Se non ti leak le dita godi solo a metà
Leggasi: se pensi che i leak "rovinino un momento di aggregazione per i giocatori" andresti percossə con una copia de Il Plusvalore di Marx
Ah, il tempo delle melee. Quello delle botte adolescenziali, degli 1vs1 senza quickscope ma nei panni di Blanka e di Jin Kazama, delle mazzate pure fuori dal picchiaduro che poi hanno portato a quella ficata pazzesca di nome Sifu. Oggi le botte in quanto botte sono in flessione, e si fa una fatica boia a spiegare alla gente che in Skyrim il corpo a corpo fa schifo al cazzo perché Skyrim è diventata la norma e quindi la norma non prevede feedback. Però la viulenza resiste, un reboot di Mortal Kombat alla volta. E a volte ti ritrovi pure a giocare tutto il giochino dei russi (al secolo Atomic Heart) perché le botte si danno un gran bene, per quanto in un contesto dove tutto il resto lascia a desiderare.
E a proposito di tempo delle melee non hai idea di quanta voglia abbia avuto de menà eminenze critiche varie in questi giorni. Il Casus Alberto Belli è Rockstar che a seguito di un leak del trailer di GTA VI ne anticipa la pubblicazione in rete. Da lì sostanzialmente quasi nessunə c’ha capito un cazzo e ci siamo parlati addosso facendo duemila discorsi diversi, qualcuno pure con delle premesse anche legittime, ma esposti a cazzo di cane in una gara a chi si busca più likes.
Prima di parlarne però questa volta si torna al formulario classico: anticipo dei post, palinsesto e spammini. Visto che questa è pure la settimana degli Indiependenza Awards.
Veder nominato Cyberpunk 2077 ai TGA è stato comico, vederlo vincere un premio è stato tragico.
Di Richard “Amaterasu” Sintoni
Già vederlo candidato come "best ongoing" faceva sorridere, perché effettivamente chi nominare se non un gioco che ha fatto passare otto anni tra il primo annuncio e l'effettivo lancio per il premio sulla continuità, ma si sorrideva per non piangere.
Fa pure più sbellicare se pensiamo che la continuità non ce l'ha avuta manco post lancio, che come record ha registrato il fatto di essere l'unico gioco a dover venir rimosso dagli store digitali per quanto faceva cagare, nonostante ci sia chi afferma che "non era poi così male".
Ma vederlo alzare un premio al Geoffoni Festival davvero fa male. Fa male al culo per quanto stanno cercando di prendercelo.
È tutto l'anno che si cerca di redimere una roba criminale che è costato in primis la salute dellə lavoratorə di CDPR, in secundis la loro faccia ed infine una sonora presa per il culo a noi che abbiamo calato i soldi. E porco cazzo se ha funzionato 'sto cinema fatto di pianti e banfate, senza mai un mezzo "è stata colpa nostra, ci dispiace".
E sapete qual'è la cosa più buffa? Che 'ste stronzate hanno funzionato.
Perché si sa, noi giocatorə abbiamo la memoria corta e le fette di salame sugli occhi. Altrimenti sapremmo riconoscere un redempion arc dal revisionismo storico.
Degli scacchi mi frega un cazzo. E allora perché sto amando Shotgun King?
Di Pietro “Phatejoker” Iacullo
La premessa del gioco è semplice. Sei il Re nero, e siccome hai fatto cacare quanto un Vittorio Emanuele III qualunque tutti gli altri pezzi neri ti hanno abbandonato. Ti è rimasto solo un fucile a pompa, e hai intenzione di usarlo per sfogare tutta la tua frustrazione sui pezzi bianchi.
Shotgun King è like scacchi with guns: le regole sono quelle, ma invece di mangiare i pezzi devi spararagli.
È un roguelike puro, per cui se perdi ricominci da zero e tutti i power up che arrivano completata una scacchiera sono casuali. Tra l'altro arrivano sempre con un malus, per cui alla fine di ogni livello devi scegliere anche come peggiorerà la tua esperienza di gioco. Alcuni twist sono veramente fuori di testa, del tipo: se raggiungi questa casella puoi scegliere tra tre effetti distruttivi, ma le regine diventano invulnerabili.
Ci sono finito sotto nonostante i difetti. E nonostante il filtro CRT da nostalgici di merda (che per fortuna si può disattivare).
A volte la pseudo-casualità ti mette in delle situazioni impossibili, ma l'idea che ad ogni turno si abbiano a disposizione due "scudi" (e quindi si possa provare a muovere in una casella sotto scacco venendo avvisati) e tutte le varie combinazioni di bonus e malus ti portano a ignorare questo difetto e ad andare avanti ancora e ancora.
Poi oh, costa tipo meno di un litro di benza, per cui...
L’AVVENTO COL ROLEX™!
Anche quest’anno stiamo andando avanti con questa cafonata de l’Avvento col Rolex™ su Patreon. In pratica ogni giorno apriamo una casellina e dentro c’è un podcastino. Di base per ascoltare devi pagà, ma quest’anno se il giorno prima qualcuno si è iscritto alla newsletter allora l’episodio è free to listen.
Per qualche motivo ‘sta cosa sta funzionando discretamente bene, e al momento quasi tutte le puntate sono on air per tuttə. Ne voglio segnalare due in particolare, perché per motivi diversi sono degne di un orecchio.
La prima è la numero 5, ad opera di Jacopo “GarageGamer” Esposito. Si chiama “il mio amico Garl”, e usa Sea of Stars come seduta dallo psicologo. Se segui davvero Gameromancer, sai che è questa la vera cifra stilistica del progetto, molto più delle bestemmie, delle parolacce e della satira insolente.
La seconda è la numero 8. Questa è più ovviamente una cosa “alla Gameromancer”, nel senso che assomiglia molto ad un episodio indiegestione del podcast dove si parla di giochini indie (e simil-indie). È firmata da Davide “Celens” Celentano, che è Gameromancer da ormai tre anni forse quattro ma fa un lavoro più ombra, occupandosi tendenzialmente di scrivere i copy per i social. Qua nella newsletter ha trovato spazio varie volte, ma fuori molto meno. Doveroso darglielo, visto che poi il Rolex™ è chiavabilissimo.
A volte per riviversi un gioco non serve prendere il pad, bisogna lasciarlo a qualcun'altrə.
Di Richard “Amaterasu” Sintoni
Consigliare un giochino è una responsabilità della madonna, ma che bello è mettersi comodə e guardare le partite altrui del nostro gioco del cuore, e rivivere quell'avventura che ci ha emozionato o straziato attraverso i loro occhi.
Certo, ogni tanto dobbiamo morderci la lingua per evitare spoiler, e se ci vengono chiesti consigli dobbiamo restare sul vago perché non vogliamo risultare saccenti o rovinar l'esperienza altrui. A volte magari incazzandoci pure perché chi sta giocando non vede un passaggio che a noi è sembrato così ovvio, o fa qualcosa che ci sembra veramente stupido.
Ma che soddisfazione è veder qualcunə emozionarsi mentre percorre quei passi che noi abbiamo già affrontato, sorridere nei momenti che ci hanno dato gioia e dispiacersi in quelli che ci hanno dato dolore. Rivederci da fuori in una qualche misura, rivivendo un viaggio attraverso lo sguardo altrui.
Se poi durante i titoli di coda questə qualcunə ti dice pure "grazie", allora vuol dire che hai fatto centro.
E saper di aver consigliato bene magari aggiusta pure una giornata di merda.
PALINSESTO (SAN GIOVANNI) DELLA SETTIMANA
La settimana scorsa era la settimana dei TGA. Questa invece è quella di Indiependenza, terza edizione del premio dedicato al mondo dei giochini indie usciti durante l’anno. Dove per “indie” intendiamo una cosa abbastanza arbitraria che quest’anno s’è deciso di interpretare (tendenzialmente come l’anno scorso) con “non di Devolver e Annapurna”. Può essere debatable, però come al solito ricordo una cosa: è una cazzo di farsa. I premi non esistono. L’evento non ha nessuna rilevanza. Tutto ‘sto circo è solo un pretesto per parlare di roba che altrove viene cacata molto di meno.
La novità di quest’anno è che DungeonDice.it ha messo a disposizione 10 Deck of Ideas da droppare durante la live. Non è una sponsorizzata che abbiamo cercato o preparato, è piovuta dal cielo, e dal cielo pioveranno i mazzi per chi sta in chat.
Ergo, save the date per mercoledì 13 dalle 21:30. Ci saranno dei reminder molesti nei prossimi giorni sui social. Dove intanto trovi già i candidati al Sapore Littorio Award (cioè il premio per il miglior gioco indie italiano).
Spammini Tattici Nuclerari™
Dopo due settimane di assenza (la prima per motivi editoriali e la seconda per motivi di spazio perché sì, le email hanno una dimensione massima e coi giochini di Games Week l’avevam raggiunta) eccoci di nuovo a spammare cose.
Ho ancora un po’ il cazzo girato con Damaso Scibetta perché tre newsletter fa ha tirato fuori un casino senza senso perché non si era spammato un pezzo di Frequenza Critica che parla di depre. Ora, io la depre la conosco solo per procura: sono troppo stupido per soffrirne io stesso, ma quella che forse è la persona più vicina a me nella vita ci combatte tutti i giorni. E quello che succede a lui succede anche a me. Quindi spammo molto volentieri un pezzo che non è stato inserito prima semplicemente per esigenze che non hanno un cazzo a che fare coi circolini.
Damà, se stai leggendo, la prossima volta chiedi. Se non sei Damaso e hai roba che vuoi che venga spammata, uguale, chiedi. A meno che non si proponga monnezza non si dice mai di no.
Wild Hearts Sometimes Die
Leggi il pezzo di Lorenzo “Dyni” Sarno. Occhio, spoilera Sayonara Wild Hearts e Citizen Sleeper. Ed è roba emotivamente pesa.
Recupera su Frequenza Critica →
L'Italia su Steam, Metacritic e siti specializzati
Se ci segui da un po’ probabilmente questo pezzo non ti dirà nulla di nuovo, ma Marco Calcaterra si è messo a fare un po’ di domande e analisi di dati sulle cose che quando le dico io non hanno credibilità. Vale bene un click.
Nonostante sia su Outcast →
Una serata tranquilla
Amaterasu ha fatto una cosa molto nel DNA di Gameromancer: prendere qualcosa, transarla sul piano dei giochini e usare l’esercizio per far vedere come quel qualcosa sia tossico. Se qualcunə, partner o amicə che sia, controlla cazzo fai online, scappa.
Evadi sul Sacro Blog™ →
Manga Shojo: che fine hanno fatto?
Un paio di settimane fa Alessandra “Yachan” Stefanelli ha debuttato on air. La stronza ha deciso di farlo non su Gameromancer che ormai è casa sua, ma ha preferito esportare lo #Shojogate altrove.
Però la perdoniamo, visto che è Japan Wildlife di StayNerd →
Cosa spinge Spider-Man a lottare?
I ragazzi di Level Art sono gente in gamba. Era una settimanella che volevo spammare questo video, oggi finalmente lo spazio c’è. Daje.
L’invito è sempre il solito: non essere come Damaso se hai qualcosa che ritieni sia il caso di vedere in questo spazio, diccelo. Sul gruppone Telegram Join The Rebellion c’è un topic completamente dedicato agli spammini.
Grand Leak Auto VI
Rockstar ci ha messo due secondi netti a decidere di mettercela in culo e pubblicare il trailer di GTA VI sei ore prima di quanto ci aveva promesso. Possiamo giustificare la mossa in ogni modo possibile, ma la ratio dietro è stata di natura economica: dopo il leak, aspettare sei ore voleva dire perdere soldi.
Se smetto di digitare quasi posso sentirti dire “è il libero mercato, baby” e prendere le parti di chi a quanto dici in realtà ti avrebbe fatto un torto, perché ti ha impedito di guardare il trailer assieme agli amici tuoi. Se volevi davvero un momento di aggregazione, beh, sarebbe bastato non cliccare su quel cazzo di leak, esattamente come dribbli tutti gli spoiler dell’ultimo film della Marvel quando non riesci ad andare in sala al day one. E magari l’hai fatto, ma poi quando è uscito il trailer hai pigiato su Play fottendotene di qualsivoglia discorso comunitario.
La domanda che dovresti porti è: quanto è sano che siano le aziende a decidere per noi quali sono i nostri momenti di aggregazione?
Non sussiste nessun danno di immagine se qualche ora prima circola un trailer in 720p invece che in 4K. Se ci fosse davvero le aziende, sicuro come il fatto che il prossimo gioco di Pokémon sarà una merda:
Spenderebbero un sacco di soldi in sicurezza informatica. Formando ogni strafottutissimo dipendente a non lasciare i post-it con la password appiccicati sul monitor e menate di questo tipo;
Appenderebbero in sala mensa la persona da cui il leak è originato. Perché un responsabile c’è sempre, fosse anche solo chi si occupa della sicurezza informatica (vedi sopra);
Manderebbero le squadracce a prendere lə leaker. Nintendo l’anno scorso s’è inculata con la sabbia un tizio che moddava Nintendo Switch dietro pagamento, imponendogli tramite avvocati di versare tipo il 30% dei suoi stipendi futuri A VITA (non sto scherzando). Ti pare che stian lì a cacarsi addosso inermi?
Lascia perdere quello che sta dicendo lə tuə influencer preferitə. Lo sta dicendo perché per ləi il trailer di GTA VI era un evento e di conseguenza un modo facile-facile di organizzare una live dove fare quello che è il suo lavoro: spettacolo. Pre-show, hype train, e tutte quelle menate lì che anche nel suo caso si traducono in soldi. Non è un danno economico enorme, ma parliamo di partite iva e liberə professionistə. Diciamo che la notte dormi più tranquillə, se hai portato a casa la giornata con il trailer-evento di GTA. Dare addosso a chi fa informazione è una supercazzola: nel momento in cui il trailer è lì fuori la vicenda è ampiamente notiziabile, non farlo (a meno che non si abbia una linea editoriale al 100% contraria e priva di leak e rumor e di stipendi per chi scrive ah no questo è effettivamente vero) andrebbe contro quel poco di deontologia professionale che è rimasta nel settore.
Ma soprattutto, argomentare la critica contro il leak mettendo di mezzo lə poverə dipendenti che sono lə unicə a rimetterci è da mani in faccia. Ho visto tweet di Creator che definivano Jason Schreier una merda egoista. Peccato lo si stia dicendo dell’unica persona che si occupa dello stato di salute dei lavoratori, parla di crunch e altri abusi su Bloomberg e abbia pure pubblicato non uno ma due di libri sull’argomento. Te dov’eri quando CD Projekt Red imponeva turni di 12 ore, in live col Community Manager a farti dire che il gioco girava sorprendentemente bene su PS4?
Peraltro a poche ore dal leak di GTA VI scadeva l’embargo sulle recensioni di A Highland Song di Inkle. Il dibattito ovviamente è stato fagocitato da GTA.
Com’è che di Inkle non te ne frega un cazzo? Rispondo io per te, tranquillə: perché a parlare di Inkle non ci guadagni una SEGA.
Lascia perdere anche quello che sta dicendo l’industria stessa. È logico che si plauda alla mossa di Rockstar: pubblicando il trailer in anticipo ha ripreso il controllo della comunicazione, dal punto di vista aziendale è la mossa corretta. Ma per quale motivo dovremmo decidere cos’è giusto e cos’è sbagliato usando come parametro cosa è meglio per le aziende? Soprattutto se l’oggetto del contentendere è una questione sociale (gli spazi di aggregazione) che riguarda noi. Non mi risultano bonifici da parte di Rockstar sul mio conto corrente. Non vedo perché dovrei prendere le loro parti, tanto più che si parla di gente che si è potuta permettere di stanziare qualche miliardo per lo sviluppo di GTA VI.
Il punto di tutto il discorso è questo: se decidiamo come collettività che sta agli executive dirci quando essere felici e quando aggregarci gli executive hanno vinto. Diventiamo semplicemente pedine da muovere su un foglio per far alzare il valore delle azioni, un popolo bue perfetto da bombardare di advertising più o meno palesi e a cui si può far credere di tutto, pure che Cyberpunk 2077 in fondo sia sempre stato un gran videogioco e meriti un premio. Mi rendo conto che scrivere queste parole a qualche giorno dai TGA, che di tutto questo fenomeno sono la massima emanazione, è combattere una causa persa. Mi rendo anche conto che mai come oggi sia doveroso che noi come community videogiocante ci si riappropri degli spazi del videogioco, in modo che i ritmi non siano più sanciti dallo sponsor o dalla major che ha pagato perché venga trasmesso il trailer esattamente a quell’ora e in culo a chi sta sul palco fino al secondo prima.
Il Plusvalore nel videogioco siamo noi. Perché alla fine il potere vero come lo intende il capitale, quello d’acquisto, esce dalle nostre tasche.
E allora è il momento di fare in modo che venga direzionato dalla nostra volontà.
Nel nostro piccolo, noi ci si prova. C’è un motivo per cui non sono stati portati su Twitch i The Game Awards e ci si sta sbattendo perché mercoledì sia la nostra giornata dell’Indiependenza. C’è un motivo per cui la Milan Games Week di cui si parlava settimana scorsa ha ancora un valore, ed è proprio quello di essere una scusa come un’altra per incontrare gente IRL. Si tratti di sviluppatorə o di persone che per qualche motivo credono nella nostra ribellione.
Quello che puoi fare tu è molto semplice. Riprenditi i tuoi cazzo di spazi. Amaterasu qui sopra diceva una cosa molto importante: il vero momento di aggregazione dettato dal videogioco è giocare assieme. Non necessariamente in multiplayer, non necessariamente nello stesso momento. L’estate scorsa abbiamo giocato a livello di community Outer Wilds. C’abbiamo fatto un sacco di contenuti. Li abbiamo letti, scritti, registrati e streammati. Tuttə assieme, chi aveva già giocato e chi no, chi faceva il contenuto e chi lo stava ricevendo. È stato un momento bellissimo. Ne voglio vivere tanti altri. Per farlo, ho bisogno anche di te.