La fregatura della PlayServazione
PlayStation vuole conservare 30 anni di videogioco. Bene, ma non benissimo...
Un paio di settimanelle fa alla GDC PlayStation ha flexato tutta fiera e orgogliosa il suo nuovo progetto di preservazione dei giochini. Come direbbe l’Ammiraglio Ackbar di Guerre Stellari, “è una ciappola”.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento però lo sai, devo advertizzarti il podcastino di questa settimana. Soprattutto perché è tornato il format di punta del podcast videoludicamente scorretto, ovvero il cestone indiegestione con i giochini piccini giocati nell’ultimo mese e spicci. E quindi…
[podcast] Indieavolati – i giochini indie degli ultimi mesi
I giochini piccini di cui s’è fatta indiegestione stavolta sono:
Ender Magnolia. Che è il sequel di Ender Lillies e apparentemente sistema diverse delle cosine che non funzionavano nel primo;
Everhood 2. Che è il sequel de La Grande Corsa dei Puffi e su cui il Boss Finale e Sieg Heilteri hanno delle opinioni un po’ discordanti, nonostante comunque sia garbato ragguardevolmente a tutti e due.
Ovviamente scherzavo, ed è il sequel di Everhood;Wanderstop. Che è il giochino di cui tutti hanno detto “è il sequel di The Stanley Parable” e invece cor cazzo, ma cor cazzo proprio. Ed è giustissimo così (questo peraltro Alteri l’ha giocato coi soldi del Patreon e manco ci ha scritto un rigo, complimenti);
Spilled!. 5€ per giocare un paio d’ore ad un cozy game sul ripulire i mari con una pixel art bellina. La pixel art bellina è un po’ il filo conduttore di tutto questo cestione indie;
Ale Abbey. Io con gli anni ho fatto pace con l’idea che non impazzisco per la birra e sono più tipo
da vinida Long Island, però questo gestionale (ancora in Accesso Anticipato) su dei monaci che devono diventare mastri birrai e fare un pacco di soldi non è male per nulla;Cataclismo. Per un Accesso Anticipato che parte, uno che finisce e fa uscire finalmente il giochino. Cataclismo è stata una delle hit dell’anno scorso, Alteri c’era finito sotto e adesso che hanno aggiunto pure il workshop e una madonna di cose è contento. Ha piazzato 250mila copie in una settimanella. Buttale via;
Keep Driving. Per la serie “guarda come il resto d’Europa fa i soldi mentre noi siamo qua a prenderci le letterine degli avvocati di Enotria”, è il gioco che mi ha fatto scoprire che in Svezia esistono effettivamente i Seven Eleven. Pensa te;
Abbiamo parlato anche velocemente di un giochino che puoi giocare da te, basta che cerchi “Fight Ur Demons” su itch.io e lo trovi. È una roba a cui sta lavorando Francesco “Dipi” Di Pietro con cui siamo amici e quindi in conflitto di interessi, però è bello bello e ci sto passando più tempo del lecito sopra.
[patreon] 20 minuti su Triple-I e Night in the Woods of Rogoredo
Nel pre-puntata dell’episodio 204 Fra e il Boss Finale hanno dedicato un bel po’ di tempo a Triple-I, parlandone sia dal punto di vista DAMS che entrando nei contenuti. E sciorinando una serie di nomi di roba che han messo in wishslist.
Per ascoltare questo contenuto devi cacciare fuori 10€, in quanto è riservato ai fidelissimi e alle fidelissime che hanno aderito alla tier “Avvisi di Garanzia”.
Per chi si accontenta del piano “Gameromancer col Rolex”, che costa quanto Spilled! (quindi 5€, due euro e mezzo a chiappa) Scibetta invece ha tirato fuori una roba su Night in the Woods su come gli faccia più paura vivere in periferia. O una roba del genere, che ne so io, mica pago quindi non ho ascoltato…
Al solito comunque si può contribuire anche sborsando 1€ ebbasta accedendo alla ricompensa migliore: l’accesso al gruppo riservato ai Patron dove ogni tanto viene pure cagato del contenuto esclusivo estremamente incriminante.
PlayStation vuole preservare i suoi giochi. Il che è un bene, ma non benissimo....
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
"Probabilmente rimarrà per sempre solo un servizio interno e i materiali non saranno pubblici. E in realtà non siamo noi a decidere cosa succederà. Noi preserviamo cose. Non decidiamo cosa succede a queste".
Qualche settimana fa, in occasione della GDC, Sony ha presentato agli addetti ai lavori PlayStation Studios Vault. L'idea è conservare 30 anni di storia di PlayStation in una miniera (letteralmente) piena di nastri che non contengono solo build e codici sorgenti, ma anche tutto il materiale prodotto durante lo sviluppo di un videogioco inclusi bozzetti, documenti e insomma, tutta quella roba che al DAMS chiamano "paratesti".
Nemmeno gli executive dell'azienda potranno accedere come gli pare al vault: bisogna passare attraverso il team di preservazione che segue il progetto. Tutto bellissimo, no? Di che cazzo ti lamenti? Beh, del fatto che tutta l'operazione serve molto probabilmente a rendere più agevole il tirare fuori remastered e remake da rivenderci alla bisogna.
PlayStation in questa generazione, purtroppo, è diventata soprattutto questo.
Il remake di Demon's Souls. Quello di The Last of Us. E fin qui ci poteva anche stare, ma avevamo davvero bisogno di rivedere Until Dawn in Unreal Engine 5? Di vederci riproposto Days Gone rimasterizzato nonostante a Sony non freghi un cazzo — e meno male — di svilupparne un sequel? Serviva davvero rifare il primo Horizon, uscito nel 2017 e sostanzialmente non invecchiato per un cazzo, facendo sparire l'originale da Steam – ma non da PSN perché magari qualche stronzə che non c'ha PS5 lo compra per PS4?
Dissonanza ludocorporativa
Di giochi le cui vicende IRL sono dissonanti rispetto a quello che volevano raccontare ce ne sono una marea. È inevitabile: dove noi vediamo un’opera (vediamo davvero un’opera? Non ci metterei la mano sul fuoco) loro vedono un prodotto...
PlayStation ha comprato BluePoint Games nel 2021. In questi 4 anni lo studio ha lavorato al giochino live service (poi cancellato) di God of War, invece di occuparsi di quello che ha sempre fatto dalla sua fondazione: restauri.
Una decina di anni fa avevano resuscitato Gravity Rush portandolo su PS4, oggi PlayStation preferisce lasciar morire le sue IP più vecchie come una Konami qualunque, al massimo darle in outsourcing lasciando che sia Bandai a portare su PC, Switch e PS5 Patapon 1 e 2. Patapon, uno dei giochi più iconici di PSP.
PlayStation Studios Vault è solo l'ennesima occasione di trattare il videogioco come merce. È cambiata la data di scadenza, non si butta via tutto una volta terminato il supporto. Ma sempre di merce si parla.
Perché non è importante la memoria, solo la possibilità di upscalarla.
[notizie & altro che ti farà twistare i genitali]
Donkey Wokong Bananza preso di mira per un PG non binario
di Richard “Amaterasu” Sintoni
Dopo la stronzata della scimmia "baluardo contro il politicamente" corretto di Wukong arriva l'etichetta del woke per Donkey Kong.
Il nuovo giochino in uscita del gorillone s'è infatti beccato l'accusa di "veicolare messaggi woke" perché uno dei personaggi ha (pensate un po' che roba) i colori della non binary flag.
È difficile assorbire questa cosa senza scoppiare a ridere ma è così: la lagna è partita dall'accostamento dei colori giallo, bianco, viola e nero.
Ma davvero si può fare qualcosa che non sia ridere? Perché davvero pare ridicolo che ci sia gente che pur di trovare i fantasmi sotto al letto vada a cercarli col lanternino montando casi sugli accostamenti cromatici.
Quando se proprio dovessero sentire il bisogno di lagnarsi del woke c'è Strutzi nel trailer di Mario Kart, che è canonicamente transgender.
Però oh i Kart fanno tanto domenica pomeriggio macho con gli amici a prendere i sole perciò magari lasciamo perdere dai.
Fa ridere. Fa ridere e basta, non vale più manco la pena incazzarsi per ste cose, nonostante queste facciano un chiasso allucinante.
Bisogna ridere più forte di quanto siano forti i loro megafoni. Solo così potrebbero capire quanto sono ridicole certe cose.
A provare a spiegare ci abbiamo perso fin troppo tempo.
Il problema non sono i 10 euro in più di Mario Kart, sono quelli in meno per comprare Kan Gao.
di Andrea “IncidenteDiplomatico” Scibetta
C'è tantissima gente incazzata per l'aumento di prezzo dei giochi Nintendo, anche legittimamente, ma forse per i motivi sbagliati. C'è anche un po' di gente che fa spallucce, che alla fine è un bene di lusso, è normale. A dirla tutta c'è pure qualche stronzo contento che i giochi costino di più, ma è gente che non sa fare i fumetti, figuriamoci parlare di videogiochi.
È solo un altro sintomo di un mercato sempre più elitario. Le nicchie a prezzi inferiori continueranno ad esistere, certo. Esistono i giochi indipendenti, i doppia A, uno può continuare a giocare risparmiando e andando su altro. Ma non per questo possiamo far finta di nulla.
Vendere le grandi produzioni a prezzi più alti mentre il potere d'acquisto delle gente resta uguale (o addirittura diminuisce) significa che possiamo comprare meno giochi.
Se vuoi legittimamente comprarti Bananza poi hai dieci euro in meno per prenderti Impostor Factory che vende una copia in meno. Hai dieci euro in meno per comprare il doppia A sperimentale di Tango Gameworks che magari in base a come va devono chiudere l'azienda.
Le nicchie - i dev indie che riescono a campare - diventano sempre meno e guadagnano sempre meno. Finiscono a doverlo fare per sport e campare d'altro.
Il problema non sono i dieci euro, ma il capitalismo che ti incula sempre di più, anche solo con i dieci euro, sia che vuoi giocare a Bananza sia che vuoi giocare a Kan Gao.
Eidos Montreal ne ha lasciatə a casa ancora 75.
di Richard “Amaterasu” Sintoni
La casa madre di Deus Ex, che già lo scorso anno aveva silurato 97 dipendenti a seguito della cancellazione del nuovo capitolo della saga da parte di Embracer, ha fatto partire una nuova ondata di licenziamenti. Misura resa necessaria dal fatto che al momento non ci sono lavori e progetti in cantiere che consentirebbero un riposizionamento.
Altro giro, altra corsa. Scandita da un annuncio che prova a smorzare un po' il clima parlando di "ritorno sul mercato del lavoro" invece di "licenziamenti", che pare molto meno brutta buttata giù così. Se non ci si ponesse la domanda dopo: "scusa, ma quale mercato del lavoro?".
Quello saturo a merda che sta lasciando a casa un numero sempre più grande di persone perché non sta più dentro ai costi da un tot. O quello che per abbattere le spese preme sempre di più la sua forza lavoro fino a farla smattare.
Quello che è alimentato dai vari "però i loro videogiochi escono, sono salvi".
Che si dimentica che i questi esistono e escono non per grazia divina, ma perché qualche stronzə li fa.
E sinceramente, questa disumanizzazione delle persone è una delle basi del problema.
[come seguo tutta questa merda'?]
Devi assolutamente metterci un follow su Instagram, Tiktok e pure su YouTube, altrimenti mi innervosisco e potrebbe non piacerti. Lì sopra comunque escono dai 3 ai 5 (e ultimamente sono sempre più spesso 5, preoccupante) Amanda Reel ogni settimana.
Sopra si spammava Patreon chiedendo dei soldi, ma se non ne hai o per qualunque motivo non c’hai voglia di cacciarli fuori molto spesso basta davvero un like, una condivisione, un commento dove ci dai una pacca sulle spalle laddove un sacco di altra gente viene solo ad insultare perché sputiamo i fatti. Noi le cose le facciamo comunque. Ma se mostri un po’ d’amore viene più facile.
[spammini] Giocare nei panni del cattivo
Non posso non condividere questo video di LevelArt, che ormai è habitué dello spazio spammini. Li seguiamo da che hanno iniziato a fare cose ed è bello vedere come stiano crescendo e stiano pure rosicchiando un po’ di spazio in talk & eventi pubblici. Spero che riescano a rimanere indie senza farsi fagocitare da quel sistema di consorterie e ipocrisie varie, perché senza LevelArt la scena critica italiana sarebbe drammaticamente più povera.
Giocare nei panni del cattivo nei giochini è una roba fichissima. IRL però lo è molto meno, perché quando sei percepito come il cattivo tutto quello che sei e tutto quello che fai viene ridotto a quello.
Forse è il motivo per cui Wanderstop ha risuonato così tanto in me, perché ci ho voluto vedere tutto questo discorso sulle maschere che gli altri ci cuciono addosso e poi non ci lasciano più togliere senza che farlo sia doloroso. E cazzo se è doloroso, soprattutto se come me fai l’errore ingenuo di aspettarti di ricevere dagli altri qualcosa che sia proporzionale a quello che pensi di aver dato. Ma prendere è sempre più facile e i rapporti umani, purtroppo, hanno capito il design per sottrazione molto meglio dei videogiocatori: quando ad un certo punto smetti di dare, fa rumore. E il rumore è quello della pretesa che tu continui a dare.
Qua, in ogni caso, continuamo a dare nonostante tutto. Senza padroni, senza obblighi, senza affanni. Senza ricatti, perché non è che se non paghi il Patreon/non ascolti il podcast/non pigi like e attivi la campanella cambia qualcosa. Fare queste stronzate ormai è parte di noi, e finché si può continueremo a farle.
Se in tutto questo sei rimasto su queste parole fino a qua sotto, bravə coglionə. E grazie per esserlo.
viene arrestato il giorno del suo matrimonio per un crimine che non ha commesso. Rinchiuso nel Castello d'If, inizia ad architettare la sua vendetta contro i typo che hanno congiurato contro di lui.