Game Pass(ed out)
Xbox è nei cazzi. Strano ve?
Il giochino dei first-party Tripla-A non è più sostenibile e lo sappiamo da mo.
Ci aveva avvisato Osama Bin Shawn Layden nel lontano 2017. Anche a volersene battere il cazzo sugli scogli perché che vuoi che ne sappia l’ex boss di PlayStation, ce l’ha confermato poi Sony quando nel 2020 ha iniziato a portare i suoi giochini anche su PC. Si pensava che comunque le “esclusive” sarebbero rimaste tali, almeno per un paio di anni. È successo che addirittura ad agosto Sony ha pubblicato un gioco su Xbox, e non nel senso clickbait della cosa, ha pubblicato Helldivers 2 – che probabilmente rimarrà una sorta di unicum, ma intanto è successo.
Tutto questo per dire che è palese che se il giochino non sta più in piedi e tu parallelamente hai fatto fuori più di 100 miliardi in acquisizioni il tuo futuro è il multipiattaforma.
Solo che questo fine settimana abbiamo scoperto che in realtà il tuo futuro è l’usato sicuro, perché l’azienda vuole che raddoppi i margini operativi e in un clima del genere non c’è spazio per gli azzardi.
Oggi insomma ampio spazio a Microsoft. Però ormai lo sai, solo dopo il podcastino di questa settimana.
Ti sei accortə che i soulslike stanno cambiando? | podcast
Li abbiamo chiamati “soulslike” perché si parlava di sviluppatori che provavano a fare il cosplay di Miyazaki senza riuscirci. Senza gli stessi processi mentali, senza lo stesso fascino, limitandosi solo all’estetica dark e a quella vibe da pali nel culo che sì, era parte dell’opera e del messaggio, ma poi abbiamo scoperto non essere il posto dove risiedevano i 21 grammi di anima dei Souls.
Ad un certo punto è Miyazaki stesso a scendere a compromessi con Miyazaki. Esce Sekiro, e viene fuori che si può fare qualcosa che sembri un soulslike pur non essendo copiato paro paro da quel modello lì.
E allora altri iniziano a fare la stessa cosa. Escono cose tipo Tunic, dove a far da padrone tra le varie “componenti Soulslike” è il linguaggio che parla il gioco, che qui diventa una lingua vera ed esplicita che puoi decifrare una pagina del libretto alla volta. Esce Black Myth: Wukong, e viene fuori che basta spostarsi qualche miglio più a Occidente rimanendo però dove di solito il sole va a tramontare per tirare fuori qualcosa di simile, ma fondamentalmente diverso. E destinato probabilmente a fare scuola, visto quanto rumore ha fatto.
Escono gli Hell is Us anche se non se ne accorge apparentemente nessuno, ma ormai non si torna più indietro e non puoi aspettarti di rifare i soulslike come si facevano prima e vedere la gente in festa. Se non ci credi chiedere a Bluepoint e al remake di Demon’s Souls.
Absolum è Sium | per chi paga il Patreon
Dotemu prende una delle meccaniche più (ab)usate del momento e la mixa con un picchiaduro a scorrimento, forse reinventando il genere. Tanto bello da vedere quanto fico da giocare.
L’ascolto di questo Gameromancer col Rolex™ è condizionato dal fatto che devi pagare il Patreon, pezzo di merda (o attivare la trial gratuita di una settimana che sblocca tutti e 224 i mini-podcast della tier da 5€).
Il livello di abbonamento più fico ad ogni modo rimane quello dove con un solo euro adotti un DAMS a distanza, potendo entrare nel gruppo Telegram riservato a chi scuce il danaro.
Se ti senti particolarmente spendaccionə c’è anche una tier da 10€ al mese, che ti permette di ascoltare gli episodi del lunedì senza censure e anche in formato video.
4000 miliardi di capitalizzazione non ti salvano dal capitalismo | segamentale
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
Tutti i licenziamenti e le cancellazioni di videogiochi attorno ad Xbox servivano per raddoppiare i margini operativi.
Mi sorprende zero che l’azienda che è entrata nei giochini perché aveva paura che PlayStation 2 fottesse quote di mercato ai PC ragioni guardando all’uovo oggi. Si sono spesi miliardi in team di sviluppo per riempire il catalogo di Game Pass, solo che nel momento in cui è diventato ovvio perfino a Phil Spencer che Game Pass stava bruciando più soldi di quelli che produceva si è andati nel panico.
Game Impasse
Riassunto a misura di normie: Microsoft il 7 maggio ha annunciato la chiusura di 4 studi nell’orbita ZeniMax (quindi Bethesda). Si parla di Arkane Austin, dev dell’incredibile Prey 2017 e di quella schifezza di Redfall, di Tango Gameworks (The Evil Within, Ghostwire Tokyo e Hi-Fi Rush)...
Non è bastato lasciare a casa migliaia di persone, non è bastato pulirsi il culo con tutti quei progetti che sembravano anche solo vagamente rischiosi, non è bastato raddoppiare il costo dell’abbonamento.
E non basterà, perché le poche cose che hanno funzionato in questi anni sono stati proprio gli azzardi.
Sea of Thieves era un azzardo, e adesso conta più di 40 milioni di giocatori. Hi-Fi Rush era un azzardo perché dai, nel 2023 chi cazzo vuole un gioco che sembra partorito da quegli enfant teribles che erano Clover Studio? Eppure Rare è stata fortemente ridimensionata e Tango Gameworks svenduta, perché secondo chi prende le decisioni è più sicuro provare a far sviluppare l’ennesimo remake di Halo allo studio che ha ammazzato la serie.
La divisione Xbox è diventata semplicemente troppo grande per prendersi certi rischi.
Comprando Bethesda e Activision il margine per gli Hellblade è diventato sempre meno. Non è un caso che The Outer Worlds 2 è enorme rispetto al primo (e viene venduto al doppio), e non resta che sperare non faccia la fine di Indiana Jones e l’Antico Cerchio perché aggiungere pure Obsidian alla lista di studi rovinati sarebbe veramente troppo.
Xbox è l’esempio perfetto di cosa succede quando giochi a questo gioco per lucro.
E non so quanti giocatori disposti a pagare per assecondare questa merda siano rimasti.
Il remake di Halo e altre stronzate della settimana
E così il sole tramontò anche sull’esclusività di Halo.
di Richard “Amaterasu” Sintoni
L’annuncio di Halo: Campaign Evolved sancisce la fine di un’era per Microsoft , che dopo 25 anni porterà una delle sue saghe più iconiche dalla concorrenza.
Per di più castrandolo male, perché con la Master Chief Collection che aveva già macinato un tot di milioni di copie vendute ri-rimasterizzarne un pezzetto togliendogli pure il PVP non è che sia sto gran lampo di genio.
Ma d’altronde chi siamo noi per criticare un’azienda che ha sputtanato 15 miliardi per comprarsi Zenimax per poi sbattere Starfield al D1 su Gamepass?
Master Chief è solo l’ultimo tassello perso da un mosaico di esclusive che sta andando a farsi fottere nel peggior modo possibile. Non tanto perché “ le stanno vendendo tutte ai sonary sigh”, ma perché a Microsoft sembra non fregare un cazzo nemmeno di provare a gestirle. Se non ci credete fatevi un giro su Sea of Thieves col crossplay aperto, e fate sapere quante bestie coi peggio cheat per rovinarvi la vita trovate prima di disinstallare dal nervoso.
Halo su PlayStation è una goduria per l’utenza Sony che guardava alla saga con l’acquolina in bocca da due decadi e mezza, ma è l’ennesima spia sul cruscotto della divisione gaming di Microsoft che sforna contentini per raccattare ancora qualcosa.
E c’è veramente poco ad accontentarsi di queste briciole, non c’è un cazzo da stare tranquilli ne a Microsoft ne a Sony.
Perché appunto sono rimaste le briciole. Le torte se le sono già spartite a colpi di premi produzione e di buone uscite.
The Outer Worlds 2 fa quel lavoro che Bethesda non vuole fare più.
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
È un RPG con tutte le maiuscole al posto giusto, perché mette al centro dell’esperienza quello che rende un gioco di ruolo tale. Non i numerini del cazzo e le statistiche, ma l’interpretare un ruolo.
Il background che scegli per il comandante sblocca opzioni di dialogo in tantissime conversazioni: questa non è Night City, a differenza di Cyberpunk 2077 dove l’essere Nomade o Corporate o quell’altra scelta che manco mi ricordo impattava su tre scelte del cazzo.
In The Outer Worlds 2 poi molto spesso queste opzioni di dialogo sono un reskin di quelle normali, ma quanto cazzo ti senti molto più il personaggio che hai scelto di recitare quando puoi effettivamente interpretarlo?
La cosa che mi ha mandato più fuori di testa è che a seconda di come giochi poi ti vengono proposti dei Difetti, delle coppie bonus-malus che sono contestuali alle azioni che hai fatto. Ho passato ore e borseggiare, e allora The Outer Worlds 2 mi ha proposto di farmi venire la cleptomania e farmi rubare random e senza controllo negli avamposti, ma in cambio di poter rivendere la merce che scottava al 50% in più.
Questa roba in una partita succede decine di volte e cazzo, cazzo se rende tutto quello che fai molto più tangibile.
The Outer Worlds 2 è probabilmente il sogno bagnato di chi si fa ancora le seghe su Fallout New Vegas. E ammettilo, dopo Starfield avevi smesso di sperare potesse succedere.
Una telefonata tipo col tuo caporedattore su un sito di videogiochi
di Igno
Igno questa settimana era on-fire, e s’è inventato questa telefonata fittizia in cui un caporedattore fittizio chiama un redattore fittizio che deve consegnargli una recensione… Dai, hai capito. Fittizia.
È sfizioso, ma si è deciso di non fare più critica alla critica sui profili social di Gameromancer, per cui il contenuto lo trovi anche in questo caso su Patreon. Però è gratis, basta l’abbonamento gratuito e tutto sommato ne vale la pena.
Ne voglio ancora!
E allora collegati circa alle 9:00 circa tutte le mattine su Instagram, Tiktok e/o YouTube. Se ti vuoi del male poi resta e perdi la mattinata a rispondere agli imbecilli che si pigliano male perché secondo loro stai paragonando Clair Obscur al giochino dei Pokémon e oh, Clair Obscur apparentemente ha cambiato la vita ad un sacco di gente che non sa manco scrivere correttamente il nome del gioco. Poser del cazzo.
Pokémon Z-A non è la merda che vi stanno raccontando | spammini
sempre più mio fratello. Non c’è altro da aggiungere.Il rovescio della medaglia della crisi del Tripla-A (specie dell’esclusiva Tripla-A) è che un sacco di stronzi adesso parlano di “rivincita dell’indie”.
Stronzi che evidentemente non hanno ascoltato l’episodio 220 di un certo podcast videoludicamente scorretto che parlava proprio di quando s’è iniziato a parlare di “rivincita dell’indie” nel dibattito (hint: se dobbiamo scegliere un’origine degli assi, mi sa che è Journey. Che non è indie. Come quasi tutto quello che la gente dice sia indie).
È una lettura pericolosa perché – un po’ assecondando il discorso paraculo ai TGA dell’anno scorso di Swen Vincke, CEO di larian Studios (dev di Baldur’s Gate 3) – viene fuori che “basta fare il giochino che vorresti giocare te”.
Vallo a dire a quelli che si sono presi in faccia lo shadow drop di Silksong. A quelli che per qualunque Cristo di motivo hanno giocato a quella che a tutti gli effetti oggi è una lotteria e hanno pescato un biglietto con su scritto “PUPPA” tutto in caps, perché qualcuno o qualcosa si è messo di mezzo proprio il giorno del lancio e quindi non raggiungeranno mai il break even point.
Raccontiamo sempre le storie di successo dietro al game dev, perché sentire la storia di Sandfall che ce l’ha fatta facendo il gioco che avrebbero sempre voluto giocare loro ci scalda il cuore. È umano, lo capisco.
Però per una Sandfall che ce la fa ci sono una decina di altri studi che quello stesso 24 aprile 2025 se lo ricorderanno come il giorno in cui hanno dovuto vendere casa e tornare a vivere con mamma e papà.
Non andare appresso ai pifferai magici. La speranza per i videogiochi non sta nelle botte di culo degli altri, per quanto queste possano scaldarci il cuore.
La speranza, l’unica, microbica fottuta speranza, è che iniziamo a togliere la testa dal culo e ragionare.
Se hai letto fino a qui piuttosto che spolliciare qualche carosello da caffè letterario del cazzo su Instragram, benvenutə nella resistenza. Benvenutə nella ribellione.
A seguito di un attacco illithid a Typo’s Gate, si risveglia su un nautiloide, e assieme ad altri gli viene impiantato un girino di mind flayer; il nautiloide però viene assaltato dai githyanki, una razza umanoide un tempo schiavizzata dagli illithid ed ora loro nemica, che riescono a farlo schiantare nel Faerûn.









Buono a sapersi per The Outer Worlds 2
A gennaio me lo gioco sicuro! (Comprandolo su steam, molto probabilmente)