che ogni tanto ci fa pensare che una volta i giochini erano migliori, quando in realtà erano solo quelli che avevamo.
Nostalgia, nostalgia canaglia cantava Al Bano già negli anni '80. Ma appunto, erano gli anni '80.
E si presuppone che mo', a trent'anni suonati ed con un tot di esperienze sulle spalle ci sia la testa per riconoscere una relazione tossica. Invece di andare a cercare l'ennesimo preorder.
Se ritirarsi non è cosa da Olimpiadi allora perché ragequitti?
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
Partiamo dal presupposto che Angela Carini ritirandosi ha fatto un pericoloso assist a tutta quella feccia che sta dicendo stronzate su Imane Khelif.
Quello che però dovrebbe venire prima di tutto è l'aspetto umano. Sia nei confronti di Carini che di Khelif.
Perché Khelif ha tutto il diritto di continuare a boxare come fa da tutta una vita, ma Carini per nessun motivo va irrisa a botte di meme che si chiedono se una pugile sapesse che sul ring si prendono pugni. Angela Carini lo sapeva benissimo. È solo che te che posti stronzate sul ring non ci sei mai salito e non sai quanto cazzo possono far male quei pugni.
E non ti rendi conto di quanto cazzo possano far male quei meme.
Come fai a definirti kompagnə, woke, femminista se ti butti addosso ad un'atleta che ha come unica colpa quella di essere finita proprio nella situazione che voleva evitare dall'inizio?
Non deve essere un cazzo facile essere strumentalizzata da una parte e dall'altra. Perché è evidente che chi vuole odiare voleva farne un caso, e io nei suoi "non è giusto" leggo quello, perché non è giusto ridurre una persona ad un vessillo da sventolare alitando il nostro odio.
È successo a tuttə di arrendersi nella vita. Spesso e volentieri abbiamo avuto la fortuna di non avere gli occhi di tutti puntati addosso. Di poter ragequittare gratis, bastava premere il tasto power e se proprio lanciare il pad sul divano. Non rischiavamo nemmeno un cazzo, a differenza di Angela Carini.
E allora dove cazzo è la nostra empatia?
Al solito, molto di quello che leggi qui sopra poi finisce su Instagram e su TikTok. A volte lì ci finisce roba che non era pianificata, ed è un peccato perché per esempio la scorsa settimana questo Amanda Reel ha spaccato tutto e magari ti fa venire voglia di pigiare “follow”:
Spammini Tattici Nucleari™
C’è un solo spammino che ha senso fare questa settimana (in cui comunque il quantitativo di cose interessanti uscite è pressoché nullo. Il capitale si sta comprando pure le penne interessanti abbruttendole ammerda).
Lo spammino è questo: una raccolta firme sul sito dell’UE (che si può firmare con lo SPID, quindi non avere il culo pesante) che vuol mettere fine alla distruzione dei videogiochi. Nello specifico: imporre agli editori che quando decidono di chiudere i server dei loro giochini di metterci in condizione di giocare lo stesso, per esempio permettendoci di aprire dei server privati.
Se non firmi, sei una merda. Quindi vedi un po’ tu.
Non m’è riuscito di fare un cazz per i Patreon questa settimana, ma ho qualche idea e sperabilmente con le ferie estive dovrei riuscire a produrre qualcosa di bello ciccione che giustifichi i vostri abbonamenti. Soprattutto per quanto riguarda la tier Gameromancer col Rolex.
Per il resto boh, che podcast e newsletter andranno avanti per tutto agosto lo si è già detto. In canna ci sono un po’ di puntatine niente male da una e dall’altra parte. Noi ci impegnamo a produrre (supervisionati dal sergente non letteralmente di ferro
quando si scrive), te continua a consumare però.
Il capitalismo però non prova a guadagnare solo sulla nostalgia: ogni singolo nostro sentimento è capitalizzato in maniera ridicola.
San Valentino, la festa delle donne, Natale, capodanno TUTTO quello che ci crea un'aspettativa/ci crea sentimento viene strumentalizzato per fare denaro.
La nostalgia non è altro che l'ennesimo "sentimento" strumentalizzato per fare guadagno.
Purtroppo il videogioco ricade perfettamente nelle scarpe nostalgiche perché siamo portati a ricordare le belle esperienze e ad associarle con un nostro vissuto felice dovuto all'ingenuità dell'infanzia.
Il problema delle operazioni nostalgiche per me non sussiste quando si ripropone il software tale e quale al passato: quello era il gioco, quello continuerà a essere, può capitalizzare quanto gli pare sulla nostalgia, ma a conti fatti l'esperienza di gioco non gode di miglioramenti dovuti a un rifornimento dei contenuti.
Discorso diverso quando si sta cercando di capitalizzare e riscrivere il passato, come è successo già diverse volte.
Al di là di questo, parlando di Olimpiadi, ormai la cosa ha reso palese che l'umanità deve estinguersi: non siamo capaci a capire e a empatizzare con gli altri, ci meritiamo di ammazzarci l'uno con l'altro.
Per quanto riguarda il breve intervento su Carini, non sono del tutto d'accordo con l'autore, perché l'impressione è stata che lei stessa (proveniente dalle fila della polizia, ricordiamolo) fosse ben lieta di essere strumentalizzata da una certa parte, stando ai suoi interventi dopo il match. Poi, per carità, si tratta per l'appunto di un'impressione e potrei sbagliarmi, ma nel caso i meme se li merita tutti.