Il paradosso di Fraternauti alla Carica
Ovvero Calzati che conia nuove espressioni che non hanno senso
Abbiamo finalmente visto Switch 2, ma Switch 1 negli scorsi mesi non è esattamente andata in pensione e anzi, Nintendo – un po’ come con 3DS – sembra voglia spremere fino all’ultima goccia la base installata di 150 milioni di pezzi costruita dal 2017 ad oggi.
Un paio di mesate fa usciva Mario & Luigi: Fraternauti alla Carica e se paghi il Patreon di Gameromancer sappi che l’hai comprato a Calzati. Che ci ha messo vergognosamente tanto per scrivere questa uscita della newsletter.
Prima però come al solito ti becchi lo spammino dei podcast della settimana.
I podcast della settimana
Cutting Edgy
Qual è, e soprattutto cos’è, lo stato dell’arte nei videogiochi? Non è una domanda così scontata perché in un primo momento la tentazione sarebbe quella di guardare all’oggi, ma in realtà l’evoluzione del medium non è stata lineare, segue delle mode che non necessariamente poi portano il prodotto finale ad essere la summa di tutto quello che i giochini sanno fare. E quindi tipo Metal Gear Solid 3 riesce a rimanere un pinnacolo per un sacco di anni, nonostante poi ne esca anche un quarto capitolo.
I leak di Switch 2 e Ubisoft alla canna del GaaS
Nintendo di Switch 2 non c’ha detto quasi un cazzo e quello che ha detto non ha contraddetto per nulla i leak di cui si era parlato nel primo Checkpoint di questo 2025. E quindi via alle ipotesi su lineup, data di lancio, prezzo e tutt cos. Tutto mentre Ubisoft invece se la passa malissimo (e come tutte le aziende che se la passano malissimo prende posizioni reazionarie, ma ne riparliamo poi).
Fast & FURIous
Il Gameromancer col Rolex™ di questa settimana porta il timbro vocale di Richard “Jean Alesi” Sintoni. Sempre per il ciclo “giochini fuori tempo massimo” racconta di cos’è stato e cos’è Furi per lui.
Ma cosa sono i Gameromancer col Rolex™? Sono dei mini-episodi del podcast disponibili solo per chi paga la tier da 5€ del summenzionato Patreon, quello che poi usiamo per pagare i vizi di Calzati. Per la tier da 5€ è disponibile anche una trial gratuita di 7 giorni, così se vuoi provare a sentire qualcosa prima di spendere dei soldi fai pure.
Gli altri livelli sono quello da 1€ che ti permette di adottare un DAMS a distanza (ed entrare nel gruppo Telegram privato, oltre a ricevere qualche anteprima) e quello da 10€ dove ti becchi la versione uncut della puntata del podcast del lunedì, anche in versione video. Questa settimana oltre a sapere cosa si nasconde sotto le censure apportate da Alteri c’è un extra di 20 minuti dove Scibetta parla di Indiana Jones e l’Antico Cerchio.
Puoi abbonarti cliccando qui. Sono soldi spesi male che noi spenderemo peggio. Però meglio a noi che a qualche markettaro, no?
Mario & Luigi: Fraternauti alla Carica è un po’ un paradosso
di Stefano “SteLynch” Calzati
All’annuncio di un nuovo capitolo di una delle mie serie preferite, a cui lego ricordi bellissimi, di vita e di gioco, ero parecchio esaltato.
Ok, non c’era più dietro Alphadream, che la serie l’ha creata e l’ha portata a livelli di eccellenza nel comedy JRPG, anche oltre i picchi della saga parallela di Paper Mario a firma Intelligent System (per quanto mi riguarda eh), però insomma, sembrava un ritorno in grande stile, con quello che è forse il gioco di fine ciclo di Switch più succoso, per valori produttivi e contenuti. E in un certo senso lo è, è un gioco più grosso, molto più JRPG nei tempi (anche eccessivamente dilatati) e nei modi (tanti combattimenti, tanti dialoghi, tanti personaggi), con Acquire allo sviluppo (da Tenchu nel ‘98 agli Octopath Traveler).
È un capitolo solido, con un bel combat system, dei bei personaggi, molto chill, molto piacevole.
E allora dove sta sto paradosso? “Non è che è la solita supercazzola di Calzati?”
È che c’è una cosa che proprio non riesce a fare e che invece era la costante, la regola, anche nei capitoli meno riusciti di Alphadream: sbalordire, tirare fuori l’idea geniale, sorprendere con una particolare situazione, meccanica, tipo i bellissimi mini-game di Superstar Saga e la sua vena metroidvaniesca, l’utilizzo del doppio schermo in Fratelli nel Tempo, controllare Bowser in Viaggio al centro di Bowser, ma pure i sogni mattissimi di Luigi in Dream Team Bros.
Fraternauti alla Carica è un titolo che invece se la gioca chiudendosi dietro e ripartendo in contropiede con alcuni momenti molto belli (le boss fight con le intuizioni di Luigi a creare scontri super dinamici e divertentissimi, il setting marittimo che profuma di Wind Waker, le bellissime animazioni) e una routine di gameplay molto, forse troppo, consolidata. È soprattutto un’esplorazione simpatica ma mai particolarmente coinvolgente (e pure le abilità esplorative non si inventano molto o sono usate in modo pigro) a non avermi proprio convinto, non alzando mai il livello del level design e dei puzzle ambientali.
Ci sono delle isole dove proprio mi dicevo “cazzo adesso succede qualcosa di fighissimo” e invece, alla fine, parevano solo una skin nuova di un’ambientazione già visitata.
Non voglio dire che non abbiano le loro particolarità, però non sono così marcate come era sinceramente lecito aspettarsi, visto il pedigree. Un buon titolo, scritto bene e tradotto meglio, che avrebbe fatto la sua figura su Gamecube ma che, arrivando dopo anni di titoli di altissimo livello, un po’ si perde nella clamorosa line-up di Switch.
Io non sono più il 12enne che gioca a ripetizione Superstar Saga su GBA e forse Mario & Luigi non sarà più quella roba lì, ma gli voglio ancora troppo bene, a sti baffoni… I tempi di Alphadream sono passati e pure io 12enne che giocavo a Superstar Saga su GBA sono un 33enne un po’ meno entusiasta, probabilmente.
Ma sono sicuro che ci sia margine per fare molto meglio di così!
Le ultime notizie dai videogiochi
Shuehi Yoshida ha trovato il senso alle remastered. Io devo ancora trovarlo a The Last of Us remake.
di Richard “Amaterasu” Sintoni
Secondo l'oramai ex-Sony il lavoro dietro ai vari remake e remastered ha come fine, oltre all'attirare nuovə acquirenti, quello di contribuire al finanziamento dei nuovi tripla A.
Avoja di venderne di sti titoli allora, visti i costi che oramai girano nell'ordine del centinaio di milioni.
Quello che sorprende è sempre la scelta di quali titoli vengono tirati su dal mazzo dei candidati, che oramai abbiamo capito si tratti sempre dei giganteschi blockbuster di casa Sony tipo Horizon Zero Dawn e Last of Us. Quest'ultimo lo abbiamo avuto pure in triplice copia.
Quindi via la maschera, non c'è nessuna volontà di preservazione in queste operazioni. È solo marketing, duro e puro per far leva sull'effetto nostalgia. E porca di quella puttana quanto ci fotte ogni volta, basta un qualcosa che ci da mezzo ricordo per farci cliccare sul tasto pre-order.
Perché gira che ti rigira queste cose le compriamo noi stronzə che abbiamo giocato gli originali, e pure con la puzza sotto al naso.
Altrimenti non si spiegano il milione e qualcosa di Shadow of the Colossus Remake contro i 17 e rotti di Last of Us Remastered.
Chi critica Bella Ramsey come Ellie non ha capito la differenza tra attore e cosplayer.
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
Una volta accesa la cinepresa (o saliti su un palco, se parliamo di teatro) della verosomiglianza col modello poligonale o con la descrizione letteraria non ce ne frega un cazzo.
Quello che conta è la performance, quanto cazzo l'attore o l'attrice riescono a convincerci.
E Bella Ramsey nella prima stagione di The Last of Us ha tirato fuori una Ellie fottutamente perfetta.
Una ragazza tosta che nonostante tutta la merda che le è capitata ha ancora quella voglia di ridere alle freddure e ha ancora il coraggio di affezionarsi alla gente che le sta intorno. Una ragazza che è riuscita a far sentire di nuovo umano Joel al punto da convincerlo a condannare tutti gli altri senza il minimo ripensamento pur di non perdere di nuovo una figlia.
Chi se ne frega se Bella Ramsey non è "come nel videogioco?" Probabilmente manco la seconda stagione in generale potrà esserlo.
Un conto è adattare una serie di filmati dove in mezzo giochi un survival all'acqua di rose, un altro è tradurre in Cinema The Last of Us Parte 2 che era qualcosa di fortemente videoludico. La scena di Ellie che entra a casa sua dopo il funerale senza un pad alla mano non potrà mai essere la stessa. Deve per forza essere un'altra cosa.
E per funzionare non ha bisogno di un cosplay, ma di un'attrice.
Dragon Quest vittima del woke? Peggio, vittima di Square Enix.
di Richard “Bonaparte” Sintoni
Il remake di Dragon Quest III uscito lo scorso novembre ha alzato già due milioni di copie in meno di un mese, ma il pubblico veterano da un tot ha messo i puntini su un paio di cose, manifestando il proprio disappunto su quella che è stata definita "censura".
In particolar modo s'è levato il dito contro i vestiti del personaggio femminile, che da praticamente nuda con un'armatura copriseno e un "pareo non pareo" ora indossa anche una maglietta e un paio di calzoni a mutanda.
"Scempio e insulto alla memoria di Toriyama", indignazione e soliti film già visti.
A farla franca però è l'economicamente corretto, che è l'unico responsabile di questa "censura".
Queste modifiche (e anche altre) sono state apportate da Square Enix solo ed esclusivamente per far rientrare il giochino nella classificazione PEGI meno stringente, e fare si che questo non portasse qualche sigla scomoda per la vendita all'utenza più giovane.
Si parla di woke qui e woke lì, di grandi agende nascoste e censure, ma alla fine ci si dimentica sempre di quello che è il vero e unico scopo di queste operazioni remake e remastered, ovvero fare soldi.
E se si riesce a dare la colpa alle persone minorizzate per le cose che fanno incazzare il pubblico veterano ancora meglio, ancora meno cose da giustificare no?
Ma Pietro come faccio ad orientarmi in questo mare di news di merda scritte per gli algoritmi™?
Seguendo Gameromancer, che domande. Scegli un po’ la tua piattaforma preferita tra Instagram, Tiktok e YouTube: ogni settimana escono 3-4 Amanda Reel dove si parla di un argomento di attualità più o meno correlato ai giochini cercando di darne una lettura schietta, schierata e non al soldo di una qualche logica.
Tipo venerdì in un mondo di gente che stava scannandosi per decidere se il teaser di Switch 2 sia fico o no chi ne ha dato una lettura attraverso la lente della comunicazione e i (brutti) precedenti di Nintendo è stato proprio il podcast dei più contestati della Game Culture.
Spammini Tattici Nucleari™
La scorsa settimana
ha aperto parlando di una storia che è rimasta sotto un po’ tutti i radar, ma che si collega al tremendo stato di salute di un po’ tutte le persone che lavorano nei videogiochi per il nostro ludibrio.Davanti a robe del genere l’unica cosa che puoi fare è ricondividere e ringraziare. Sia Max che People Make Games, che è il progetto di cui abbiamo bisogno.
Come detto del Natale non me ne frega poi così tanto. Il lancio di una nuova console, quello sì che è un periodo che mi affascina sempre. C’è del magico nell’andare da Mediaworld a ritirare quello che sai sarà il tuo futuro per i prossimi 8 anni. I day one sono storie che ha sempre molto senso raccontare, e magari quest’anno qualcuno riusciremo pure a dipingerlo (visto che avevamo promesso una monografia su PS Vita una… Vita fa).
Comunque un 2025 che tolti Monster Hunter e Death Stranding sembrava abbastanza pacco come il 2024 è diventato improvvisamente una roba interessante grazie a Switch 2. Dubito che riuscirà ad essere devastante quanto il 2017, dove oltre a Nintendo è uscita della roba che ha veramente cambiato il modo in cui io intendo i giochini, ma penso che qualcosa come il 2017 non capiterà più per tantissimo tempo, visti i problemi del game dev di cui ormai parliamo sempre più spesso.
Noi comunque siamo qui e ci saremo pure la prossima settimana. Intanto ci trovi come sempre sul gruppo Telegram.
Se ci sei, batti un colpo.
è stato maltrattato anche questa settimana affinché revisionasse questa newsletter.