Six Days in Fanculo
Il bello è che mercoledì mi stavo dicendo "oh dai, 'sta settimana niente drama". #Einvece.
Quando penso alle mascotte dei giochini, me le immagino come quella scena di Toy Story 3 dove i giocattoli sono a prendere polvere da una vita perché nessuno si incula più le bambole di pezza (questa c’ha dei layer). Una volta la mascotte era fondamentale, il fulcro di un marketing tutto fatto di sfottò e spillette reclamizzate da Jerry Calà che dovevano suonare durante lo spot di SEGA e farti vincere un sacco di premi e invece chi c’ha mai vinto una sega. Oggi alla fine l’Highlander è Super Mario, tutte le altre sono finite ai margini. È la solitudine dei numeri Prinny, e se non sai che cazzo è un Prinny beh ziə studiamolo un po’ il medium.
Bello che questa puntata capiti una settimanella dopo che Nintendo s’è reinventata Super Mario con un altro capitolo 2D, lasciando da parte la serie NEW che ok, ha fatto uscire di testa un sacco di gente su Wii, poi però ce l’hanno riproposta con così tanta insistenza che non se ne può piU (anche questa c’ha dei layer). Mario in effetti continua ad essere un punto di riferimento. Sarà per la capacità di reinventarsi, appunto. O per il fatto che l’hanno inserito in 30 serie diverse col suo faccione in cover e il suo nome nel titolo. O per il fatto che che cazzo te lo spiego a fare, c’è il podcast, ti senti il podcast.
A ‘sto giro qua taglio corto. Grazie, graziella e grazie al cazzo ai Patreon. Ma grazie davvero, per motivi che saranno chiari durante lo pseudo-editoriale in fondo alla newsletter. Prima però non perdetevi l’anteprima dei post e l’inedito pseudo-editoriale a metà dell’anteprima dei post, che spiega come mai c’è ‘sto titolo per questa uscita.
Sono stato peggiore IRL che nei videogiochi.
Di Pietro “Phatejoker” Iacullo
Come giocatore ho sterminato eserciti, bombardato nazioni, rovinato un sacco di vite.
Eppure le cose peggiori le ho fatte IRL. Perché lì avevano delle conseguenze reali.
Non serve a un cazzo fare "la scelta giusta" alla fine di Life is Strange se poi nella vita di tutti i giorni continui ad anteporre i tuoi interessi a quello che è giusto, bae over bay perché fuori dallo schermo del tuo televisore non hai Don't Nod a mostrarti quali sarebbero le conseguenze. Eppure sono così maledettamente ovvie, davvero vuoi fingere di non averle prese in considerazione? Con me, la tua coscienza evocata a cazzo di cane da una pagina di giochini?
A che serve giocare per sentirti migliore, se poi non lo diventi davvero?
È la stessa cosa di quel cazzo di grinding che ti piace tanto, un'azione semplice e ripetitiva con una reward immediata che ti dà l'idea di crescere perché stai salendo di livello. Che senso ha avere più punti forza o destrezza, se poi li utilizzi semplicemente per spargere altro male? Che senso ha se poi una volta spento il tuo cazzo di Final Fantasy i progressi che hai fatto rimangono lì, sulla memory card di una console che chissà che fine ha fatto e nel frattempo da Cloud sei diventato Kefka?
Se avessi ricevuto dei punti EXP ogni volta che ho fatto male a qualcunə… Il dramma è che è successo.
Sono diventato bravissimo a far del male alle persone muovendo semplicemente la bocca. "Ne uccide più la lingua della spada" e la mia è l'Ultima Weapon. È il contrario di quello che dicono i TG quando qualche stronzə fa una strage. "Colpa dei videogiochi". No, nel mio caso i videogiochi c'hanno provato. Sono io che non sono riuscito ad ascoltarli.
Perché per qualche motivo per me è più facile essere Ganondorf che Link, quando la mia storia non la sta scrivendo Nintendo.
La storia vera della seconda battaglia di Fallujah, raccontata da chi la vuole vendere.
Di Richard “Amaterasu” Sintoni
La cronistoria del giochino la conosciamo in tantə: sviluppo travagliato, polemiche, dilemmi morali, Konami che se la coniglia per il rischio del danno d'immagine e via discorrendo.
Ma la storia di Fallujah la conosciamo tuttə?
No, non la conosciamo. E personalmente spero di non viverla mai. Non augurerei a nessunə di vivere con l'ansia di morire perché ha attraversato la strada nel momento sbagliato o si è ritrovato a dover imbracciare un AK-47 dall'oggi al domani perché qualcunə di più grossə e cattivə gliel'ha ordinato.
SDIF ci pone tuttə davanti a quel grandissimo dilemma etico che è la rappresentazione storica della guerra (che spoiler: non è mai bella) ma che va impacchettata, commercializzata e venduta per il guilty pleasure del popolo dei giochini, quindi guai a nominare crimini di guerra e massacri di civili, che quei cagacazzo dei moralizzatori ci strikano il progetto.
Sia chiaro, non sto sostenendo che sia sbagliato vendere i giochini che trattano la guerra come CoD o Battlefield.
Ma occhio a cosa si reputa storicamente accurato: per fare apparire i "liberatori" come brave persone spesso ci si dimentica di nominare il fosforo.
Quello bianco.
Sei giorni una ciolla di minchia. Per me sono 20 anni.
Richard ha scritto questo post per i cazzi suoi.
È una bella conquista. Se ne stava parlando su Adotta un DAMS a distanza (il gruppo Telegram per chi caccia i soldi, tipo subbandosi su Twitch) e di sua sponte ha scritto e l’ha proposto. Non ho dovuto chiederlo. Non ho dovuto fare una chiamata alle armi per una guerra che dovremmo combattere con la solita stampa entusiasta del giochino che non si rende conto di cosa vuol dire parlare in termini estatici di questo giochino in particolare.
Perché sì, è una guerra. È già iniziata con le prime anteprime che parlano di Six Days in Fallujah come “l’FPS dai fatti realmente accaduti”. Succede su Ilvideogioco.com, e anche se mi ero ripromesso di farla finita con la critica alla critica direi che una deroga mi è concessa. Anzi, questa guerra è già iniziata due anni fa quando Marcello Paolillo si occupava di Six Days in Fallujah dicendo che se ne stava discutendo MA per i motivi sbagliati, e cliccando sul link messo sulle parole “motivi sbagliati” si arriva ad un pezzo che parla delle accuse di propaganda al gioco. Non sto inventando nulla, è tutto ancora online.
Sul Sacro Blog™ c’è anche un vecchio pezzo che fa il punto della situa fino a quel momento. È ancora drammaticamente attuale.
Qualche giorno fa mi è capitato di interagire su Facebook con l’attuale Community Manager italiano per il gioco. Mi chiedeva che perplessità avessi sul gioco dopo aver fatto una battuta delle mie sul fosforo bianco. Ho risposto nell’unico modo in cui so rispondere: brutalmente onesto, argomentando e debunkando le sue PR Talk che cercavano di difendere una cosa che per me è indifendibile. Le PR Talk sono il suo lavoro, non gliene faccio una colpa, come è il suo lavoro provare a buttare lì un “vedo se riesco a trovarti una key”. Il mio però non è un lavoro, è un hobby diventato vocazione. E a quella key posso dire di no preferendo poter parlare di Six Days in Fallujah nei termini che preferisco.
Io nel 2004 non sapevo manco dov’era, Fallujah. Sapevo benissimo dove fosse Nasiriyya, però. C’era morto da poco Matteo Vanzan. Non lo conoscevo, ma lavorava nella stessa caserma di mio padre. Mio padre in quello stesso maggio è dovuto anche lui andare in Iraq per via di questa cazzo di “missione di pace”. È una cosa che non gli ho mai perdonato. È stupido ed egoista, me ne rendo conto. È tornato tutto intero da quei quattro mesi lì, mi ha portato pure un Game Boy Advance SP comprato in Post Exchange della base. Ce l’ho ancora. Eppure non gli ho mai perdonato quei 4 mesi di inferno mentre lui stava sotto le bombe (più o meno alla lettera, dalle poche cose che ho saputo – perché lui non mi ha mai voluto raccontare un cazzo e io non ho mai avuto le palle di chiedere).
Six Days in Fallujah mi ricorda il periodo peggiore della mia vita. Six Days in Fallujah mi ricorda che sono ancora quel ragazzino viziato che non riesce a superare una cosa successa vent’anni fa per colpa di quella puttanata che chiamiamo NATO. Six Days in Fallujah è un’emanazione di quella merda che hanno provato a farmi mangiare col cucchiaio.
Non ho intenzione di lasciare che qualche altrə ragazzinə creda al mito della missione di pace o incolpi il suo vecchio, vittima quanto ləi in tutta questa storiaccia.
Te l’ho detto che peggiorava. Pensa come sto io che ci convivo tutto il giorno con ‘sta merda.
Al day one si compra solo per amore.
Di Davide “Celens” Celentano
Al tempo della nuova generazione più vecchia di sempre, tra prezzi che colano a picco dopo l'uscita tranne se ti chiami Nintendo e l'esistenza del Game Pass, non esiste un solo motivo al mondo per cui abbia senso uscire 70 o più bombe alla release.
Tanto chiunque di noi ha un backlog talmente grosso da coprirci tutte le vite che avremmo se respawnassimo lo stesso numero di volte che l'abbiamo fatto in Elden Ring.
Basta avere un po' di autocontrollo e imparare a resistere a questa stracazzo di cultura dell'hype che nominiamo un post sì e l'altro pure perché crediamo davvero fermamente che sia la morte della produzione artistica contemporanea.
Questo discorso vale sempre e comunque, in qualsiasi momento e in qualsiasi contesto. Tranne che per loro.
Loro non hanno un nome, o meglio ce l'hanno ma è diverso per ognuno dei videogiocatori là fuori. Loro hanno un posto nel mio cuore, nel tuo, nel suo.
E allora ecco i miei soldi, guadagnati con la mia fatica e con il mio tempo. I soldi che potrei risparmiare se solo aspettassi un mese, un anno per avere lo stesso identico gioco di ora, anzi probabilmente meglio perché me l'hai patchato almeno sei volte nel frattempo, vecchia faccia di culo che non sei altro.
E allora grazie Hideo, grazie Toby, grazie Fumito, grazie Hidetaka, Yoko, Cory e tutti gli altri.
Dopotutto, questa giornata di lavoro mi è pesata un po' meno ripensando a tutte le emozioni che mi avete regalato.
Avevamo previsto un’altra live. Perché Mattia “Grayfox” Meraviglia in settimana ha scritto una cosa su Final Fantasy per i social, ci abbiamo discusso internamente parecchio perché il tema era fico e s’era pensato “oh facciamoci una live tuttə assieme”.
Solo che poi è successo il discorso Game Division e allora tocca occuparsi di quello.
Tocca farlo perché è diventata anche una questione di sessismo e tokenismo, dove l’unica vittima è una redattrice che ha postato una foto di PS5 sulla sua bacheca e adesso viene tirata per la giacchetta e da chi vuole parlare di conflitto di interessi – pro tip: è conflitto di interessi pure se assumi una persona che ti è vicina e non ci chiavi assieme. Per dire – e da chi invece vuol trasfromare una cosa da manifesta incompetenza comunicativa a odio di classe perché ha una visione distorta del mondo.
L’unico tema che dovrebbe tenere banco è: il responsabile di GD ha fatto un errore comunicativo pazzesco. E sulle prime sembrava se ne fosse assunto pure la responsabilità, poi è arrivata la strumentalizzazione ambo le parti. E ambo le parti fanno cacare a spruzzo. Mercoledì sera mettiamo un po’ di ordine e soprattutto finiamo di dare per scontato che “pochi ma pagati bene” sia la soluzione definitiva a tutti i problemi e non una formula un filo populista per squalificare chi vuole riflettere e farsi domande sulla direzione che sta prendendo il mercato editoriale. Mercato editoriale che all’estero sta chiudendo verticalità e ridimensionando le redazioni, checché ne dicano in Game Division.
Per il resto, DAMSgeons & Dragons incombe. Fra sta fissando le date cercando di capire quando è caso di fare ‘sta cosa – NO NON L’AVEVO MICA DETTO CHE BISOGNAVA MUOVERSI PRIMA PERCHÉ È IL FOTTUTO LUGLIO MA VA FIGURATI – e la storia da ruolare è sostanzialmente scritta. Qualunque cosa voglio dire, io ho esplicitamente detto “non so un cazzo di come si ruola datemi una classe facile” e mi hanno detto “fai il barbaro”. Fine del mio coinvolgimento in questa cosa.
Comunque ci vediamo mercoledì su GameromancerLive e poi boh, chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza.
Spammini Tattici Nuclerari™
L’amore di Giulia Martino per i funghi ormai sta raggiungendo soglie memetiche. In ogni caso recensendo (che parola di merda) Smushi Come Home su Final Round ci ha infilato un sacco di triva, schede e cose fungine. Il fungo inchiostro pare uscito da Mario Kart;
Ho parlato di un’anteprima sbagliata di Six Days in Fallujah, poco su. Vorrei segnalarne una che invece è dritta. Perché è lucida, cosciente dei limiti del gioco, delle sue implicazioni politiche e anche dell’inadeguatezza di quello spazio per parlarne. E quindi, anche se sono in conflitto di interessi nel dirlo, ci tengo a dire un enorme bravo a Marco Bortoluzzi. TGM ha dei problemi e capita pesti delle merde, ma il più delle volte a differenza di altre realtà è un posto molto deontologico;
Richard “Amaterasu” Sintoni ha scritto una cosa veramente un sacco fica sulla musica più o meno correlata ai giochini;
Filippo “Whitesmith” Tagliaferri, cioè Tagliaferri ma quello giusto e LGBTQ+, ha tirato fuori una roba che è a metà tra la satira e la sceneggiatura che è geniale;
Già che ci sono, ti voglio sponsorizzare un giochino. Si chiama Crime ‘O Clock, è di Bad Seed ed è una ficata ragguardevole. Fai conto che è il tenente Colombo che ha fatto sesso con Where’s Wally/Waldo/Come cazzo lo chiami tu. L’ho coperto su Poteri Arcani La Rivista Ufficiale™, ma prossimamente vorrei incastrare Calzati e farglielo giocare per Gameromancer.
Per il resto, solita chiamata alle armi (visto che va di moda): se c’hai cose, spaccia. Purché non sia roba che è uscita da SpaccioGames. Il che ci porta allo pseudo editoriale di chiusura dove dopo essermi aperto con te torno ad essere il solito stronzone edgy.
Se non ti legge manco tu zia, indovina di chi è la colpa?
Apro citando un vate. Vi risparmio la facile battuta in assonanza coi sanitari. Nel mio catartico peregrinar d’uomo dabbene sull’Internet mi si segnala questo post che vorrei discutere (e che vorrei che nella tua testa avesse la voce di Alteri quando ci prova con le tipe):
“Droppo qui un articolo di quelli che i videogiocatori informati chiedono sempre a gran voce, nella battaglia al clickbait, ma che poi genera le letture che la news media su Marvel's Spider-Man fa nei primi 26 secondi dalla pubblicazione.“
Sono diffidato dal mio pool di legali dal farvi il nome dell’autore. Però scrive su Spaccio, e la cosa importante è questa. SpaccioGames è un portale che da tempi non sospetti ha sposato nel modo più becero possibile la click economy, iniziando a riportare qualunque cosa potesse far traffico sui suoi server e interazione sulle sue pagine, facendo clickbait in modo spudorato – hanno anche bannato Baitman il giustiziere del clickbait su Facebook, LOL? – e insomma, avvelenando il pozzo di quelli che come da post chiedono a gran voce i pezzi di approfondimento. Non solo: oltre ad aver fatto girare coglioni e/o ovaie a chi potenzialmente l’approfondimento lo legge, in parallelo ha tirato su un pubblico che all’approfondimento è disabituato. Mi è capitato infinite volte che qualche scribacchinə di regime scrivesse questo o quello speciale, questo o quell’editoriale su sitogenericodivideogiochi.com e si sorprendesse della risposta media del pubblico.
“Cos’è questa roba?”. “È un contenuto che accetto su YouTube, non qui”. “Ma non dovreste essere super-partes?”.
Abbiamo sostituito i pezzi di qualità in favore della quantità. Della news cotta e mangiata da commentare mentre si scrolla la bacheca, decretando la morte del contenuto più impegnato perché richiede tempo. Tempo per essere pensato e redatto, ma anche per essere fruito. E il tempo non ce l’abbiamo manco per giocare al giochino di tendenza che la cultura dell’hype ha deciso che dobbiamo giocare e discutere per forza. Che mi frega a me dei Pikmin adesso che la ruota è ferma su Final Fantasy XVI e ci resterà giusto per altri 10 minuti prima di passare ad altro? SpaccioGames, come qualunque altro portale, per stare in piedi ha bisogno di questi contenuti qui, quelli che fanno i numeri di un approfondimento nei primi 26 secondi dalla pubblicazione e a fine giornata hanno portato a casa la pagnotta.
Se vuoi fare qualcosa che venga letto, la prima cosa da fare è NON pubblicare su SpaccioGames.
Ottica GrandActivision: cosa vuole fare Xbox da grande?
Pensavi non ci fosse del bieco placement ai fini di estorcerti del danaro, eh? E invece eccoci qua. Da 'sto teatrino con la CMA stan venendo fuori documenti interessanti. Tipo la lista delle aziende e dei publisher che Microsoft sta attenzionando per altre acquisizioni, quanto CoD fattura per PlayStation ogni anno e cosine così.
Ci ho speculato mezz'oretta. Magari ti interessa. Magari no. Magari sei nel dubbio, e a quel punto puoi calarti la trial gratuita di 7 giorni dell’abbonamento Patreon, ascoltare e poi decidere se vale la pena pagare.
L’unica difesa che abbiamo contro questo meccanismo è iniziare a reclamare spazio una persona alla volta. Costruire un’audience di gente che sa chi sei, che esisti, che se scrivi qualche minchiata su Internet se la viene a leggere. Per farlo bisogna pubblicare nei posti dove questa gente può scoprirti. Mi esplode un po’ il culo a dirlo ma un buon posto per esempio è Final Round. Un altro mi permetto di dire è il crowdsourcing di Gameromancer, perché qualche stronzə interessata a leggere cose fiche negli anni l’abbiamo rastrellatə.
Commentando il post di cui sopra nel nostro gruppo Patreon mi è venuto spontaneo scrivere questo messaggio: “con tutto che io sono una merda se scrivo una stronzata su TGM Danto me la viene a leggere”. Poi lo fa per postare una delle sue gif del cazzo in cui mi dà del parruccone, però intanto legge. Per anni mi si è criticato per il tono, per le parolacce, per l’insolenza sarcastica senza controllo. Erano grida di aiuto. Perché sapevo e so benissimo cosa c’è lì fuori: ovvero un sacco di gente che sitogenericodivideogiochi.com ha anestetizzato e vai a sapere se riuscirai mai a scrivere qualcosa che venga letto. In un certo senso a salvarla, ‘sta cazzo di scrittura, perché molto banalmente ed egoisticamente a me scrivere piace e me ne sono accorto proprio in quei quattro mesi bui nella mia personale Fallujah per procura di cui parlavo prima.
Fare questo esercizio di costruirsi una piccola ma fidelizzata audience poi permette pure non dico di viverci, con ‘sta stronzata del parlare di giochini, ma di arrotondare sì. Se porti 1000 persone su un portale quando scrivi qualcosa puoi chiedere all’editore una paga proporzionale a quelle 1000 persone che sposti. L’esempio da seguire è il Prof. Francesco Toniolo. Non per il taglio, proprio nella metodologia. Ha i suoi canali, scrive, registra i suoi video, coltiva quelli che sono chiaramente spazi suoi. Poi collabora con altri portali. E s’è costruito un mercato – non lo so, spero per lui, potenzialmente facciamo di sì va –, oltre che una certa credibilità. Questo tra l’altro suggerisce che l’unico skillset del saper scrivere non basta più. Non l’ho scelto io, lo dice la domanda.
Nel piccolo di Gameromancer io sinceramente sono andato al di là delle mie aspettative. Quasi 800 persone su telegram, una sessantina paganti tra Patreon e Twitch. La cosa migliore è che non devo nulla a nessuno, se non a te che stai leggendo queste parole e a chi con me Gameromancer l’ha tirato su e continua a coltivarlo giorno dopo giorno. Perché quello che t’ho raccontato sopra è molto bello, ma richiede un impegno costante, altro che scrivere una stronzata a caso su SpaccioGames ogni tot giorni. E te lo dico perché dal 2015 al 2018 io uno speciale alla settimana su Ilovevg lo scrivevo e non è servito a nulla, preso come sforzo da solo.
Gameromancer è una ficata pazzesca. È un’ora di podcast alla settimana dove posso essere orribile e sfogarmi, e allo stesso tempo qualche riga di testo vomitata su Word dove la maschera da stronzo viene giù come nel primo degli inserti di questa newsletter. È un sacco di discussioni sul gruppone che poi diventano idee o contenuti by popular demand. È la possibilità di lasciare il microfono a qualcunə altrə, se voglio, se serve, come faremo con Mattia settimana prossima e come abbiamo fatto un sacco di altre volte.
Non diventerò mai ricco facendo Gameromancer. Ma la libertà che ci costruiamo ogni giorno va oltre ogni cinefra.
Fa un sacco strano leggere Mattia "Grayfox" Meraviglia, ma uno strano bello. È tipo da sempre che volevo scrivere qualcosa (di giochini ovviamente) e anzi più di qualche volta ho ricevuto proposte ma ho sempre risposto "No, non sono capace... Son più bravo a parlare"
Poi qualche mese fa ho ascoltato un discorso di Kenobit sul diritto di fare schifo ma facendo quel che ti piace. (Sintesi eh)
E dopo ormai del tempo, credo sia passato
ben più di un anno a dire il vero, sui canali di Gameromancer m'è uscito così naturale, ho messo insieme quattro righe in una veloce pausa pranzo mentre il cibo si raffreddava e le ho girate a Pietro. Senza pensarci troppo
Per me significa aver fatto un passo avanti in un ambito dove mi ero sempre visto immobile e scusate se non è poco