Quella con il titolo copiato da Friends che non è un episodio di Joypad
Udite udite, non sono più i fottuti anni '90. Si intuiva dal fatto che non puoi più fumare nei ristoranti durante una gravidanza per abortire nelle regioni col 70% di obiettorə di coscienza.
È di nuovo quel periodo del mese in cui abbiamo giocato abbastanza giochini piccini indie e allora ci scappa il cestone. Cestone al retrogusto caffè indieonesiano, perché il pezzo grosso del lotto è A Space for the Unbound. Che è sviluppato a Voghera, ma che cazzo di gioco di parole puoi fare con “indie” e “Voghera”? (No, è indonesiano ovviamente. Duh). Gli altri giochini di cui abbiamo parlato, in rigoroso ordine a cazzo de cane, sono:
9 Years of Shadows;
Vernal Edge;
Lunark;
Figment 2;
The Last Spell;
Have a nice Death – che non è indie, lo ha pubblicato Gearbox, lo specifichiamo pure in puntata, don’t scass the cazz;
Dredge;
I cestoni indie™ sono un appuntamento a cadenza pseudo-mensile che registriamo ogni tot puntate non appena c’è un numero di giochini sufficientemente fichi sufficiente a parlarne per un’oretta. Con sufficienza, giusto per mandare in para Pietro Riparbelli che fa la revisione di ‘sta cosa prima che vi arrivi via email e non sa mai se gli errori di grammatica sono voluti o è cifra stilistica. Conta come ringraziamento videoludicamente scorretto? Boh. Tanto ‘sto stronzo ormai il Patreon l’ha pagato anche per aprile…
Non si può nemmeno più guardare Friends, signora mia.
Di Pietro “Phatejoker” Iacullo
Peccato che Friends stia tranquillamente su Netflix. E allora esattamente di cosa cazzo stiamo parlando?
Ah, già, della solita propaganda di destra che se la prende con il politicamente corretto pure se legittimamente si fa notare che sono passati giusto quei vent'anni dall'ultimo episodio e certe cose non sono più socialmente accettabili.
Ma non certe cose tipo Joey che fa il provolone – se apri il fottuto Steam puoi comprarti ben due capitoli di Super Seducer e una tonnellata di giochini zozzi, incluso il date-sim per fare la dichiarazione dei redditi.
Cose tipo FUMARE IN VIDEO COME SE FOSSE UNA FICATA PAZZESCA.
Jennifer Aniston invoca la Cancel Culture dicendo che lo show così com'è stato fatto oggi non si potrebbe più fare. Noialtri invece di rispondere con un sonoro "grazie al cazzo" scateniamo il drama.
La cosa paradossale è che lo stesso Friends è stato veicolo di questo cambiamento.
Nello stesso Friends troviamo cose "politicamente corrette" come coppie omosessuali e madri surrogate. Poi è chiaro, negli anni la sensibilità di una società cambia e si diventa più consapevoli. Meno goffi nel toccare certe tematiche. È normale ridere oggi di Ross che si preoccupa per suo figlio cresciuto da due donne che gioca con le Barbie, imparato il concetto di eteronormatività nell'intrattenimento. All'epoca era la norma anche nei videogiochi, te li ricordi tutti quei tie-in "per femmine"?
Il discorso è sempre il solito. Magari Iddio ci cancellassero l'intrattenimento che abbiamo avuto in passato.
Perché di quell'intrattenimento non abbiamo mai capito un cazzo. E non perdiamo occasione di dimostrarlo.
Ma voi in quanto consumatorə vi sentite rispettatə dalle aziende che lavorano coi videogiochi?
Di Davide “Celens” Celentano
No, perchè io zero. Anzi, 9 su 10 mi sento proprio preso per il culo senza ritegno e senza remore.
Da tutti eh, capiamoci, nessuno escluso. Da chi ha avuto la faccia tosta di alzare i prezzi di console che manco si trovavano a chi promette esclusive bomba da 10 anni ma mi pare che siamo ancora qui ad aspettarle. Da chi "combatte la pirateria" di roba letteralmente più vecchia di me a chi banna i giochini dagli store perchè si caca sotto di Xi Jinping e se non sai di cosa sto parlando googla "Devotion" e fatti due risate.
E sì, già vi sento rispondermi che queste lamentele sterili non servono a niente perchè "earners gonna earn".
Ma il punto è: se loro non rispettano me, perchè io dovrei rispettare loro? E, di conseguenza, se io non rispetto loro perchè dovrei rispettare quello che fanno, magari al punto da difenderlo a prescindere da ogni critica?
La verità è che noi siamo i primi a non avere rispetto per noi stessi, figuriamoci per le nostre passioni.
E se non iniziamo ad avercelo noi, di certo non potremo mai pretendere che ce l'abbiano gli altri.
Mi stavo domandando... (Final Feminism XVI)
Di Maura “Mewra” Saccà
Figa la brotherhood di Final Fantasy XV, eh. Chi se la scorda quella scena iniziale in cui Noc, Ignis, Prompto e Gladiolus spingono la macchina in panne mentre passa Stand by me nella soundtrack.
Chi se lo scorda il "a tutti i fan della saga di Final Fantasy" che mi ha fatto versare tutte le lacrime del mondo, dopo l'epopea durata più di 10 anni per fare uscire quel cazzo di nuovo capitolo della saga.
La fratellanza, il rapporto di amicizia tra uomini. Il sacrificio, la protezione, la rabbia, le emozioni – che poi a rigiocarlo con la consapevolezza di adesso sono sicura che qualche dinamica tossica la trovo, però vabè oh oggi poco femminista rompicoglioni.
Tutto figo eh, senza dubbio. Ma davvero in FF XVI dobbiamo rivedere la stessa cosa?
Non fraintendetemi, se riuscissero davvero a mostrare cosa significa avere un rapporto tra uomini che non sconfini nella tossicità e nel cameratismo ci sta tutto. Abbiamo sempre bisogno di personaggi del genere nei videogiochi.
Ma è Square Enix raga... Nel senso... Quelli che hanno scritto il personaggio di Frey – donna NERA – senza avere donne nere nel team. Di che stiamo parlando?
Però mi domandavo, come mai di nuovo 4 uomini? Cazzo, io vorrei un Final Fantasy in cui le donne non sono gli interessi amorosi dei protagonisti. Mi manca. Mi manca Lightning, mi manca Terra. E chissà ancora quanto dovrò aspettare per avere un Final Fantasy X-2 fatto bene.
Speriamo arrivi presto. Speriamo arrivi presto il giorno in cui le protagoniste di Final Fantasy saranno 4 donne.
Perché PD io non mi voglio accontentare di Forspoken e le Tantas. Proprio non mi basta.
Questa settimana il Maurarcato torna col botto. E con le botte. Perché si parla di questa community LGBTQ+ che all’acronimo dovrebbe aggiungere altre due lettere, cioè “P” e “D”. Come Partito Democratico. Ma anche come P▯rco Di▯.
Se i potery forty non ci fanno fuori prima invece mercoledì facciamo una roba easy. Ti ricordi il format Ti Mangio in Faccia? Era un bel momento, la domenica a pranzo ci si metteva lì su Twitch e si parlava delle cose successe nei giochini durante la settimana. Solo che era la fottuta domenica a pranzo. E magari vorremmo farci un po’ di cazzi nostri visto che è uno dei due giorni dove il capitalismo non rompe i coglioni. Però detto questo il format era fico e mercoledì proviamo a riproporlo in una non poi così inedita versione L(h)ate Show. Il sale continuiamo a portarlo noi, tranquillə.
Spammini Tattici Nucleari™
Damiano – non D’Agostino e manco quello dei Maneskin, quello che scrive di storia dei giochini in Italia. Damiano Gerli – ha scritto un pezzo su VG247 su quella volta che Super Mario ha rischiato di non essere un idraulico italo-americano di Brooklyn. Non male per uno che è stato silurato da una nota redazione italiana che paga cinque euri a feature;
Cos’hanno in comune Link e Monica Bellucci? Boh, so soltanto che Daniele Dolce a furia di frequentare Gameromancer sta diventando una persona male. E mai che ‘ste cose le scrivesse sul crowdsourcing del blog, figurati, lui è Mr. Frequenza Critica…
Io ormai è un paio di anni che non curo più direttamente I Love Videogames (per questioni di “devo fare i cazzo di podcast”, sostanzialmente). Rimane un pezzo di cuore. Nell’anno in cui il sito ne fa 10 è bello vedere che chi è rimastə ci crede un sacco, per cui eccoci a Donato Ronca che parla di Roguelike come bisogno sociale. Grazie, Dons;
Rassegna stanca (di leggere ‘sta merda)
Questa settimana voglio dedicare tutta questa sezione ad un singolo pezzo. Un singolo pezzo uscito su The Games Machine, rivista/sitino/progetto di giochini con cui collaboro da un annetto. E con cui collaborano pure Fra (che è il Videoarticolista Unico™) e Calzati. Insomma, sto per creare uno degli incidenti diplomatici meno profittevoli di sempre, ma ne ho bisogno. Proprio perché TGM per me è una cosa importante.
Questo singolo pezzo è l’analisi tecnica di The Last of Us Parte 1 su PC di Paolo Besser.
Ora, lungi da me poter confutare le considerazioni tecniche che Besser fa nel pezzo. Non ho a disposizione né il gioco in versione PC né gli hardware su cui ha fatto le sue prove. Mi posso limitare al massimo a riportare che Digital Foundry – che per le analisi tecniche, spiace dirlo, è il punto di riferimento di tutta la scena del videogioco, tant’è che gli fanno presentare le Xbox – ha stroncato l’operazione definendolo “un porting deludente con enormi problemi da segnalare”.
Paolo Besser in tutto questo chiude la sua disamina dicendo “basta spegnere e riaccendere”.
Ma al di là di questo quello che trovo profondamente sbagliato è il tono lamentoso che emerge di prepotenza in diversi passaggi. Lo stesso tono lamentoso dell’epoca delle recensioni di Parte 1 su PS5, che lo spacciavano come il gioco più controverso di sempre cercando maldestramente di difendere i 9 e i 10 ad un gioco di 10 FOTTUTISSIMI ANNI FA rifatto per PS5 e venduto a prezzo pieno senza volerne analizzare i difetti emersi sulla lunga distanza.
Trovo offensivo il paragone con Cyberpunk 2077 e Baldo (memo: Besser è la stessa persona che a Baldo ha dato 8.6. Al lancio. Quando il gioco non partiva manco nelle build che NAPS Team usava per lo sviluppo). È puro revisionismo storico inventarsi che le “polemichette” su Baldo siano frutto di chi voleva disperatamente clicchini, della SEO, degli Illuminati. È puro negazionismo non ammettere che Cyberpunk 2077 è stata una delle più grandi truffe della storia del medium, negarlo ti identifica come No-Bug allo stesso modo di chi non crede nei vaccini è un No-Vax.
A me va benissimo che nell’esperienza di Besser basti riavviare e tuttappo’, che la cosa degli shader che caricano per due ore non sia un problema perché tanto che vuoi che sia per me che vengo dal Commodore 64. È esperienza personale, in quanto tale soggettiva. Non condivido, ma rispetto. Però se vieni a raccontarmi minchiate galattiche perché te rode er culo per i memini sulle texture caricate male e pretendi che ti prenda sul serio LOL CREDICI.
Sei un PC Master Race che gode perché è uscito il Crysis di questa generazione e sta spruzzando, sarebbe più onesta metterla in questi termini che provare a riabilitare Baldo e Cyberpunk.
Anche perchè spoiler: i problemi di Baldo e Cyberpunk non erano i bug, era soprattutto il Game Design. Ma non ho la pazienza di spiegarlo a chi evidentemente non vuole ascoltare.
Cazzo se avevo bisogno di sfogarmi su ‘sta cosa. Dovrei farlo più spesso. Ti sarò sembrato esagerato, ma purtroppo l’unico modo che conosco per amare è dare tutto me stesso. E i videogiochi li amo, perché prima di essere La Voce della Ribellione sono stato il webmaster e poi il Creative Director di i Love Videogames.
So che in fondo se sei qui anche tu ami i videogiochi. E anche tu avresti voluto bestemmiare Dio per le cose che in questa newsletter mi – anzi, ci – hanno fatto bestemmiare Dio. Se vorresti urlare ma non puoi, la voce la mette Gameromancer molto volentieri.
Abbiamo scelto l’infame ruolo di attivistə nei videogiochi. Ce ne assumiamo tutte le responsabilità, altrimenti non lo avremmo scelto. Non ti chiediamo di fare la stessa cosa, nella mia testa nessuno dovrebbe essere costretto a scegliere tra una vita felice e questa cazzo di causa che ogni giorno sembra sempre più persa. Però un like, un commento, una condivisione, quello che vuoi. È tutto gratis. E magari può fare la differenza in quelle brutte giornate dove arrivano cattiverie gratuite.
È gratis anche dirti grazie per essere arrivato fin qui. Per il supporto che hai già dimostrato, monetariamente o meno cambia poco. I soldi che entrano da Patreon e Twitch non sono importanti perché corrispondono ad una frazione della riserva aurea nazionale, ma in quanto gesto fungibile di supporto. Un abbraccio potenzialmente ha lo stesso valore. Fai conto che ti stia abbracciando, soprattutto se ne hai bisogno.
Mi sento sufficientemente ringraziato da queste parole un po' sufficienti condite da sufficiente presa per il culo!