Riassunto a misura di normie: Microsoft il 7 maggio ha annunciato la chiusura di 4 studi nell’orbita ZeniMax (quindi Bethesda). Si parla di Arkane Austin, dev dell’incredibile Prey 2017 e di quella schifezza di Redfall, di Tango Gameworks (The Evil Within, Ghostwire Tokyo e Hi-Fi Rush), di Roundhouse Games (di supporto per Redfall) e Alpha Dog Games (Mighty DOOM). Parte del personale coinvolto è stato accorpato in altri studi – Roundhouse è finita a lavorare su The Elder Scrolls Online per esempio – ma altri sono finiti per strada in barba ai progetti che pare avessero in pancia.
C’è da ridere per non piangere quando Microsoft dichiara che le servono più giochi come Hi-Fi Rush il giorno dopo aver chiuso lo studio che stava lavorando ad Hi-Fi Rush 2. C’è da piangere e basta quando Bloomberg conferma che stanno per arrivare altri tagli.
In queste ore la tentazione è quella di dare addosso a Game Pass. Senza tutti i numeri e le cifre davanti è difficile dire qualcosa che sia più di una speculazione. Però non vedo perchè non speculare.
Tanto più che penso di poter portare un punto di vista un po’ diverso da “Game Pass non è sostenibile” (che è comunque una cosa che su Gameromancer diciamo dal 2020). Non è la prima volta che Microsoft prende delle decisioni inspiegabili. E non è la prima volta che Phil Spencer evita il banco degli imputati semplicemente perché s’è dato questa immagine da “uno di noi” e gli si dà credito.
Prima però un po’ di podcastini clickbait™. Il Checkpoint è anche abbastanza propedeutico a questo discorso, perché se Game Pass è una cosa di Microsoft il Game Impasse è multipiattaforma.
Escape from TIRCHIOV, la gente contro Helldivers 2 e quanto tira ancora GTA V
“Vi abbiamo ascoltato”. “Il vostro feedback è importante”. “La sua soddisfazione é il nostro miglior premio”, come in quel vecchio fim con Lino Banfi. Porca Puttena.
La verità è che ovviamente alle aziende di noi poverə stronzə non frega una sega. Puoi aver pure speso 20 carte in più per poter flexare il titolo di Super Cittadino in Helldivers 2, ma vieni comunque dopo tutti gli azionisti.
Il massimo che si può dire è che vieni prima dei dipendenti, ma è solo perché a differenza loro tu paghi invece di essere pagato.
No more Nomura
In Final Fantasy 7 Rebirth non ci sono attività secondarie. A esser secondaria è la trama principale.
Sono oramai all'alba delle ottanta ore e ne saranno passate almeno dieci dall'ultimo avanzamento di trama che c'è stato, e sinceramente inizio a domandarmi quante di queste ottanta ho passato andando da un punto all'altro della mappa per pulire i cazzo di segnalini e quante invece alla ricerca di Sephiroth per dargli gli schiaffi che si merita.
E preferisco evitare di chiedermi quante ne ho spese per dei minigiochi necessari anche solo per salire su un montacarichi, altrimenti mi sale il nervoso.
Xbox went Big, now goes Home
Le due cose su cui si sta puntando il dito in queste ore sono queste:
Tango Gameworks era messa male da che s’è dato Shinji Mikami;
Game Pass non è (più?) sostenibile;
Il primo punto, senza girarci attorno, è una fregnaccia che poteva essere concepita solo da un settore formato da dilettanti entusiastə vittime della loro stessa retrofilia. Ho una stima enorme nei confronti di Mikami, ma se guardiamo il suo curriculum ci sono un sacco di flopponi per cui diventa evidente che il suo nome da solo non poteva essere una rassicurazione. Non per l’azienda che nel 2017 staccava la spina al figlio mai nato dell’altro enfant terrible della Capcom dei tempi d’oro Hideki Kamiya (su questo torniamo su, eh).
E dico “Capcom dei tempi d’oro” appunto perché è così che si spiega la fascinazione per Mikami, che non lavora attivamente ad un gioco dal primo The Evil Within (per TEW2, Ghostwire Tokyo e Hi-Fi Rush è stato solo produttore esecutivo). Era il 2014, dieci anni fa. L’idea che parte del motivo dietro la chiusura di Tango sia legato all’uscita di Mikami non sta semplicemente in piedi. Tanto più che Hi-Fi Rush è andato una spada sia a livello di critica (reato di Metacritic, ma 87 di media su 63 recensioni. Fun Fact tra cui la mia) che di pubblico, tanto che la gente voleva che 808 diventasse la nuova mascotte ufficiale di Xbox.
Chiarito che la reductio ad Mikamium è una cazzata, la domanda da farsi è:
Perché Tango Gameworks e non Everyeye?
Quello che si sta dicendo in queste ore è che i Microsoft Studios siano troppi e troppo sparsi around the world. La motivazione dietro le quattro chiusure starebbe lì, e non a caso parte della forza lavoro è stata accorpata negli studi superstiti rimanendo sempre in orbita ZeniMax.
Come dice Microsoft (in un’email interna di Matt Booty, capo degli Xbox Game Studios) a Redmond c’è tutto l’interesse ad investire in produzioni come Hi-Fi Rush. Questo perché sono perfette per Game Pass: non hanno i costi di uno Starfield (leggasi: se floppano fanno meno male alle casse), danno valore all’offerta perché la gente ci esce scema e virtualmente non c’è concorrenza. Oddio, le altre aziende del settore hanno un po’ fiutato la possibilità, vedi EA con ZAU e Ubisoft con gli ultimi due Prince of Persia. Però mettiamola in questi termini: Hi-Fi Rush deve competere con questi titoli e la lineup Devolver/Annapurna, Starfield se l’è dovuta giocare con Baldur’s Gate 3.
Il problema dietro Game Pass è la promessa, da cui adesso è molto difficile tornare indietro, di dover rilasciare in abbonamento già dal day one tutti i first party pubblicati. In un momento storico in cui il fist-party Tripla-A medio costa circa 200 milioni di dollari – o almeno è quello che spende PlayStation, percepita dal pubblico come lo stato dell’arte – per rientrare di queste cifre servono un sacco di persone abbonate. In più non è che Microsoft si sia limitata a comprarsi ZeniMax per 7 miliardi e mezzo e basta. Abbiamo passato tutto il 2023 a discutere l’acquisizione monstre di Activision-Blizzard-King costata 69 miliardi di dollari. Prima ancora Microsoft ha acquisito Obsidian, Ninja Theory e Mojang (oltre alla Proprietà Intellettuale di Minecraft). È logico quindi che a Microsoft servano “altri Hi-Fi Rush”, titoli piccola spesa massima resa che poi da una mesata a questa parte s’è scoperto che si vendono bene pure sulla piattaforma della concorrenza, oltre che su Steam.
Non abbiamo tutte le cifre, come dicevo prima, ma considerando che s’è smesso di comunicare i numeri di Game Pass e che il numero di abbonati dall’anno scorso non è più una delle metriche utilizzate per stabilire lo stipendio di Satya Nadella (CEO di tutta Microsoft) è ipotizzabile che la crescita del servizio non sia quella che ci si aspettava dopo tutte le spese pazze degli ultimi anni. Anche perché per un Hi-Fi Rush che ha funzionato e un Pentiment che c’ha dato poi le altre cose che sono uscite non hanno esattamente fatto proseliti.
Ci sono un po’ di cose che hanno in effetti funzionato, eh, e infatti sono finite quasi tutte anche su PS5 (Sea of Thieves, Grounded e i già nominati Hi-Fi Rush e Pentiment). Non mi sorprenderebbe se tra qualche mese la stessa sorte toccasse ad Hellblade 2. Smettendo un attimo i panni dell’analista per mettere quelli del giocatore mi farebbe piacere. Tutti dovrebbero poter godere del sequel di uno dei giochi più importanti dell’ultima decade (ma importante davvero, non come quando scrivi una recensione qualunque e per spingerla spari questa boutade).
C’è il già citato Starfield, che non è andato benissimo. Ad una mesata dal lancio sui server c’era meno gente che su Fallot 76 nello stesso periodo (e Fallout 76 è passato alla storia per essere un bidone dell’umido). Doveva essere il nuovo Skyrim, ci ha mostrato che forse dopo 13 anni di Skyrim ci siamo rotti il cazzo.
Ci sono Forza Horizon 5 e Halo Infinite. Dovevano essere le due grandi piattaforme che avrebbero trainato l’abbonamento, perché avremmo pagato il pass per continuare a volerli giocare. Sono morti nel giro di qualche mese, ed è un gran peccato sopratttutto per Halo perché dopo un reveal disastroso l’open beta del multiplayer era andata fortissimo e al lancio pareva che 343 avesse ribaltato la sorte, solo che poi si è dimenticata che i GaaS hanno bisogno che ci droppi contenuti a getto continuo sennò la gente torna su Warzone. A differenza di Starfield, che potrebbe tutto sommato uscire su PS5 sollevando qualche sfottò ma basta, è difficile immaginare che Halo vada multipiattaforma. Grandissimi cazzi da cacare.
C’è Redfall. LOL. Perché s’è data luce verde ad un progetto del genere?
Vogliamo aggiungere altri punti interrogativi alla gestione di Xbox? Non cito manco la scelta scellerata di Series S, torniamo invece al 2017. Che è tra le altre cose l’anno di uscita di Hellblade e di un sacco di cose. Ma che te le scrivo a fare, c’è una puntata fichissima del podcast con Andrea Porta dove se ne parla.
Nel 2017 Microsoft dopo un lungo tira e molla (fatto anche di un giro di preview a porte chiuse a Gamescom 2016. C’ero, ma ho visto solo Forza Horizon 3) decide che Scalebound non s’ha da fare. La gente non la prende benissimo, perchè quello del Giappone è un vecchio tarlo dell’azienda e oh, l’idea di avere il papà di Dante e Bayonetta a sviluppare un’esclusiva pesante per una macchina che all’epoca non era esattamente in formissima arrapa.
Parallelamente a Scalebound in seno a Microsoft si stava lavorando, già da prima del 2014 (anno del reveal del titolo all’E3) a Crackdown 3. La storia dietro Crackdown 3 è travagliatissima e attraversa praticamente tutta l’ottava generazione di Redmond, col gioco che viene utilizzato per advertizzare sostanzialmente una delle più grosse gimmick poi nei fatti mai realizzatasi di Xbox One, l’utilizzo del cloud computing per superare i limiti hardware della macchina e migliorare l’esecuzione in locale dei giochi. Il gioco verrà rinviato tre volte, e durante lo sviluppo succede pure che il dev team (Cloudgine) viene comprato da Epic Games nel 2018 lasciando la palla nelle mani di Sumo Digital. Crackdown 3 alla fine riesce ad uscire nel 2019. È un cazzo di disastro e non piace sostanzialmente a nessuno. E oh, magari Scalebound era in effetti combinato peggio, ma i fatti ci dicono che Phil Spencer ha preferito Terry Crews (che nel gioco interpreta il Comandante Isaiah Jaxon) a Hideki Kamiya. E la scelta non ha pagato per nulla.
Tornando ancora più indietro, il 10 novembre 2015 usciva Rise of the Tomb Raider. Che c’entra? Beh, per tutto il primo anno di vita del titolo il secondo capitolo della seconda terza Lara Croft è stata un’esclusiva Xbox One. Al lancio il gioco in Nord America, giardino di casa di Microsoft, non entra nemmeno nella top-10 dei giochi più venduti. Alla fine di quell’anno il gioco venderà poco più di un milione di copie. Alla fine del 2017 (nell’ottobre 2016 uscirà anche su PS4 nella sua 20 Year Anniversary Edition) le copie vendute sono oltre 7 milioni. Nel mezzo, l’impatto lasciato sul mondo Xbox da questa esclusività temporale è nullo, visto che anche in casa One riesce a vendere più di PS4 solo contestualmente all’uscita di Halo 5. In un anno dove Sony sostanzialmente rilascia lo stesso numero di first-party fatti uscire quest’anno, cioè una ciolla di minchia (oltre al DLC di Bloodborne).
Momento blast-from-the-past: Xbox One: inevitabilmente seconda?
Del 2015 di Microsoft avevo parlato in un vecchissimo speciale su I Love Videogames. Minchia quanto scrivevo parruccone. Meno male che poi son rinsavito.
Se vuoi farmi del male con delle GIF a tema parrucche l’esperto è El Danto. Il pezzo sta qua →
Andando a guardare anche il pregresso il quadro che emerge è che in buona sostanza tutta la parte giochini di Microsoft sia sempre stata gestita una merda. Game Pass potenzialmente è solo l’ultimo di una serie di errori che ha finito per rimbalzarci nel culo a vario titolo, commessi nella speranza di erodere quel monopolio PlayStation che ha vacillato solo in settima generazione, quando Sony ha tirato fuori PS3 convinta che avremmo fatto due lavori pur di comprarla.
Il problema è che più andiamo avanti e più mi sembra che la profezia che abbiamo scongiurato con PS3 si stia avverando su PS5.
Abbiamo speso 500€ al lancio per giocare il remake di Demon’s Souls e il DLC di Spidey. Siamo andati in sbatta perché in pieno coviddi non si trovavano le console da Mediaworld, e qualche stronzə ha finito per darne 800 ai bagarini. O a Game Stop coi suoi bundle fantasiosi per cui s’è presa pure una multazza.
Non appena le console hanno iniziato a ricircolare Sony ha alzato il prezzo di vendita della macchina di 50€. Non era mai successo nella Storia del Videgioco (in quella della tecnologia sì, vedi per esempio Meta Quest 2). In tutto questo è uscito un modello slim che di slim non ha un cazzo e i giochi continuano a latitare. Gli unici giochi che mi hanno fatto davvero sborrare sono stati Returnal ed Helldivers 2. Eppure parliamo di 60 milioni di PS5 vendute, e anche l’arrivo dei giochi first party su PC non sembra fermare la corsa.
Microsoft non è riuscita ad approfittare dei tanti periodi di magra di PS5 nemmeno comprando studi a destra e a sinistra. Nemmeno ficcando nel suo abbonamento chicche come Unpacking, Unsighted, Tunic, perché se tiri fuori 100 miliardi poi la gente s’aspetta di giocare triple e quadruple A che gli cambino la vita.
È un cazzo di impasse. È il Game Impasse, perché da uno scenario dove il monopolio del gaming è tutto da una parte non esce nulla di buono e ti devi accontentare dell’occasionale Returnal. E quando esce vende pure nammerda. Il tutto in uno scenario dove il giochino di sviluppare giochini sembra sempre meno sostenibile e tutto sembra approssimarsi sempre più al collasso.
L’unica cosa che siamo in grado di fare guardando l’abisso è l’ennesima console war.
Meme del cazzo, statement assolutisti e over-semplificatori, fregnacce tipo la cosa di Mikami. La gara a chi fa meglio proselitismo così alza più sub su Twitch e vende più servizi alle aziende di cui dovrebbe discutere in modo critico, invece di ospitarle nei suoi spazi per fargli dire quanto siano rockstar del pixel.
Tanto alla fine il conto lo paghiamo sempre noi poverə stronzə che al videogioco teniamo davvero.
Hellblade 2 esce tra una settimana ma il suo destino è già segnato.
di Davide “Celens” Celentano
Come quello di tutte le esclusive Microsoft degli ultimi anni, snobbate a prescindere per partito preso e completamente ignorate nella discussione quando si compara l'offerta a quella di PlayStation.
Non so voi ma a me di soldi non ne entrano da nessuna delle due parti quindi non ho interesse che se ne parli per forza in un modo o in quello opposto.
Mi farebbe piacere però che se ne parlasse in maniera onesta e super partes, senza trasformarlo in pretesto per portare acqua al proprio mulino.
Ninja Theory e soprattutto il capolavoro che è il primo capitolo, si sono ampiamente guadagnati il credito per riporre aspettative molto alte in questo sequel, qualunque sia l'hardware che andrà ad ospitarlo.
Poi dei problemi di Xbox magari parliamo in separata sede.
Todd Howard vorrebbe vedere i suoi giochini uscire in tempi più celeri, a me basterebbe vederli uscire più funzionanti.
di Richard “Amaterasu” Sintoni
O vederli uscire senza lasciare gente a casa, per dirne un'altra.
Buffo come l'essere da una parte della barricata o dall'altra cambi totalmente la percezione del discorso vero? Da una parte abbiamo il buon Todd che vorrebbe vedere i giochi uscire prima per poterci giocare nel fine settimana, e vadano pure affanculo lə dipendenti Bethesda che se li dovranno passare a lavorare – se mamma Microsoft non li licenzia prima come nel caso di Tango Frameworks o di Arkane Austin.
Dall'altra noi gonzi che siamo pure disposti a dargli ragione pur di vedere 'sto cazzo di The Elder Scroll 6 che allerta spoiler: sarà la stessa roba dello Skyrim che non ci siamo ancora stufati di ripagare eh. Ci manca l'edizione per lo scaldabagno e il tostapane poi siamo a cavallo.
A me fa morir dal ridere pensare che sono passati così tanti anni da Fallout New Vegas e non averlo ancora potuto recuperare perché pesa il culo farci il porting mentre di Skyrim ne sono uscite più di dieci versioni, una piu rotta dell'altra.
Mi fa molto meno ridere pensare a quelle due ore passate su Fallout 4 che mi hanno fatto cascare i coglioni, che mi pareva un'ombra pallida rispetto al 3. E mi fa incazzare che non si sia dato ad Hi-Fi Rush il tempo di vedere quanto avrebbe venduto su PS5 prima di staccare tutto stile Hackerino.
Sapete cosa non è una percezione mia invece? Fallout 76, che ci ha messo 4 anni di sviluppo per uscire disastrato com'era. Todd, pigliatevela con calma che è meglio, che la matta dal mazzo l'avete tirata su con la serie Amazon.
E mi sa non c'avete abbastanza santi in paradiso per salvarvi la faccia con un DLC ai TGA.
Ti amo 3080TI
di Pietro “Phatejoker” Iacullo
To the Moon and back. Fino alla luna e ritorno, come in quel giochino fatto con RPG Maker dove non ci sono i turni e nemmeno i combattimenti. C'è solo una storia, e tanto basta per capire quanto bene i videogiochi possono raccontare l'amore.
To the Moon and back. Fino al ritorno ad Arcadia Bay da Seattle, perché la vita è strana e certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Certi amori se ne strafottono delle leggi dello spaziotempo, e se ne strafottono anche di cosa sarebbe giusto e cosa sbagliato, se serve. Per cui alla fine premi cerchio e sacrifichi tutto il resto perché senza di lei non avresti nessuno per cui andare fino alla luna e ritorno.
To the moon and back. Attraverso il castello della strega come nelle fiabe. E come nelle fiabe deve esserci un per sempre felici e contenti alla fine. E quindi tieni la mano di Yorda nella tua, aggrappandoti a quel tasto R1 fino alla luna e ritorno.
To the moon and back. Perché se oggi sai amare è grazie ai maestri che hai avuto. Ai Fumito Ueda, ai Kan Gao, a quella persona per cui hai sentito per la prima volta la pulsione fino alla luna e ritorno.
I videogiochi forse erano solo una scusa per poter esprimerlo. Forse sono stati solo un modo per capirlo. Ma sicuramente ti hanno insegnato bene.
Spammini Tattici Nucleari™
con fa una roba molto fica e segnalata varie volte qui negli spammini. Quest’uscita in particolare è ganza perchè parla di The Artful Escape, ed è quantomeno una sorellastra del discorso che faceva Richard settimana scorsa. The Transgender Icon of Final Fantasy VII
Come avrai visto questa settimana in podcast sono venuti a trovarci Yachan e Filo. Filo in particolare durante l’episodio cita questo pezzo del 2018 uscito su VICE che beh, è un pezzone della madonna. Mi incazzo sempre con Filo quando mi fa dei discorsi per cui “non ne so abbastanza” e “non mi sento all’altezza”. Sono abbastanza sicuro che se facessimo un sondaggio tra la media dei critici di giochini qua in Italia tipo nessuno avrebbe letto ‘sto pezzo all’epoca.
Ottimo motivo per cui lo legga tu →
Cocoon: l’insegnante che non ho mai avuto
Ogni tanto perfino sul sito di Kojimo escono belle cose. No dai, è una cattiveria esagerata, SpaceNerd è una robina a modo. E consiglio fortissimo questo pezzo di Daniele Mantegna perché c’entra proprio il punto su quella ficata di Cocoon.
Che fun fact: era disponibile al lancio su Game Pass. LOL? Intanto leggi →
Monografia: Xenoblade Chronicles
Mercoledì scorso ho fatto una cazzata e quindi in podcast sono usciti sia il Checkpoint che l’ennesimo episodio di Calzati racconta stile Federico Buffa. Che è sempre meglio di Roberto Buffa. Molto fico. Sono ovviamente di parte.
Tra una settimana esce Hellblade 2. A costo di ripetermi il primo capitolo è stato davvero un gioco importantissimo da un miliardo di punti di vista. Se guardo alla mia storia personale tutta la produzione Ninja Theory è stata importantissima, in realtà. Il gioco esce il 21 maggio. Il 22 troverai su Spotify, Apple Podcast, YouTube eccetera una mia monografia su quello studio di Cambridge che ha iniziato a fare videogiochi per colpa del kung fu e ha finito per cambiare il mondo. Quantomeno il mio, di mondo.
Ci ho lavorato un sacco. Ho registrato e riregistrato. Mi sono fatto scalette e sceneggiato delle parti. Ho setacciato le colonne sonore dei loro giochi e una serie di talk e documenti per ricostruire un po’ tutto il percorso.
Ho giocato tutti i loro videogiochi. Questo però l’ho fatto negli anni. Perché non scherzo quando dico che c’ero nel 2003 quando Ninja Theory ancora non si chiamava così.
Se vuoi farmi un favore, metti il follow su Spotify. E soprattutto poi il 22 dammi feedback. Per il resto, come al solito, grazie-graziella-graziealcazzo per essere arrivato qui in fondo. Grazie un po’ di più se paghi il Patreon.
Grazie se sei Pulciaro e ti sei revisionato ‘sta lenzuolata a tema Xbox (che du palle), se sei Filo perché puoi immaginare perché, se sei Alteri ma tanto queste parole non le leggerai mai perché figurati, tanto le scrivo lo stesso.
Grazie per la segnalazione!
Non vedo l'ora che arrivi il 22