A Rockstar è bastato spendere 2 miliardi di dollari per assicurarsi tutte le nostre attenzioni.
È uscito il trailer di GTA LVI e si parla solo di quello. Ne sto parlando pure io adesso in questa newsletter e ne abbiamo parlato per 10 minuti nel pre-puntata per chi paga la tier del Patreon da 10€ dell’episodio 207 del podcast.
GTA LVI è ingegnerizzato per essere la cosa più grossa mai successa nei giochini, proprio per via di quei 2 miliardi spesi e di questo trailer catturato su PS5 che non ci si crede giri effettivamente su PS5. E in effetti ha iniziato a circolare in tempo zero la notizia-meme per cui la PS5 su cui è stato catturato il trailer sia esplosa.
E nonostante chi l’abbia postata abbia esplicitato che fosse un meme ci abbiamo voluto credere lo stesso.
Prima però oh, non dimentichiamoci che fino a 15 minuti fa il trend era Clair Obscur Expedition 33 che aveva spettacolarmente dimostrato all’industria che non serve spendere i miliardi (LALLERO). Quindi ti becchi il podcastino divulgativo su che cazzo sono i JRPG…
[podcast] Ma che cazzo è un JRPG?
Ad un certo punto abbiamo deciso che JRPG = turni. Solo che è una cazzata.
La differenza tra un JRPG e un RPG occidentale, se ci pensi bene, è che il primo in realtà non è un vero RPG. Non hai le scelte, appunto, reciti una parte già scritta con zero margini per dare un’identità anche solo un po’ più personale alla maschera che stai indossando, al personaggio che stai controllando. Ci sono le statistiche, c’è un party e fine.
Non se ne può fare nemmeno una questione geografica, perché di roba sviluppata seguendo questi stilemi se ne trova anche ad occidente.
E ben prima di Clair Obscur, eh. Ben prima pure di Sea of Stars e di Chained Echoes. Già nel 2010 Double Fine aveva tirato fuori Costume Quest. Ad una certa abbiamo avuto i due giochini di South Park che erano questa roba qui. La tanto vituperata Ubisoft s’era inventata Child of Light.
JRPG non vuol dire “Giappone” più di quanto non voglia dire “gioco di ruolo”.
Vuol dire tirare fuori un’opera corale, raccontare un mondo lasciando che i giocatori viaggino da una città all’altra, scoprano cose parlando con gli NPC.
E che non abbiano praticamente scelta, perché quelle sono cose da RPG occidentale.
[segamentale] GTA VI è il nuovo Bin Laden
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
Presente la storiella che sta girando sulla PS5 che ha preso fuoco per colpa del trailer di GTA VI? È una fake news.
Ed era pure indicato chiaramente sulla pagina Instagram che l'ha postata per la prima volta, però è successo che abbiamo già deciso che GTA VI sarà il gioco graficamente più fichissimo di sempre e quindi c'abbiamo creduto. C’abbiamo voluto credere.
Anche perché è probabile che sia in effetti il gioco graficamente più fichissimo di sempre, visto che è costato più del Burj Khalifa (il grattacielo più alto del mondo) e quei soldi son finiti in buona parte sul graficone.
La questione è che ci racconteremo questa storiella per anni, più o meno come quella della PS2 così potente che l'Iraq ne aveva messe 15 in parallelo per lanciare missili. Pensa che stronzi, tutta 'sta fatica quando bastava ribrandizzarti Israele. Finendo anche noi a girare sulla ruota che ha scelto il marketing per promuovere il fenomeno del momento.
È umano, ci siamo inventati le storie perché avevamo bisogno di qualcosa a cui credere.
A non essere umano è il modo in cui il capitalismo sfrutta queste storie, finendo per farci diventare complici di un investimento monstre di due miliardi di dollari su un giochino che arrivati a questo punto è too big to fail anche per noi, vogliamo che sia una cosa epocale e faremo di tutto per vivere il day one come se fosse una data storica.
Poco importa se poi potenzialmente è un 11 settembre di un'industria che non può continuare ad alzare all'infinito delle aspettative che prima o poi finiranno inevitabilmente deluse.
Altre cose molto simpatiche successe questa settimana
Su Palworld non potrai più volare in groppa al tuo Pal per colpa di Nintendo.
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
"Attualmente, siamo coinvolti in un lungo procedimento legale riguardante presunte violazioni di brevetto. Continuiamo a contestare tali rivendicazioni e a sostenere l'invalidità dei brevetti in questione. Tuttavia, abbiamo dovuto accettare alcuni compromessi per evitare interruzioni nello sviluppo e nella distribuzione di Palworld".
Un primo compromesso era stato quello di sostituire l'animazione del lancio delle sfere Pal con una più statica in cui il mostrillo compare di fianco al giocatore. Adesso se ne va un'altra feature del gioco, perché Nintendo apparentemente sostiene di detenere i diritti sulla possibilità di cavalcare animali volanti.
E quindi Pocketpair è costretta a farci volare solo usando un aliante, sperando che Nintendo non decida che 'sta cosa è copiata da Zelda e non va bene lo stesso.
Chissà a quali altri compromessi dovrà piegarsi PocketPair durante una causa legale che magari alla fine vinceranno pure, ma che intanto ha condizionato i contenuti del gioco.
Tutto in barba al principio di presunzione di innocenza perché Nintendo c'ha gli avvocati pesanti, chiedete per esempio a quello stronzo che adesso è costretto a versare a vita alla corp. di Kyoto il 30% del suo stipendio per aver osato vendere dei jailbreak per le loro console.
Per il momento comunque su Palworld non puoi più lanciare sfere e cavalcare il tuo Pal volante.
E qualcuno starà pure godendo della cosa, perché è più facile prendersela con Palworld che incazzarsi con una multinazionale che spende i suoi soldi nei tribunali piuttosto che per tirare fuori un gioco dei Pokémon decente.
Distruggere è un atto d'amore.
di Igno “non si capisce bene se sono tornato o no” Igno
Ho sempre avuto un'attitudine per distruggere le cose. Le regole, i bicchieri, la mia vita.
E non ho mai capito perché in certi casi mi sentissi così soddisfatto e in altri così vuoto.
L'ho capito continuando a giocare. Grazie a tutte quelle esperienze in cui, prevista o meno dal design, trovi una breccia per fare di testa tua. E non è solo il fatto di aver intravisto la matrice e di conseguenza "rotto il gioco" ma è la sensazione di avere voce in capitolo.
Fra le dita senti scorrere la tela, senti che la puoi rimodellare e allora quel gioco diventa un po' più intimo, un po' più tuo. Sei ancora più coinvolto perché sei andato oltre. Hai mischiato due colori e ne hai trovato un terzo.
Ed è lì che realizzi che il punto non era rompere qualcosa, forse non lo è mai stato.
Distruggere è un atto di amore.
Ma solo quando serve per creare.
Da oggi non possiamo più fare causa a Nintendo.
di Richard “Amaterasu” Sintoni
Avete presente quando ci hanno detto che a furia di legittimare i potenti e i loro diktat ce la saremmo presa nel culo? Beh, Nintendo of America ci ha appena stantuffato i deretani.
Giusto qualche anno fa vi fu una class action contro Nintendo, mossa da un gruppo di genitori che si fecero garanti dellə loro figliə, riguardante il drift dei Joy-Con di Switch.
Class action naufragata malissimo, in quanto Nintendo riuscì a fare leva sull'EULA (l'accordo di licenza con l'utente finale) che impediva a chiunque di muovere causa contro la grande N se non tramite un giudice privato. Valsero a un cazzo le proteste dei genitori che facevano gli interessi dellə figliə, Nintendo fece archiviare tutto il paccotto.
Esattamente come successe anche qualche anno prima in una situazione simile.
E per evitare che queste cose si ripetano (che si sa mai che l'opinione pubblica si rigiri contro) ecco che arriva un nuovo paragrafo sull'EULA, che richiede all'utenza finale di rinunciare al proprio diritto di partecipare a qualsiasi class action legale contro Nintendo of America. Col caldo invito a "rivolgersi al servizio clienti, che la maggior parte dei problemi possono essere risolti così ".
Proviamo a immaginare come sarebbe un paese dove ci viene imposto di rinunciare al diritto a manifestare contro qualcosa che troviamo profondamente ingiusto, a denunciare un sopruso o a fare valere i nostri sacrosanti diritti davanti alla legge.
Ah già, non dobbiamo immaginarlo. D'altronde il DDL sicurezza è già quasi realtà no?
Dove rimango aggiornato?
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[spammini] La storia di Death Stranding – corda e bastone
Storie di Videogame non ha di certo bisogno di finire negli spammini per alzare due numeri, trattandosi di un podcast con un’enormità di ascolti e soprattutto di ascoltatorə. Giusto per sottolineare quanto sia più grosso di GR: in questo momento su Spotify Storie ha 1922 recensioni, con una media di 5 stelle su 5. Noi ne abbiamo 213 con una media di 4 stelline e mezzo.
E allora che cazzo lo spammi a fare?
In prima battuta perché Andrea Porta è più grande del podcast che crea da un punto di vista umano. E l’idea che ogni tanto, anche solo per sbaglio, siano le belle persone a riuscire a farcela in piattaforme e settori sempre più capitalisticamente competitivi, mi fa stare bene.
In seconda battuta perché questa storia di videogame è stata un punto di inizio per me. Il divorzio tra Kojima è Konami è in pratica la prima cosa che ho coperto “giornalisticamente” ai tempi su Ilovevg, rendendomi conto di quanto facesse schifo il fatto che se ne parlasse solo perché Nikkei – che è un giornale di borsa – aveva fatto scoppiare il bubbone e perché Geoff è una di quelle corde su cui l’Unico Vero HiDio può contare.
Abbiamo rischiato di masticare e sputare perfino Hideo Kojima. Figurati quanto peso può avere qualunque altra persona in questa industria. Immagina quanto sia fallimentare il giornalismo di settore, se ne deve parlare la Borsa di Tokyo perché a noi non frega e/o abbiamo paura di uscire dalle press-list di Konami.
Questa storia di videogame in senso lato parla anche del perché facciamo certe cose. Del perché per fortuna esistono figure tipo Jason Schreier. E lo fa, in modo molto più intelligente di quanto potrei farlo io che non so essere sottile quanto Andrea, proprio perché ha scelto di raccontarla in questo modo.
E quindi si spamma. Anche se non serve. Perché in realtà serve.
Questa settimana ho visto diversa gente dirsi già sicura che GTA LVI sarà un gioco generazionale, che rivoluzionerà tutto segnando un prima e un dopo e cose di questo tipo.
È una roba molto più probabile del caso medio in cui si dicono le stesse fregnacce, ma è pericoloso l’aver già deciso che andrà sicuramente così perché è Rockstar, perché hanno speso 2 miliardi (che serviva davvero spendere?), perché sono quelli che hanno fatto Red Dead Redemption 2.
L’ultima volta che abbiamo deciso che un giochino avrebbe sicuramente ridefinito le nostre vite a prescindere è uscito Cyberpunk 2077. E mi piacerebbe poter dire che sì, le ha ridefinite ma al contrario di quello che si pensava, ma sarebbe una cazzata.
Cyberpunk 2077 non ha ridefinito un cazzo. Ci siamo scottati, eppure continuiamo a giocare col fuoco dell’hype. Addirittura lo abbiamo usato per cicatrizzare le ferite che CD Projekt Red ci aveva inferto, convincendoci che la Patch 1.5, poi l’anime su Netflix e poi il DLC del giochino avessero trasformato Cyberpunk 2077 in una roba fica quanto avrebbe dovuto esserlo al day one.
GTA LVI difficilmente sarà un disastro di quella magnitudine. E difficilmente sarà un disastro punto.
Ma ancora una volta abbiamo già deciso anni prima dell’uscita che sarà il nostro Capodanno, una festa a cui bisogna partecipare per forza perché è la società che dice che devi festeggiare anche se non c’hai voglia.
Nulla contro chi lo aspetta con ansia e chi sarebbe disposto a spendere anche 100, 150€ pur di giocarlo, sia chiaro.
Ma a me continua a preoccupare che se l’industria non si dà una regolata il prossimo Capodanno che ci verrà imposto sarà quello cinese…
L'Anno del Serpente
Il 2025 secondo il calendario cinese sarà l’anno del serpente. Ma Tencent ormai di strisciare non ha più bisogno: ha avvolto tra le sue spire nel silenzio dell’industria un sacco di studi e proprietà intellettuali, e voci sempre più insistenti sostengono che voglia acquisire anche Ubisoft (di cui detiene già l’11%).
Questa è la storia di un tempo lontanissimo, il tempo dei miti e delle leggende: gli antichi Typo erano crudeli e meschini. Soltanto un uomo osò sfidare la loro potenza: Pulciaro. Pulciaro era in possesso di una forza sconosciuta sulla terra, una forza superata solo dal suo coraggio, ma dovunque andasse era perseguitato dalla matrigna, Typone, la potentissima regina dei refusi. L'eterna ossessione di Typone era quella di annientare Pulciaro: lui era la testimonianza vivente dell'infedeltà della Treccani. Finché degli esseri umani avessero invocato un revisore di bozze, c'era un uomo sempre pronto a correre in loro soccorso incurante delle difficoltà: .
Dai, la sinossi finta di questa settimana è facile da indovinare.
Wow! Analisi intelligenti, ironia pungente e pure la citazione dell'intro di Hercules. Io direi che sono apposto, grazie👍🏾
Comunque i jrpg sono limitati perché paradossalmente non sono ispirati ai giochi di ruolo cartacei ma a Ultima, Wizardry & co.
Più che altro trovo che poi la J sia impropria, anche perché possiamo parlare del fatto che il primo vero proto "j" rpg sia stato creato da Rogers ( in teoria in Giappone, ma vabe)