Non mi vengono in mente 5€ spesi meglio di quelli con cui ho comprato Extra Coin.
Un po’ life-sim, un po’ sportivo. Un po’ Persona, un po’ Windjammers. Tra le iterazioni del Buon Loop di The Arcade ho visto quello che Internet era e quello che è diventato. Non erano esplicitamente lì. Non c’erano simulacri in pixel art a rappresentarli, log testuali a descriverli. Ne ho sentito la presenza tra gli spazi delle linee di dialogo, ogni volta che un prompt mi faceva scegliere una risposta portandomi a riflettere su Internet come lo vorrei io.
Non si fosse capito Extra Coin mi è piaciuto una madonna. E come tutti i giochi che mi son piaciuti una madonna avrà la sfiga di essere exploitato per raccontare me e non lui.
Ma solo dopo aver spammato i podcastini della settimana, ovviamente…
I podcastini clickbait™ della settimana
Kojima come Pacciani: come fai a dire che Death Stranding è una merda?
Sono passati 5 anni da Death Stranding, ma ti ho già ammorbato lə cazzə su Patreon per questa cosa. Il discorso che mi preme fare oggi è “come cazzo è possibile sostenere dopo Death Stranding che Kojima sia sopravvalutato?”. Il messaggio del gioco è chiarissimo, e lo sarebbe anche senza i log testuali di merda, le cutscene che in realtà non sono cutscene e la lore sovrabbondante che ti spiega fin troppo dell’immaginario di gioco.
Il messaggio passa tutto dalle meccaniche, e che tu ci creda o no è lo stesso di quella poesia meme di Pietro Pacciani, con la differenza che Hideo non è davanti alla Corte d’Assise imputato per 16 omicidi, è solo ritenuto un po’ a cazzo di cane un miracolato del gaming nonostante le decine e decine di prove di maturità date attraverso il design dei suoi giochini.
Sentirsi persi
Ci ho giocato per la prima volta nel gennaio 2018, l’ho finito per la prima volta l’estate successiva e da allora sono profondamente innamorato di quella sensazione di disorientamento che ormai non provo più giocandoci, perché conosco la mappa a memoria.
Sono cinque anni che aspetto il seguito, io come un sacco di altri giocatori in giro per il mondo, con la crescente sensazione di essere persi mentre passano gli anni e non arrivano news. Che forse siano persi nei meandri dello sviluppo anche i ragazzi di Team Cherry, inseguendo la grandezza del loro primo gioco? Chi lo sa.
Alla fine mi piacciono le quest secondarie…
Ebbro della PS5 Pro ricevuta a scrocco dai poteri forti Calzati si scopre normie e ne parla per 10 minuti solo per chi scuce i soldi della tier da 5€ del Patreon.
Al solito, disponibili i primi 5 minuti in chiaro e la trial gratuita che sblocca tutti i rolex™ per 7 giorni. Con 1€ ebbasta invece entri nel gruppo Telegram riservato ai Patreon.
Extra Coito (perché un po’ m’ha scopato il cervello)
Oggi più che mai mi trovo a desiderare che su Internet esistano delle regole. Giochiamo a questo gioco fatto di avatar e identità più o meno fittizie, perché anche se usi il tuo nome-e-cognome vero in rete non sarai mai chi sei IRL, non saprai mai che quel terrorista di Gameromancer che adesso flexa l’aver scritto il libro più contestato della e dalla Game Critic in realtà sta nascondendo dietro un commento sarcastico quanto cazzo sta male per quello che Internet ogni giorno gli fa, e potrebbe fare ad altre persone per il semplice fatto di essergli vicine.
Servirebbero delle regole. D’altronde sono quelle che impediscono ad una società di andare in pezzi. Nei momenti più bui è facile cedere al mito del sysadmin, l’uomo forte al comando che piace un sacco perché ci solleva da tutte le responsabilità.
Non dobbiamo nemmeno più pensare, basta seguire il Buon Loop e The Arcade diventa un posto magico, molto più del mondo reale.
Forse è per questo che il sysadmin piace un sacco alla destra. E ormai anche fuori dalla destra, perché immagina che bella deve essere una vita senza la responsabilità di cambiare le cose, dove si trova un nemico di comodo e si continua ad infierire finché all’interno del Loop i problemi spariscono. È colpa degli immigrati, dei fascisti, di Everyeye.
Solo che il sysadmin è fallibile. Come tutti gli esseri umani, che non a caso l’hanno eletto/nominato/si sono scansati quando ha deciso che era una bella giornata per marciare su Roma.
In un mondo perfetto nessun essere umano dovrebbe detenere il potere. Banalità sconcertanti che abbiamo già visto essere fregnacce, perché un mondo dove nessuno detiene il potere, un The Arcade 1.0, l’abbiamo già vissuto ed è finita che qualcuno ne ha approfittato. Hai dato il tuo nome-e-cognome vero alla persona sbagliata che adesso sa chi sei e dove venirti a cercare. Hai preso Steam e lì dove compriamo i giochini hai iniziato a postare svastiche, sapendo che tanto non c’era nessuna autorità a fermarti. Anzi, c’è pure qualche stronzo che ti dice che va bene così, è la libertà di espressione, puttanella, e se sei troppo sensibile per accettarla torna ai tuoi giochini con i pronomi. Anzi no, perché i giochini con i pronomi non li vogliamo sul nostro store. Facciamo le liste di proscrizione coi nomi dei dipendenti di Sweet Baby Inc., così poi quelli del woke possono fare altre liste di proscrizione coi nomi dei traditori che hanno streammato il gioco della scimmia misogina o quello dei maghetti transfobici. Dov’è la differenza?
Come speriamo di poter fermare la guerra in Terra Santa a botte di reel su Instagram, se poi tanto vale tutto perché abbiamo Dio dalla nostra parte?
Mika non si è mai fidata dell’Internet, e dopo averlo vissuto per un po’ sulla sua pelle ha messo in discussione il suo pregiudizio. Perché The Arcade è una fogna, ma c’è del bello e del buono ovunque. Gli esseri umani sono ingegnerizzati così e forse il problema è quello, dispensiamo sia il bene che il male e diventa un troiaio capire se siamo buoni o cattivi.
Io mi sono sempre fidato di The Arcade. È entrato nella mia vita da subito e mi ha portato a fare cose che senza la rete non avrei mai fatto, a conoscere offline gente che senza l’online sarebbe a centinaia di chilometri dal mio cuore. Però inevitabilmente devo mettere in discussione quello che è un pregiudizio. Perché Internet, a volte, sa essere un bel posto, ma poi trovi connessi gli stessi bulli che alle medie ti lanciavano nei bidoni dell’immondizia, solo che adesso hanno il tesserino da pubblicista.
Di Extra Coin arrivati a questo punto non ti ho detto un gran cazzo. A parte quanto costa e quanto ce ne spenderei volentieri pure altri 5, di euro, sicuramente meglio di quelli che ti tocca tirare fuori ogni mese per pagare il canone della TV pubblica che manda on air i bulli di cui sopra. Non ti ho detto un gran cazzo perché Extra Coin per me è stato questo e questa non è una recensione.
Io sono qui solo per capire se abbiamo fatto una cazzata a rendere un’onta cercare il compromesso e se la soluzione non sia un po’ di equilibrio. Dividere il potere tra più sysadmin. Iniziare a responsabilizzarci anche noi, soprattutto dover rispondere davanti a un giudice vero di come ci comportiamo sull’Internet. In qualunque altro luogo pubblico non ti metteresti ad urlare e se lo fai dovresti accollartene le conseguenze. Ne parlava un po’ anche Videoverse l’anno scorso.
Spero che tutto questo ti venda Extra Coin.
Se non te ne frega un cazzo puoi sempre giocare la parte stile Windjammers e power-livellarti le statistiche per vincere facile.
Le ultime dal fronte videogiochi
Ti svelo un segreto: i giochi di merda vendevano pure quando eri giovane te.
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
È impossibile che un gioco mediocre per scrittura, gameplay o quel cazzo che ti pare che piazza qualche milione di copie distrugga l'industria. Non c'è riuscito Cyberpunk 2077, non c'è riuscito Fallout 76 e manco No Man's Sky che è diventato un videogioco vero 5 anni dopo il suo day one.
Non c'è nessun "segnale di decadimento morale" nel fatto che qualcuno da qualche parte lì fuori si stia divertendo giocando The Veilguard pure se ti sembra scritto una merda (poi però ricordami com'è che consideri l'ultimo di CD Projekt un "vero RPG" quando metà dei finali manco li giochi col tuo personaggio).
Non c'è nessuna dittatura del politicamente corretto perché hanno chiamato Sweet Baby Inc. a fare consulenza nell'ultiimo giochino della tua serie preferita. God of War Ragnarok ha dei problemi di dissonanza ludonarrativa che col woke c'entrano più o meno quanto Matteo Salvini al Parlamento Europeo.
Sai dov'è la vera crisi dell'industria? Negli studi che chiudono e finiscono per stracci nonostante abbiano tirato fuori cose notevoli.
Nell'idea del cazzo che siccome te col pad in mano ti vuoi divertire e basta allora tutto quello che esce deve farti un servizietto con l'happy ending, sviluppatori ridotti a geishe che paghi solo quando su Steam ci sono i saldi del 50%.
Il decadimento morale ha un solo altro nome. Capitalismo.
E il fatto che chiamarlo così ti faccia girare i coglioni è il segnale che ha vinto lui.
Ma perché diamo tutta questa cazzo di importanza ai Game Awards?
di Davide “Celens” Celentano
Una serie di premi scelti in maniera completamente arbitraria da delle persone che non si sa chi siano fatti vincere secondo criteri altrettanto arbitrari.
Come tutti i premi eh, sia chiaro. Ma è proprio questo il punto.
In altri ambiti si sono già accorti da tempo che manifestazioni come gli Oscar o il Pallone d'Oro non sono nient'altro che delle grandissime supercazzole che servono solo a chi lavora in quell'ambiente per endorsare il piatto in cui mangia e farlo sembrare più figo di quello che è.
La realtà è che preferire una cosa a un'altra è e sarà sempre una discriminazione puramente soggettiva, che in questi contesti si piega anche a interessi politici e economici che è facile immaginare ma comunque difficile quantificare.
Farci ore e ore di discussione su quanto siamo d'accordo oppure no mi sa tanto di Leonard e Sheldon che discutono di chi vincerebbe tra Superman e Batman. E quelle sono scene comiche, se non ricordo male.
Mi ci sono voluti cinque anni per recuperare Death Stranding, e solo adesso mi rendo conto di quanto avrei dovuto giocarlo nel 2020.
di Richard “Amaterasu” Sintoni
È una storia brutta quella del mio rapporto col titolo di Hideo Kojima. Brutta perché un amico me lo aveva spedito in piena pandemia, ed io c'avevo troppi cazzi per pensare di sostituire quel pad di merda che con l'R2 inutilizzabile quando gli giravano i coglioni non mi faceva fare mezzo passo senza crollare a terra.
Un po' come crollavo ogni giorno, in preda a quel l'isolamento che c'avevamo tuttə e che ci ha segnato. Ad alcunə molto più che ad altrə.
E adesso, anni dopo e a quindici ore di gioco passate a portare pacchi e consegne finalmente ho visto una persona in game. Una che non fosse Fragile o Higgs. Una che era lì, vittima di un isolamento in un cazzo di bunker.
E per la prima volta in quindici ore ho avuto un dialogo che non fosse attraverso un ologramma, ma faccia a faccia. Accompagnato da una missione di scorta che per la prima volta in tutta la mia vita videoludica non mi ha dato sui nervi. Per ricongiungere due persone che si amano.
Quanto cazzo mi avrebbe fatto bene giocare quella missione anni fa, mentre fuori dal mio bunker tutto era fermo tranne i numeri dei contagi che vedevamo ai telegiornali.
Quanto mi avrebbe fatto piacere sbattere queste parole in faccia a chi descriveva Death Stranding come il Bartolini Simulator, giusto per dire loro che non capivano nulla.
Quanto mi avrebbe fatto piacere giocarlo quando ne avevo più bisogno, che magari avrei vissuto quei mesi con un filo in più di speranza.
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Spammini Tattici Nucleari™
Questa settimana tocca essere autoreferenziali perché io e Fra siam stati ospiti di
per parlare del libro più contestato della e dalla Game Critic. Al di là del culto della persona lo spammino è perché Luca e Francesco si confermano due host veramente sgamati e mi son divertito molto registrando con loro. Non è banale che ci venga dato spazio e spero che la cosa non gli torni in culo.B-Human intanto è di nuovo disponibile su Amazon sembra senza particolari cazzi. Vale la pena spenderceli 14€, una volta che tutte le copie disponibili verranno bruciate all’indice c’è caso che il valore decuplichi.
Se stai leggendo queste parole sono sopravvissuto alla Games Week. E adesso davanti ci dovrebbero essere delle settimane un po’ meno movimentate dove mettere in piedi un paio di sorpresine, far partire per il terzo anno di fila l’Avvento col Rolex™ su Patreon e per il quarto Indiependenza. Che sì, torna.
Perché tanto alla fine Gameromancer vive sempre.
Al solito, grazie a
per la revisione di tutto er cucuzzaro.
Buffo che le stesse persone che hanno fatto The wardrobe abbiano fatto Extra Coin.