Highway to Hell(divers 2)
Comunicazione importante del Ministero della Verità. Ogni disattenzione verrà punita con un periodo di rieducazione nei Campi di Libertà.
Si prega di ascoltare con massimo patriottismo il seguente comunicato del Ministero della Verità della Super Terra. Ogni tentativo di cestinare questa newsletter sarà considerato alto tradimento.
Non avrei mai pensato di attaccarmi a un GaaS. E succhiare pure forte, perché i server sono affidabili quanto un rumor riportato su Everyeye. Eppure è successo, sta succedendo. Succederà anche questa sera, perché mentre scrivo queste parole sto già pensando a quanto mi rode il culo che Richard sia già un Sergente Maggiore di Livello 18 che spara laser orbitali sugli Automaton – che c’hanno tipo la stessa iconografia del reich, quindi boh presumo seguano con piacere Parliamo di Videogiochi – mentre io invece sono lì a fare i conti su quanto siano inutili i mitragliamenti Eagle e a quanto cazzo avrei fatto meglio a sbloccare dei bomboni.
Non mi divertivo così a giocare in co-op PvE dalla modalità Orda di Gears of War 3. Era il 2011. Ai tempi ho brasato il secondo anno di università per colpa di Cliff Bleszinski.
Helldivers 2 mi sta rimettendo in pace col videoludo. Ci sto vedendo un senso di comunità che mi mancava come l’ossigeno, perché non esiste terra troppo piccola per essere divisa ed essere divisi è apparentemente tutto quello che sappiamo fare, anche nella comunità del gaming. Ci sto vedendo anche quel senso di tribalità tipico del multiplayer sociale: amici e amiche che ogni sera, per un certo numero di sere, si piazzano lì su Discord e si cambiano consigli, pareri, cazzate.
Sto riscoprendo che i videogiochi, alla fine, sono l’equivalente più prossimo della Forza di Guerre Stellari: ci circondano, ci penetrano, mantengono unita tutta la galassia.
Quanto cazzo starebbe meglio il mondo se capissimo questo concetto davvero, se abbracciassimo la nostra tensione verso il gioco per diventare finalmente Homini Ludens. Se le guerre si combattessero solo per diletto e solo con un controller tra le mani, lasciando che il feedback aptico ci illuda di avere lo stesso feeling di quei fucili veri. Quanto cazzo sarebbe bello non dover mai scoprire che è una bugia.
In ossequio a tutto quello che sto raccontando togliendo spazio a Richard, questa settimana la newsletter l’ha scritta lui. Io mi sono buscato una nomurata nel ginocchio…
Tetsuya Nomura è come Jovanotti. Tutti e due provano a spillarci soldi con ‘sta calla dell’ecologia, ma poi in realtà si fanno sponsorizzare dai poteri forti. Che nel caso di Nomura sono chiaramente la lobby delle fabbriche di cappucci e cerniere, perché altrimenti non si spiegano i suoi character design vestiti in modi sempre più improbabili.
In ogni caso: deve uscire Final Fantasy 7 Rebirth. Nessuno ci capirà un cazzo, come nessuno d’altronde aveva capito una sega di Final Fantasy 7 Remake. Una spiegazione brutta era d’obbligo, ed ecco che quindi ad un Andrea Scibetta pronto al flexing del press-tour a Londra per provare il giochino in anteprima ommioddio che fico che sei questa settimana debuttano on-air anche Filippo “Withesmith” Tagliaferri e Alessandra “Yachan” Stefanelli. La suiweeb squad, in buona sostanza.
Ah, e tipo che sul gruppo telegram pubblico c’è un topic tutto dedicato a Final Fantasy (per qualche motivo) che prossimamente prevedo si riempirà di merdate. Per cui clicca qua sotto, infame.
Detto questo, ecco il solito anticipo sugli argomenti di questa settimana sui social di Gameromancer.
L’ipocrisia di quelli che “pensa agli sviluppatori”
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
"Pensa agli sviluppatori", dice chi scende in piazza contro i leak.
Poi annunciano il DLC di Elden Ring in faccia a Enotria, il Soulslike italiano, e non trovi il tempo di parlarne perché tutto sommato chi se lo stra-incula, faccio molti più spettatori parlando del giochino del momento, no?
"Pensa agli sviluppatori", dice chi si preoccupa che il boicottaggio del gioco dei maghetti possa mandare per stracci Warner Bros.
Poco male se poi J.K. Rowling gira l'assegno coi proventi derivati dal suo diritto d'autore su Eripotté a un'associazione che lotta contro i diritti delle persone trans.
Ah, e a margine degli sviluppatori di Warner Bros ce ne è fottuto un cazzo quando se ne è uscita col giochino brutto della Suicide Squad. Con tutto che sono gli stessi stronzi dei Batman Arkham.
"Pensa agli sviluppatori". Funziona perché semplifica dei ragionamenti complessi e dai zio, c'ho già i miei accolli, perché devo prendermi pure quelli di un'industria che tratta i suoi lavoratori esattamente come Disney tratta le minoranze, gente buona per cucire palloni e pupazzi eccetto quando ci serve un token da qualche parte?
La prossima volta che qualcuno ti dice "pensa agli sviluppatori" pensaci davvero, per un attimo.
E prova a giocare a "trova le differenze" con quelli che "aiutiamoli a casa loro".
I videogiocatori sono la sinistra italiana
di Richard “Amaterasu” Sintoni
Se volete un ritratto facile della situazione dei giochini basta prendere quella della politica italiana attuale: lə videogiocatorə sono la sinistra.
Sembra una cazzata ma è esattamente la stessa roba in fin dei conti. Ce ne stiamo lì, ai banchi dell'opposizione a urlare di come le cose non ci vanno bene ma in una qualche maniera alla fine ce l'accolliamo come va, perché siamo troppo impegnati a litigare tra noi per renderci conto della merda che ci vola addosso.
Abbiamo deciso a che partito appartenere dal momento che abbiamo calato il cash per la nostra console, pronti a difenderlo a qualunque costo salvo un'offerta migliore della concorrenza. A quel punto basta cambiare casacca, rinnegare tutto e tuttə e ripartire da lì, a lanciare merda sullə ex compagnə con lə quali fino al giorno prima stavamo parlando del futuro del partito.
E da veri commies condividiamo tutto eh: dagli abbonamenti ai profili delle console pur di risparmiare un tot e illuderci di buttarla al culo al capitale con la certezza di aver sconfitto il sistema. Salvo che al sistema non gliene frega più di tanto finché può risparmiare sullə dipendentə che silura a suon di licenziamenti con una mano mentre con l'altra imbraccia la frusta, che invece di fare "STACK" schiocca "CRUNCH" ad ogni movimento.
Ogni tanto gli anarchici ci provano a dire che 'sta roba non va bene e a smuovere un po' la coscienza di questə disgraziatə, nonostante le loro voci vengano sovrastate dalle urla "siete solo zecche dei centri sociali", e ci provano oramai da anni, purtroppo senza troppo successo.
E dire che basterebbe un attimo mettere da parte 'ste cazzo di bandiere per rendersi conto che siamo tuttə dalla stessa parte e cercare di mandare 'sta destra a casa.
Che nel frattempo fattura milioni da convertire in bonus e bonus di uscita, vendendo prodotti che non possono più rendere il loro costo e sparando stronzate da campagna elettorale ad ogni PR talk.
A pensarci bene è più o meno così che è nato il debito pubblico.
Tre giochini da giocare mentre fai la fila su Helldivers 2
Questa settimana il Rolex lo offre la casa. Nel senso che è free to listen per tuttə.
Mi son trovato per vari motivi a perdere il mio tempo su tre giochini (Furnish Master, Gambit Shifter e Quadroids) che a modo loro sono perfetti da giocare mentre aspetti che Sony spenda du’ lire per far funzionare bene il giochino della Democrazia Controllata.
Io ormai direi che vale la pena mettere il follow a Gameromancer col Rolex pure se non si paga l’obolo su Patreon. Sta diventando una sorta di secondo feed dove è facile che verranno ricaricate le versioni audio delle cose che faremo su YouTube (forse, spoiler) e su Twitch (che si, torna, c’è un motivo dietro la pausa che sarà chiaro a breve. Penso).
Poi oh, se putacaso ti ballassero in tasca degli euri, siam qua. Con 1936,27 lire del vecchio conio (quindi un euro) si entra nel gruppo riservato ai Patron, con 5€ si sblocca l’accesso anche ai podcastini paywallati – c’è anche una trial gratuita di 7 giorni, se vuoi provare – e con 10€ agli episodi del podcast principale a) in anticipo di qualche giorno e b) senza le censure. Quindi galera assicurata per noi.
Non è che siccome esiste De André allora Renato Zero è un coglione
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
Anche la roba pop può essere fica, puoi trovare del bello anche in un videogioco costato un sacco di soldi e pubblicato da una major del cazzo che lo vende solo per rientrare nell'investimento. A dare un significato alle cose siamo noi, con tutti i nostri bias e pregiudizi e percezioni. Le cose sono cose, lo diceva già William Gibson nell'84.
Lo dice la sigla del nostro cazzo di podcast ogni volta che premi play.
Pretendiamo di dare valore universale ad aspetti che contano solo per noi, squalificando chiunque non la pensi esattamente come noi.
È hipsterismo. È classismo.
È una stronzata.
Ho visto del bello in quella normalata di Horizon Zero Dawn che la critica dabbene ha snobbato perché usciva la stessa settimana dello Zelda d'essai, quello che ci avevano promesso avrebbe cambiato per sempre i giochini e al massimo è stato copiato da quell'Immortals Fenyx Rising di una Ubisoft alla canna del GaaS. Zero Dawn è un WRPG per normie tutto grafica e narrativa e zero sostanza, però ad un certo punto si fa una domanda importante: che cazzo tramandiamo alle generazioni successive? È meglio nascondere i nostri crimini come le nucleari o il capitalismo sfrenato perché non possano sentire il desiderio di ripeterli o è giusto che sappiano, che possano decidere anche di rifarli tutti condannando la specie esattamente come stiamo facendo noi?
Zelda tutto questo non te lo dice.
Ha la libertà, il coraggio di non guidarti e un sacco di altre cose che possiamo definire arte. È più innovativo, più d'autore, più quel cazzo che vuoi. Ma non si fa queste domande manco per sbaglio.
Posso giocare sia Zelda che Horizon. Posso amare allo stesso modo, per motivi diversi, sia l'indie più delicato di questa Terra che Doom Eternal che è tutto rumore e furore così come lo voleva Shakespeare, e forse pure John Romero.
Posso ascoltare sia De Andrè che Zero. E se non ce la fai, forse, lo zero sei tu.
Spammini Tattici Nucleari™
Cooking in Hyrule
Il 16 febbraio è morta Bess, la nonna di questo pezzone incredibile firmato da Coty Craven un annetto fa. Lo ripropongo con una certa tristezza.
Vai su Medium e scopri cosa poteva essere la Game Critique →
Fuori certa politica dai videogiochi
Daniele Dolce l’ha toccata pianissimo. Probabilmente nulla di nuovo per chi segue GR, ma quando una persona decide di schierarsi e di farlo su una testata più o meno rilevante lo spammino è il minimo che si possa fare.
Leggi su PoteriArcani la Rivista™ →
Il videogioco è un’esperienza non replicabile
Buongiorno a Calzà, l’unica esperienza replicabile è il cibo. L’ho teorizzato nel 2019.
Però il pezzo merita →
Quando la Fatica diventa Game Design
I ragazzi di Level Art ci danno. Credo che sia tranquillamente definibile come il progetto di video essai sulla Game Culture più interessante del panorama nazionale. L’ultimo video parla di fatica. Facile se ne riparli prossimamente in crossover…
La Democrazia Controllata ci unisce tuttə
di Richard “Amaterasu” Sintoni
Pensa che ridere: fino ad una settimana fa mi lamentavo sul Sacro Blog di star perdendo la voglia di videogiocare e adesso non riesco più a staccare le mani dal pad.
E tutto per Helldivers 2.
Il bello è che è successo tutto quasi per caso, è bastato aprire un gruppo di chat che parlava superentusiasta del giochino uscito qualche giorno prima per farmi pensare "ma davvero ne varrà la pena?".
Spendere 40 carte per un GaaS non era proprio una delle cose che avrei fatto nella mia vita, specie a febbraio 2024 con LA NOMURATA in arrivo in settimana e che ho già preordinato (in culo a tutte le mie idee sui preorder) con già in testa l'idea di incazzarmici sopra maledicendo Square, le loro idee e me stesso.
Caso vuole che passo davanti a un negozio di elettronica, chiedo se ce l'hanno, mi rispondono di si, calo il portafogli e me lo porto a casa, maledicendomi un pochino perché temevo di aver gettato soldi al cesso.
Coglione io ad averlo pensato.
Già il filmato introduttivo ed il tutorial ti fanno capire quanto c'è da divertirsi lì sopra, indossando la corazza degli Helldivers per esportare la Democrazia Controllata alle specie aliene che minacciano la Super Terra, poi mettici le prese per il culo all'ideologia fanatista americana, la demenzialità alla Starship Troopers e ciao, io qui ci muoio.
Poi da chiacchiera nasce interesse, da due che ne parliamo diventiamo tre-quattro-dieci e tempo un pomeriggio ci ritroviamo in una quindicina su un gruppo di chat, a organizzarci per giocare al richiamo del "oh io loggo chi c'è?" per sparar bombardamenti orbitali, piombo e puttanate in compagnia fino alle ore beate, come non mi succedeva da una vita.
Una roba che mi ha riportato indietro di anni, quando ci si dava appuntamento dopo cena per la giornaliera di Warframe e si andava avanti per un tot a farmare componenti e risorse fino alle ore piccole.
E la sensazione è di nuovo quella: una partita diventano tre, cinque minuti si trasformano in almeno trenta senza rendersene conto e "l'ultima e stacco" una comoda bugia che continuo a ripetermi per cercare di darmi un tono.
Ma sticazzi, io mi sto divertendo da morire qui. "Missione-nave-missione-potenziamento-missione" e chisseneincula, dormo domani pomeriggio.
Poi che bello è quando Tizio conosce Caio che gioca pure lui ma è da solə e lo tira dentro il gruppo di chat, si comincia a chiacchierare e tra una salva di mitragliatrice e una di stronzate nascono dei rapporti di amicizia?
Helldivers 2 è diventato in meno di dieci giorni un appuntamento fisso per me, una parte della giornata che voglio dedicare a me stesso e allə amicə per divertirmi in compagnia e che mi ha fatto tanto tornar indietro, come gli appuntamenti fissi su Warframe, su Monster Hunter, su Deep Rock Galactic e boh, chi lo sa quale sarà il prossimo. Di sicuro non me lo aspettavo, ma sono felice che sia successo.
Poi si, ci stanno le incazzature per i server saturi e ballerini, la sezione micro che ti viene da tenerla sott'occhio perché fa sempre paura vedere se si ingrandisce o meno e tutto il resto dei problemi tipici dei GaaS, ma per il momento 'sto giocoservizio al quale mi sono attaccato fa quello che deve fare: farmi divertire in compagnia.
E forse era quello di cui avevo davvero tanto bisogno.
Anni a cercare di creare in laboratorio il GaaS definitivo e poi bastava Helldivers 2. Pensa che stronzi, in Sony. A modo suo è la conferma che a botte di acquisizioni magari ti posizioni sul mercato, ma fare davvero videogiochi è una cosa che con l’industria non c’entra un gran cazzo.
È la conferma che una volta che prendi in mano un controller smetti di essere la somma delle tue parti e diventi la somma delle vite di chi è in partita in quel momento. Si creano legami, poi che durino giusto per quei 40 minuti in cui snidi mostri spaziali dalle loro tane o per anni poco importa, non è il tempo a dare dignità e valore a un rapporto, è il momento, l’occasione, quell’abbraccio che arriva sugli scaffali nel momento giusto.
Se sei arrivatə fin qua, al solito, grazie. Sei tu a dare un significato a queste parole. Esattamente come siamo noi tuttə a darlo ai giochini, che smettono di essere tali proprio grazie a chi sceglie di premere start.
Amministratore di condominio, presente