Tutty Unity contro il Capitale
Dopotutto cosa può andare storto se il tuo CEO viene da Electronic Arts?
Dalle stelle alle Starfield il passo è veramente breve.
E questo basta e avanza ad un sacco di gente per perdersi in quei mondi, perché tutto quello che anelano dal medium sono enormi parchi giochi dove andare sulle giostre che gli pare. E a differenza di CDPR qua non c’erano aspettative diverse, Toddone Howardone l’aveva fatto ben capire dal giorno zero che l’approccio sarebbe stato quello.
La domanda è: di chi è la colpa?
Della gente che continua a comprare Skyrim a 12 anni da Skyrim? Della critica che non vuole ammettere che già Skyrim era una mezza sola all’epoca? Di Bethesda che pensa al soldo e quindi accontenta noi idiotə che invece di pretendere l’aragosta chiediamo l’ennesimo Big Mac, incazzandoci pure quando Ronald Mc Donald osa aggiungerci il bacon?
In tutto questo mentre siamo qua che cerchiamo di stabilire com’è che impazziamo per No Man’s Skyrim quando due settimane fa pretendevamo a gran voce Baldur’s Gate 3 come standard per qualunque tipo di produzione del videoludo, succede una roba enorme tipo Unity che minaccia di cambiare per sempre – in peggio – il gamedev. L’ha riassunta di Cristo dal punto di vista della news il solito appuntamento domenicale di Insert Coin:
Dal punto di vista umano invece? È una questione gravissima e che stiamo pure discretamente sottovalutando a livello di chiacchiera sui social qui in Italia. Quantomeno nella mia bolla, spero di essere stato sfigato io e di aver beccato gli unici stronzi che “ieri i programmatori erano preoccupati per il mutuo e oggi si cacano addosso all’ipotesi di diventare milionari”.
È abbastanza grossa da fregare il posto agli altri contenuti, quindi l’anteprima dei post, gli spammini eccetera seguono l’editoriale invece di precederlo.
Dalla festa dell’unità ai giorni feriali di Unity
È successo uburdell™ attorno a Unity. Che se non lo sai è tipo uno degli engine per giochini più usato sul mercato, soprattutto se andiamo a vedere i giochini piccini, aka la roba indie e/o presunta tale di cui si parla abitualmente da queste parti – poi oh, ci sviluppano anche roba abbastanza monstre tipo Genshin Impact.
Dal primo gennaio 2024 Unity sostanzialmente vuole dei soldi per ogni copia installata del tuo giochino, oltre una certa soglia che dipende dal piano che hai sottoscritto (il piano free fa scattare la stecca alle 200mila copie, quello più pornolusso dopo il milione). Per ogni copia installata, non venduta. Questo in modo che nel conteggio finiscano anche le cose free to play (il già citato Genshin Impact) e i giochi che arrivano su Game Pass, PlayStation Plus, che regala Epic e via dicendo. Di più: funziona retroattivamente. Non vale solo per i giochi che saranno pubblicati dal prossimo gennaio, ma anche per quelli già sui vari store. Cosa che implica un profondo cambiamento del business model di roba che lə autorə pensavano già essere consolidata.
Chiaro, nel breve periodo questa cosa toccherà soprattutto i giochi di successo. È un problema di Cult of the Lamb, non di Freud’s Bones. Il problema qui però è il medio e lungo termine, dove è troppo facile pensare che tanto riguardi solo chi fa i soldi.
Immagina di essere unə piccolə sviluppatorə che sta trattando con Microsoft per finire su Game Pass e andare a prendersi un po’ di soldi sull’unghia sicuri. La pretesa di Unity a questo proposito sarebbe che Microsoft dopo la 200millesima copia scaricata – mettendoci nel caso da poveraccə assolutə – iniziasse a pagare un extra di 20 centesimi per ogni download. L’alternativa è che paghi tu, e allora a quel punto devi sperare di essere riuscito a fottere Redmond e che il tuo gioco in fondo non lo scarichi così tanta gente.
Immagina di essere la persona dietro al prossimo Depression Quest, e che il tuo gioco per qualche motivo inizia ad essere preso di mira dalle board di critpo-fasci-incel stile 4Chan. Parliamo di gente che è riuscita negli anni a fare le peggio nefandezze organizzandosi, tipo riuscendo a capire dove viveva Zoey Quinn da alcune foto pur di molestarla IRL. È così folle pensare che si organizzi una batteria di persone (o anche solo di bot) che scaricano il giochino e lo installano solo per farti superare la soglia?
Immagina pensare “ma chi me lo fa fare” e decidere che piuttosto di fare videogiochi è meglio darsi al burraco. Anche perché la figata di Unity stava nella sua relativa accessibilità anche senza essere delle cime della programmazione tant’è che ci sviluppa anche MaurNOOOO, cosa che non si applica al maggiore competitor sul mercato cioè Unreal Engine. Unreal è un motore core che molto spesso è pure “troppo”, se stai sviluppando una cosina semplice come Fall of Porcupine. Ne parlavamo qualche puntata fa, e tutti i discorsi fatti sulla Programmazione Democratica rischiano di diventare un bel sogno che abbiamo gufato.
Oltre al fatto che ti stanno dicendo che hai 4 mesi per imparare Unreal (o Godot, o qualunque altro engine) per convertire tutti i tuoi lavori, altrimenti o paghi o come han minacciato i dev di Cult of the Lamb (che non si capisce quanto facciano sul serio, va detto) levi tutto dai vari store. Levi tutto dagli store e non monetizzi finché non ricarichi, ovviamente.
Ora, sta succedendo che Unity in risposta alle critiche ha chiuso due uffici a causa delle minacce di morte che stanno arrivando. Queste minacce di morte sono ovviamente sbagliate, nel senso che sono malriposte. Sulla ghigliottina non vanno portati i dipendenti, ma gli executive.
Ce la dobbiamo prendere con John Riccitiello, non con Pinco Pallino. Ma dobbiamo farlo assolutamente. Non possiamo lasciare che il capitale continui ad abbassare l’asticella per vedere fino a che punto ci facciamo andar bene le sue storture, pur di vivere con l’illusione che il nostro culo stia comodo così.
Il migliore dei sistemi possibili è quello in cui siamo liberə di fare il cazzo che ci pare dal punto di vista creativo senza preoccuparci di azionisti, board, CEO e altre sigle del cazzo che ci raccontiamo si regolino da sole.
Perché se il modo che hanno di regolarsi è questo a farne le spese alla fine sei sempre tu.
Non importa se per TLOU2, per il rinvio di Ragnarok o adesso per Starfield, i very gamers devono sempre fare schifo.
Di Richard “Amaterasu” Sintoni
Nel 2014 l'allora giornalista Alanah Pearce fu insultata su Twitch mentre streammava TLOU2, ad un livello talmente basso raggiunto da 'ste bestie che si vide costretta ad interrompere la live.
Non paghi di questo, anni dopo altri utenti la tempestarono di minacce alla notizia del rinvio di Ragnarok. Poco fregava se lo stesso Corey Balrog disse "è stata una decisione mia", la Pearce è stata bersaglio dell'odio ingiustificato e ingiustificabile della rete, rea di far parte del Dev Team.
Ed adesso lei è di nuovo nel mirino. Colpevole di aver giocato a Starfield.
Rileggiamo: COLPEVOLE DI GIOCARE.
Ma a guardare nel passato pare più che sia colpevole di essere una donna.
Questa è l'ennesima prova del fatto che facciamo cagare, che non ce ne frega un cazzo di cambiare questa cosa e fintanto che la maschera del web può proteggerci sticazzi della decenza, avremo sempre un bersaglio su cui sfogare le frustrazioni. Se è donna ancora meglio, tanto loro non sanno difendersi.
Direbbe qualcuno "hanno solo da non presentarsi da sole sui palchi, che prima o poi il lupo lo trovano".
Siate maledettə voi che mi mettete davanti ai miei dilemmi morali.
Di Richard “Amaterasu” Sintoni
Che vorrei sapere perché nei giochini vi ostinate a metterci i finali multipli che cambiano a seconda delle nostre scelte e le nostre azioni, che mi spingete a fare robe che mai farei per vedere quella benedetta cutscene.
Che m'avete spinto a far tradire, mentire e rubare i miei avatar digitali per vedere cosa si nascondeva alla fine di una side story o per ottenere un oggetto unico.
O che mi avete ingannato presentandomi NPC che avete vigliaccamente dipinto come innamorati, mentre in realtà erano solo folli. E che io ho aiutato a compiere i crimini e rapimenti, inconsapevole delle loro reali intenzioni e delle conseguenze che ne sarebbero derivate.
Maledetto Toby Fox che mi hai messo la genocide run, maledetti Sucker Punch che mi avete messo i poteri più fichi dalla parte brutta dell'albero, maledettə BioWare che mi avete messo gli Achievement da Rinnegato.
Maledettə voi che mi fate scegliere tra cosa ritengo giusto e cosa ritengo necessario.
Sono stato abbastanza una merda questa settimana. E questo stare una merda mi ha fatto capire che sono un nerdazzo senza speranza. Perché inevitabilmente riduco tutto quello che mi succede ai videogiochi, legittimandoli come esperienze se non allo stesso livello di quelle di prima mano, quasi.
Il rolex™ è on-air su Patreon. Al solito, collegando l’account a Spotify puoi sentirlo sulla piattaforma del male che mercifica gli artisti pagandoli un cazzo, ma è comoda. Un po’ come Unity…
Oggi si è discusso di diritti LGBTQ+ nel Senato della Repubblica Italiana.
Di Filippo “Whitesmith” Tagliaferri
Quasi stento a crederci: sembra un sogno, di quelli bagnati che facciamo noi. Datemi un pizzico.
Come scusa? Non ci avevo capito una mazza?
Scusate, errore mio. Ricomincio.
Oggi NON si è discusso di diritti LGBTQ+ nel Senato della Repubblica Italiana.
Al massimo si è fatto un monologo sui diritti, immagino, perché l’aula era vuota, mentre si parlava di contrasto alle discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
Palle di fieno che rotolano, e grilli che friniscono, e forse poco di più.
Ora, non so cosa potessi aspettarmi da loro. Sono il Senato di uno dei popoli più vecchi al mondo, nel senso, non certo un avamposto del progressismo e delle riforme sociali…non sono neanche tutt3 anziani lì dentro, non come doveva essere in origine, quantomeno, in un posto chiamato Senato…eppure questo non mette in dubbio l’arcaicità del loro pensiero.
Rispettiamo gli anziani, ce lo insegnano da bambin3. Eppure io qui vedo che sono loro, che non rispettano l3 più giovani. Che se ne fregano, del sentire delle nuove generazioni, dei bisogni e dei fottuti diritti di chi, tra l’altro, li aveva ben prima che loro mettessero piede in questo porco mondo.
E allora fanculo il rispetto, che l’unico motivo per cui potrei accettare il silenzio di quella sala sarebbe l’assistere a quella scena di Bleach nella Central 46. Se mi scoprissi Sosuke Aizen, poi, beh forse me lo rivendicherei pure.
Perché è proprio nei momenti in cui fanno tutti silenzio, che noi dobbiamo fare ancora più casino.
Palinsesto (San Giovanni) della settimana
Allò. Io martedì sera spero proprio di essere vivo, perché sto ancora rosicando per essermi perso la live con Stefano Caselli e Gianluca Bovio di un paio di settimane fa. Live prontamente ricaricata sul canale, se vuoi recuperartela. Ad ogni modo visto che sta uscendo un disastro di roba l’idea è di parlare un po’ di come sopravvivere alla bulimia da giochini cercando magari di giocare tutto di corsa male e poi guardarsi i finali a 2x su YouTube.
In teoria della partita dovremmo esserci io, la dott.sa Maura Saccà, Il Tagliaferri che non scrive di zozze vestita da manga e Il Cummenda Calzati. 21:30, GameromancerLive, ricordo che se arriviamo a 50 sub scatta pure la DAMS Run di Starfield. Che fai, te ne privi?
È pure il SUBtember, quindi abbonarti ti costa un cazzo e ti permette di entrare anche nel gruppo Telegram privato Adotta un DAMS a distanza.
Ah, giovedì invece su DungeonDiceTV c’è il TwitchPitch, aka il format che abbiamo freebotato per PitchAGame – ma per il gioco da tavolo. Daglielo un occhio, su.
Spammini Tattici Nucleari™
Spammini un po’ aziendalisti questa settimana. Ma d’altronde non ci posso fare nulla se tutti quelli bravi scrivono su Gameromancer e PoteriArcani La Rivista Ufficiale ci ha comprati in blocco. Anyway:
Il Cummenda sabato scorso cianciava su come il jRPG stia rifiorendo soprattutto fuori dal Giappone, tra un Sea of Stars, un Chained Echoes e il sempre fichissimo e mai troppo celebrato Everhood. E ci si potrebbe mettere dentro pure Undertale, a dirla tutta, in questo discorso. Comunque, il linkino è questo;
Sempre a tema Sea of Stars lo Scibetta meno capitalista dell’altro Scibetta (ma comunque fin troppo borghese) parla del fattore umano nel gioco. Lo dicevo pure io nella recensione, che su disco (che disco non è) c’è tantissima umanità. Soprattutto in quel momento;
Mi sa che c’eravamo persi questo pezzo su giochini & tarocchi by Giulia Martino. C’è Sayonara Wild Hearts che tipo se non l’hai giocato sei una persona male e se non l’hai amato sei lo Scibetta di cui sopra;
Non conoscevo Vitaminevaganti, ma ci han segnalato questo bellissimo pezzo sull’intrinseca femminilità dell’horror (a tema giochini, ovviamente). Che guarda un po’, è scritto da una donna: Maria Chiara Pulcini.
Prendere appunti Frequenza Critica;- l’altra settimana parlava in podcast di siti di giochini e critica. Dicendo cose simili a quelle che diciamo noi, ma senza la parola sborra. Magari ti interessa.
Sul Sacro Blog™, peraltro, Amaterasu se ne è uscito con un’altra riflessione sulla vita IRL ispirata dai giochini.
Sieg Heilteri la settimana scorsa ha fatto anche cose buone. Ti lascio il link al topic degli spammini sul gruppo Telegram per segnalare cose:
Se no oh, siamo sempre attivi sull’Instagram, su Facebook o dove cazzo ti pare. Però te segnala, mica posso fà tutto io.
One more thing, non ti dimenticare di I3 e QUE3R. Tutte le info sul Sacro Blog™.
Il discorso su Unity non finisce qui. Stiamo organizzando una prossima puntata del podcast con un po’ di addettə ai lavori che Unity effettivamente lo usano per campà. Perché io posso pontificare quanto mi pare e fare il comunistello col culo dellə altrə, ma alla fine faccio il programmatore normalone in un’azienda normalona di software normalone. Ho il culo coperto.
È importante che ad avere spazio e voce sia chi il problema lo vive, lo respira, lo soffre. È importante che a dargliela sia un podcast che è da sempre e per sempre dalla parte dellə sviluppatorə.
Ed è importante che questa voce non cada nel vuoto, soprattutto. Qui entri in gioco tu.
Basta veramente poco. Basta un like, una ricondivisione, qualunque cosa di assimilabile al passaparola. Non è necessario che tu metta dei soldi su Patreon o su Twitch. Sicuramente ci permettono di fare un lavoro un po’ meno amatoriale e ricompensano un po’ lo sforzo di provare ad essere la voce della ragione, oltre che quella della ribellione che alla fine è solo un modo per colorire le nostra grida di aiuto davanti a quel mostro che chiamiamo vita vera. Ma il supporto dal basso si vede anche e soprattutto nelle piccole cose. Nel coraggio di prendere un contenuto rilevante e non farne una questione di bandiere, domini o antipatie personali e consigliarlo, facendo in modo di riprenderci i nostri spazi videoludici e riempirli di cultura al posto che di clickbait.
Se ci hai mai dato una mano o progetti di farlo, grazie. Se invece ti stiamo sul cazzo, beh, chiediti un po’ perché.
So che non è l'argomento principale, anzi, preferirei parlare di Unity e di Riccitiello e di come si possa ammazzare lo spirito di una parte dell'industria pur di fare soldi... però io nella live non c'ero! :D C'era Stefano Caselli