Questa settimana arriviamo un po’ in modalità Trenitalia a parlare di nu’ burdell scoppiato in realtà sul finire di giugno. Però la cosa bella del potenziale divulgativo delle cose è che non invecchia alla stessa velocità con cui invecchiano le notizie, e quindi ha senso parlare di The Alters pure con un paio di settimanelle di lag.
Prima di lasciare la parola al capostazione Richard “TAV” Sintoni c’è come ogni settimana anche il podcastino da reclamizzare. E questo è veramente imperdibile…
[podcast] DOOM Perignon: una Ribolla di Palle sugli sparatutto
Nella lontana Pasquetta 2021 un certo virus la cui esistenza viene negata da qualche vicedirettore irresponsabile di portali di giochini ci aveva costretti a casa. Pasquetta cade ogni anno di lunedì. Come le puntate di Gameromancer. E allora l’idea malsana era stata quella di registrare una puntata mentre ci si ubriacava da pubblicare al posto della grigliata del dopo-Pasqua.
Nella lunga estate pazzissima del podcast videoludicamente scorretto, abbiamo deciso di darci alla sperimentazione. E quindi Ribolla di Palle torna: stappa la tua bottiglia migliore di DOOM Perignon e assecondaci in questa follia.
[segamentale] Titolo placeholder da sostituire con un titolo meno placeholder fregato a ChatGPT
di Richard “Amaterasu” Sintoni
The Alters, il giochino survival sviluppato da 11 Bit Studios è uscito qualche giorno fa. Quello che però aleggia attorno allo sviluppo dello stesso fa un po’ fatica ad uscire allo scoperto, perciò tocca a noi scriverci qualcosa perché certe merdate non finiscano ignorate e dimenticate come polvere sotto al tappeto.
Qualche settimana fa sotto The Alters è scoppiata una bomba: alcunə fans hanno trovato nel gioco elementi che senza ombra di dubbio indicavano l’utilizzo di AI in fase di sviluppo e localizzazione, tra i quali pure interi prompt che non erano stati sistemati prima della pubblicazione.
Ora, l’utilizzo di AI in fase di sviluppo non è poi raro, specie di questi tempi. Può essere immorale o far girare i coglioni, ma non c’è scritto da nessuna parte che non sia uno strumento da utilizzare. Quello che è tremendamente sbagliato è non segnalarlo nella pagina di Steam del proprio giochino.
Da gennaio 2024 infatti Steam pretende che qualunque gioco utilizzi AI di qualsiasi tipo per il coding, per la musica eccetera eccetera lo segnali, e questo è scritto proprio nello Steam Distribution Agreement. 11 Bit Studios di tutto questo se n’è sciacquata i coglioni fino a che non sono stati sgamatə con le mani nella marmellata.
A seguito della scoperta del merdone lo studio ha rilasciato un comunicato con il quale ha cercato di minimizzare la cosa, dichiarando che questa era stata utilizzata in modo molto “soft” e marginale e che comunque tutti gli elementi generati con la AI sarebbero stati poi rimossi quando “avrebbero avuto la fresca per realizzarli di loro mano”.
Insomma lə stronzə siamo noi, donne e uomini di poca fede che continuano a urlare al lupo al lupo quando “hey ma bastava chiedere”.
Questo però non toglie nemmeno mezza tacca al problema originale. Anche prendendo per buona la cazzata della AI placeholder che verrà poi rimossa (alla quale ci si crede zero per quello che mi riguarda), il grosso problema era che sta roba non era segnalata da nessuna parte e anzi, non fosse stato per dei grossolani errori tipo lasciare i prompt di comando nei dialoghi del gioco in lingua originale o nelle parti tradotte col culo in altre lingue sta roba rischiava di non venire a galla, de facto portando di nuovo a galla i problemi etici riguardanti al “ma a chi cazzo stiamo dando i nostri soldi quando compriamo un gioco?”
Se la stronza britannica le sue donazioni alle associazioni femministe trans-escludenti le avesse fatte sotto uno pseudonimo senza che si sapesse fosse lei in quantə avrebbero comprato Hogwarts-coso senza porsi troppi pensieri? In quantə magari avremmo continuato a comprare prodotti brandizzati HarriPottè senza farci alcun tipo di problema?
Grazie al cielo ‘sta gente va fiera di essere stronza, così qualche dubbio ce lo leviamo sin da subito.
Ma perché dovrebbe tiziə qualunque decidere di evitare qualunque roba creata con le AI?
Beh, in primis c’è la motivazione “populista” ma non troppo: ovvero che ci arrubbano il lavoro. Giusto non troppo tempo fa Microsoft ha silurato 9000 posti di lavoro per risanare il bilancio delle spese pazze degli ultimi anni e beh, chissà quanti di quei posti di lavoro sono già stati occupati da una AI.
Per di più con la beffa oltre il danno, visto che Matt Turnbull, direttore esecutivo degli Xbox Games Studios, ha avuto pure la faccia di merda di consigliare allə dipendenti colpitə dai licenziamenti di Microsoft di rivolgersi a strumenti come ChatGPT e Copilot per ricevere supporto emotivo e nella ricerca di un nuovo impiego. Una roba che sembra davvero uscita dal villain del peggior B-movie che si possa ricordare e che invece è stata detta da uno degli uomini di rilievo di un’azienda multimilionaria.
La seconda è che beh, costano molto meno di unə lavoratorə a discapito di un impatto ambientale mostruoso e che presto o tardi ci tornerà in culo alla velocità di mille soli, ma che sembra si stia ignorando per evitarci il problema.
Il rischio è che per l’ennesima volta si sacrifichi l’umanità in nome della comodità e del denaro, che non finirà in tasca della gente comune ma in quelle dei solitə capoccia che per spenderli faranno cose folli, tipo affittare tutta Venezia per il proprio grosso, grasso e opulento matrimonio dalle mille e una gondola. Col benestare di chi difende la mano dei padroni al suono di commenti tipo “invidiosooooooo” o “lui si che si è fatto da solo, che spenda i soldi come meglio vuole”.
E mi fermo prima di tirare in ballo i commenti di Daniela Santanchè su questa storia perché già c’ho il mal di pancia e vorrei evitare conseguenze peggiori.
Comunque ‘sta storia di Microsoft, AI e compagnia bella qualcosa ce lo lascia, ovvero che per mezzo successo che viene raggiunto da una parte si fanno giganteschi passi indietro dall’altra.
Non so se te lo ricordi, ma qualche settimana fa eravamo lì a stappare per i successi raggiunti dal sindacato SAG-AFTRA che, dopo 18 mesi di scioperi, era riuscito a strappare un accordo per tutelare lə oltre 116.000 artistə che ne fanno parte tra le altre cose pure dall’utilizzo selvaggio delle AI, fornendo loro un “guardrail” contro l’utilizzo inappropriato delle loro voci. Questi accordi erano stati firmati dalle varie Activision, Electronic Arts, Epic Games, Insomniac e pure Warner Bros.
Peccato che al capitalismo becero non freghi un cazzo di queste cose. Che finché non le firmano dei diritti dellə lavoratorə se ne possono sciacquare i coglioni.
Altre storie che ci hanno fatto girare gli ingranaggi
— grafica post 1 —
Ubisoft vuole che distruggi le TUE copie dei SUOI giochi.
di Richard “Lapins crétins” Sintoni
Hai presente la tua copia di The Crew buttata lì a prendere polvere? Ecco, pensa che per Ubisoft avresti dovuto distruggerla.
Mentre noi stiamo qui a rompere il cazzo a chiunque per firmare la petizione di Stop Killing Games (e se non lo hai ancora fatto dovresti correre a farlo) Ubisoft ha aggiornato l'EULA per i suoi giochini, indicando che se il supporto di uno di questi giunge a termine l'utente finale deve disinstallarlo.
Insomma, un po' come il trattamento P.T. Con la differenza che non ce le vedo delle PS5 vendute a 5mila dollari su eBay solo perché c'hanno Anthem installato sopra.
E fa un sacco ridere come sta cosa venga fuori proprio nel periodo storico dove il termine "preservazione del videogioco" viene preso e stracciato male in favore della "ricommercializzazione" e del Dio Denaro, spacciando remake e remastered come opere di carità per fare sì che certi giochi non finiscano nel dimenticatoio.
Quando per farli sopravvivere basterebbe davvero "preservarli" distribuendone i codici sorgente o quantomeno tutelarli.
Mo' Stop Killing Games ha già raggiunto il milione di firme, tante gliene bastavano per fare sì che la cosa venga discussa in parlamento europeo. Però visto il periodo se non hai ancora firmato è il caso che tu lo faccia.
Puoi firmare pure da mobile, ti basta la carta d'identità. Sto giro niente scuse del weekend al mare per non recarsi alle urne a firmare il referendum.
— grafica post 2 —
Non si doppiano più i videogiochi in italiano perché in Italia non li compriamo.
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
Ok, qualcuno in realtà lo compriamo ancora. EA FC vende chiaramente le madonne ogni anno, e in quanto repubblica fondata sulla PlayStation anche la roba Sony tendenzialmente viene localizzata. Ma fuori da questi casi specifici non ha senso spendere dei soldi per far doppiare il tuo giochino in una lingua parlata da solo 70 milioni di persone e per un Paese dove secondo le stime di IIDEA ci sono solo 14 milioni di giocatori (di cui il 74% su mobile).
Sai quali sono stati i tre giochi più venduti dell’anno scorso? EA FC 25, EA FC 24 e GTA V.
Quante copie pensi possa aver venduto GTA V l’anno scorso, considerando che è in commercio dal 2013? Ecco. Se perfino un gioco che ormai ha comprato pure tua madre vende più di fenomeni come Hogwarts Legacy o del giochino di Dragon Ball evento uscito poco dopo che è schiattato Toriyama capisci da te che siamo un mercato assolutamente del cazzo per chi deve investire dei soldi.
La prossima volta che speri di convincere uno sviluppatore a investire nel doppiaggio di quel gioco che vorresti tanto giocare ma non c’hai cazzi di leggere i sottotitoli, rifletti su queste statistiche per due secondi.
Perché boicottando è più probabile che spariscano anche quei sottotitoli.
— grafica post 3 —
Rocket League è esattamente come la vita reale.
di Andrea “è scriptato” Scibetta
Un gioco in cui le macchinine incontrano il calcio. Semplice ma con una curva di apprendimento pressoché infinita.
Su internet è pieno zeppo di tutorial per imparare le skill dei pro player. Video che ti spiegano i dribbling aerei, pinch impossibili, tecniche di kickoff per segnare in battuta, flip reset, ceiling shot e compagnia bella.
Ce ne fosse uno che ti spiega tipo come stare in campo senza inseguire il pallone come una scimmia.
E quindi ci si ritrova in partite competitive con gente che ha perso pomeriggi a imparare quel tiro impossibile cadendo a testa in giù dal soffitto, ma non ha idea di come dare il cambio al compagno per difendere in fase di non possesso.
Un po’ come parlare di empatia e inclusività sui social e poi mancare di regole base per stare al mondo, tipo che se ti offri di prendere l’auto una sera poi ti premuri di accompagnare la gente a casa e non lasciarla per strada.
Rocket League è come la vita: pieno di gente che non sa viverla.
Che fico! Ma dove trovo altra roba così?
Vieni a farti un giro sui nostri Instagram, Tiktok e YouTube. Ne esce quasi una al giorno, di queste stronzate, e anzi se ti senti generosə potresti addirittura cacciare fuori un po’ di soldini su Patreon. O quantomeno iscriverti gratuitamente alla pagina, visto che alcuni contenuti su questa falsariga li regaliamo solo a chi ci segue lì.
Perché farlo? Beh:
Come detto iscrivendoti gratuitamente circa una volta alla settimana (non sempre ma spesso) viene fuori un video breve pensato per convincerti a spendere dei soldi. Però è comunque content interessante;
Con 1€ adotti un DAMS a distanza e quindi puoi entrare nel gruppo Telegram riservato a chi esce i soldi. C’è un sacco di bella gente e io e Scibetta litighiamo dando spettacolo a gare di insulti da maschio tossico etero basic;
Con 5€ accedi alla nostra Gran Riserva di Gameromancer col Rolex™, dei mini-podcast che a volte non sono manco così mini dove parliamo di tantissime cose. Al momento ce ne sono 218, e puoi attivare anche la trial gratuita di una settimana per sentirli a scrocco;
Con 10€ puoi sentire (e vedere) la versione uncut della puntata del podcast del lunedì. Nessuna censura, e avvisi di garanzia a pioggia per noi.
[spammini] Ctrl+Alt+Me
ormai è un habitué della sezione spammini, però questa era impossibile non condividerla. Perché Cristo non parliamo così dei giochini?Gameromancer è stato ed è tante cose diverse. Cose che non necessariamente vanno d’accordo, perché la riflessione intima sulle tue fragilità analizzate attraverso i giochini non si sposa benissimo con il tone of voice molesto di altri contenuti dove si va a cercare di dar fastidio. Lo stesso utilizzo della parola “giochini” spesso fa triggerare un sacco chi fruisce un contenuto di Gameromancer.
A me piace così. Mi rendo conto che sia un limite e che sia probabilmente il motivo principale per cui ‘sta roba non crescerà mai al di sopra di una certa dimensione (cioè, il motivo principale tolto il fatto che non succhiamo i cazzi di nessuno). Ma ho bisogno che sia così perché io per primo sono una persona con tanti cappelli.
La prossima settimana io e Alteri ne abbiamo cucito addirittura un altro per Gameromancer: se sei curiosə di sapere cosa succederebbe applicando l’idea di narrazione inaffidabile ai videogiochi, non perderti la puntata di lunedì prossimo.
Spoiler: no, non succederebbe SpaccioGames, abbiamo fatto una roba fica.
Ah, e già che ci siamo questa settimana rilancio dicendo che mercoledì tornerà pure Dissidenza Critica. Questa volta quello vero, con uno Scibetta introspettivo come non lo si vedeva da quella volta che ha rosicato malissimo perché gli ho detto “so già che non ti devo contare per i podcast estivi visto che sarai sempre al mare”.
E adesso come alla fine di ogni puntata del podcast, andate a fare in culo. Ciao.
North Yankton, 2004: Nella cittadina di Ludendörff , Michael Townley e Brad Snider effettuano una rapina presso una tipografia della zona, ma le cose non vanno come previsto; durante la fuga, Michael e Bradley vengono uccisi da un errore di battitura, mentre Pulciaro scompare nella nebbia inseguìto dalla polizia.
Sapete qual è il dilemma più grande di The Alters per me? È che non puoi condannare del tutto gli sviluppatori per averla usata.
Così come non posso condannare Sandfall.
La cosa che mi dispiace è il fatto di voler nascondere la cosa, anche perché è una forma di poco rispetto verso il pubblico: è credere che i propri acquirenti siano deficienti e credere che non siano capaci a cogliere la differenza.
La cosa che inquieta è che prima o poi non ci accorgeremo di essere davanti all'intelligenza artificiale, dunque le aziende faranno il cazzo che gli pare se non ci diamo una mossa per regolamentare la cosa.
Al solito, grazie mille per le belle parole ❤️