Dov'era Gondor quando dovevamo salvare la Game Culture?
Mi piacerebbe poter rispondere "a dare 5/5 nei musei ad Alien Colonial Marines", ma poi mi arrivano gli avvisi di garanzia. OPS.
Nella loro ricerca di uno Zero che li definisca i videogiochi hanno scoperto che lo Zero Brain vende. E vende pure le madonne.
È iniziata con l’idea di rendere i giochini più accessibili. Ci stava. Ci sta ancora. Ci sta finanche se prendi Diablo ed Elder Scrolls e provi a renderli più normaloni, a farli giocare pure sulle consoline del cazzo e a farli piacere a sostanzialmente qualunque essere dotato di pollici opponibili. Solo che poi abbiamo iniziato a farlo sistematicamente, non era più accessibilità by design, non era più una ricerca dell’origine degli assi dove nasce il videogioco ma mediocrità portata in trionfo. È Simone Barone che vince un mondiale mentre Roberto Baggio suca.
Dallo Zero allo Zero Brain è un attimo. Ti giri e Hogwarts Legacy dopo che l’hai separato dalla TERF è il gioco più titolato al mondo, poco importa se è robetta normalona che non sta in piedi mai a livello ludonarrativo. Ti distrai e Cyberpunk 2077 è una roba, non la più grande scammata di questo millennio.
È da un bel po’ di tempo che ogni volta che tocco una tematica anche solo vagamente tangenziale ai Game Studies si solleva un coro di stronzə che dice che l’accademia ha risolto la questione anni fa. Mi fa molto piacere, ma l’accademia ha tipo mai contemplato l’idea di smettere di masturbarsi durante quei rituali orgiastici che consuma nelle sue torri d’avorio (che a questo punto mi sa che bianche sono bianche, ma non è avorio) e venire quaggiù a spiegarlo alla gente vera? No. Non ha mai preso in considerazione l’idea. Quindi l’unica cosa chiusa da anni sono le vostre teste di merda.
E quindi sì, vi dovete cacare addosso. Perché la gente vera sta arrivando. C’ha fame, dopo anni in cui il massimo della cultura che c’avete dato sono gli articolini sulla dissonanza ludonarrativa. C’abbiamo fame su Patreon dove un po’ alla volta ci si sta riappropriando di tante tematiche “alte” senza necessariamente incensarle con l’arte del parolone. Grazie a chi scuce del grano ogni mese con buona pace di chi ha provato e ha fallito. C’abbiamo fame su Twitch, dove questa settimana è una di quelle dove ci priviamo del sonno per cercare di fare qualcosa di significativo. Grazie a chi scuce anche qui, exploitando Bezos e rendendo possibili cose come UltraPunk.
Bologna Nerd sta morendo e pare non ce ne freghi un cazzo.
Di Pietro “Phatejoker” Iacullo
Riassumendo al massimo sta andando così: l'immobile in cui Bologna Nerd è ospitata sta andando all'asta a seguito del fallimento della fondazione che lo deteneva.
Negli stessi locali sono ospitati anche Insert Coin, museo del videogioco che a differenza dell'altro museo del videogioco non è colluso con Alien Colonial Marines, e TILT, il museo del flipper.
Insomma, c'è questo Eden per nerd di tutte le età che mette pure a disposizione i suoi spazi per eventi, talk e cose di cultura del gioco in generale e non lo sapevi. Peggio, te lo stanno pure chiudendo.
Perché sì, di questa storiaccia di Bologna Nerd che rischia di finire (letteralmente) per strada frega un cazzo a nessuno.
Frega un cazzo alle istituzioni che a parte un paio di pacche sulle spalle e qualche le faremo sapere non si sono mosse, in barba al fatto che una roba del genere valorizza tantissimo il territorio in cui respira.
Frega un cazzo alle realtà di settore perché semplicemente non se ne sta parlando, e se per caso tu che stai leggendo scrivi su qualche sitino o banalmente c'hai qualche contatto che potrebbe dare una mano per favore fallo. C'è un link qui, non devi manco condividere questa newsletter. Spingi quello. Ma spingilo.
Frega un cazzo a noi, e mi ci metto in mezzo pure io, perché se non fosse stato per un tiro di dadi e per Francesco "Studio Loading" Bacchelli di questa storia non avrei mai saputo niente. A riprova di quanto sistematicamente ci pesa il culo quando si parla di giochini.
Adesso però sappiamo tutti e due che sta succedendo 'sta cosa. E tutti e due, io e te che stai leggendo, possiamo fare qualcosa. Dobbiamo.
Ogni euro donato è un euro in meno da chiedere in prestito (e dover restituire con gli interessi perché il capitalismo funziona così). È un euro in più per provare a vincere l'asta, visto che chissà chi parteciperà e quali saranno le offerte.
È un euro come ne spendiamo un sacco in puttanate. Non ci costa nulla. E magari può fare la differenza.
Se c’è una cosa difficile per me è consigliare un gioco a qualcunə.
Di Davide “Celens” Celentano
Non perché non ne abbia abbastanza in canna, anzi. Potrei passare ore e ore a insultarti (per scherzo, come si fa con gli amici) perché non hai ancora giocato a questo o quello mentre stai ancora perdendo tempo con la merda (ogni riferimento a qualsiasi iterazione della famosa serie Pokèmon è completamente casuale).
Però poi capita quella volta su un milione in cui mi dicono “Oh zio, alla fine mi hai scassato così tanto la minchia che sto per comprare questo. Oppure meglio quello? Dai che mi dici, questo o quello?”
E lì mi paralizzo.
Mani avanti su mani avanti perché “pensandoci, questo potrebbe avere un combat system un po’ legnoso e alla fine a me piacciono le cose artistoidi magari non tutti possono apprezzare” e in più bisogna considerare anche che “quello rientra in un genere un po’ complesso se non l’hai mai approcciato, forse tu prediligi esperienze più convenzionali”.
Sì, mi sto cagando addosso perché non voglio che i tuoi soldi ma soprattutto il tuo tempo ti risulti buttato a causa mia.
E poi c’è sempre quella spruzzatina di superbia, che le cose belle io certo che le capisco ma lə altrə saranno davvero prontə?
Forse dovrei smetterla. Mantenere profilo basso e farmi i cazzi miei. Basta rompere le palle alla gente per dirle cosa dovrebbe giocare.
Però pure te dai, ma sei unə coglionə, davvero non sai cos'è Before Your Eyes?!
Ha fatto anche cose buone (prima di finire su Everyeye)
A proposito di Before Your Eyes, c’è un vecchio Rolex firmato da quella delusione esistenziale che all’anagrafe identificano come Andrea Sorichetti che parla del giochino e lo fa pure discretamente bene.
Se la Critica Italiana mette in imbarazzo, succhiatemi ancora il cazzo [cit.]
C’è anche un Rolex nuovo. Ed è a prezzo popolare, ti basta solo 1€ per 30 minuti di rant/saggio/discorso attorno a Tears of the Kingdom come opera e come oggetto critico.
Mentre in Italia abbiamo il Corriere che si crea engagement d'odio da solo, all'estero il giornalismo d'inchiesta usa i giochini per combattere la censura.
Di Richard “Amaterasu” Sintoni
Dall'inizio del conflitto in Ucraina il governo russo ha oscurato qualcosa come 500 siti Internet, per evitare la diffusione di notizie scomode che danneggerebbero la sua immagine agli occhi dell'opinione pubblica.
Al quotidiano finlandese Helsingin Sanomat la cosa non è andata giù, e con la collaborazione di un programmatore che ha scelto l'anonimato per evitare ripercussioni ha pubblicato una mappa su CS:GO, nella quale ha celato una stanza dove sono state messe informazioni riguardanti l'andamento del conflitto in Ucraina. Un modo ingegnoso per aggirare la censura e per permettere agli utenti del giochino (che tira parecchio in Russia) di informarsi sugli sviluppi della guerra, lontani dalla massiccia propaganda scritta ed approvata dal governo di Putin.
Questa gente si è messa a disposizione di una popolazione che nel 2000estracazzo23 si è ritrovata senza la sacrosanta possibilità di informarsi su cosa stava combinando il suo governo all'estero, con tutti i rischi che ne conseguono.
Spero che qualcuno prenda appunti di questa storia.
Non possiamo sapere se e quando potremmo avere bisogno di giornalisti così.
You'd better watch out, you'd better not cry. You'd better not pout, I'm telling you why. Santa Claus UltraPunk is coming to town.
Michael Bublé ha fatto appropriazione culturale del Natale? Noi ci prendiamo maggio allora. Da stasera tutte le sere dalle 21:30 un panel diverso, ospiti diversə e che cazzo, molla l’ennesima live di streamer che fa l’oroscopo in chat e vieni a sentire un po’ di Game Fucking Culture. Manda a fare in culo Google News, le keyword di questa settimana sono due: una è quella che schiaccia a panino una parolaccia poche parole più su, l’altra è “riprendiamoci degli spazi dove fare qualcosa che conti davvero”.
Il programma:
L’infantilizzazione dei media e delle persone – 22 maggio
Ospiti: Raffaele Rubechini, Cecilia Formicola;
Conduzione: Maura “Mewra” Saccà;
Ally: Ilaria Celli;
Sfide e opportunità del (e nel) Game Design – 23 maggio
Ospiti: Claudia Molinari (We Are Muesli), Francesco Rugerfred Sedda (CMON);
Conduzione: Pietro “Phatejoker” Iacullo, Francesco “TheLawyer” Alteri;
Ally: Andrea Scibetta;
Creare personaggi di generi, etnie e identità non tue – 24 maggio
Ospiti: Fabio Scalini, Marco Spelgatti
Conduzione: Pietro “Phatejoker” Iacullo, Maura “Mewra” Saccà;
Ally: Stefania di Tella
La necessità del networking – 25 maggio
Ospiti: Simone Granata (Kibou Entertainment), Tiffany Vecchietti (Miss Fiction);
Conduzione: Maura “Mewra” Saccà;
Ally: Azalona;
Memoria e videogiochi: come ricordare senza farsi scammare dalla retrofilia – 26 maggio
Ospiti: Andrea Dresseno (IVIPRO), Valentina Paggiarin (Hive Division);
Conduzione: Pietro “Phatejoker” Iacullo, Francesco “TheLawyer” Alteri;
Ally: Mario Cortese;
Ah, un’altra cosa…
A chiusura di questo tour de force tremebondo abbiamo una sorpresa abbastanza grossa. Un indizio? Cambierà per sempre Gameromancer. Non dico altro. Ci vediamo stasera. Vedi di vedere.
Homo homini lupus (ma pure herpes)
Il post su Bologna Nerd è stato scritto eoni fa. Mi scocciava non produrre nulla di fungibile questa settimana, perché ho una malattia e si chiama bulimia da contenuti. Se non faccio qualcosa, qualunque cosa, mi sento appassire. Tra l’altro parlando di gente citata qui sopra il primo a diagnosticarmela mi sa che è stato proprio Sorichetti un paio di vite fa. Comunque.
L’altro giorno
ha pubblicato una nota su Substack dove constatava di come il 25% dellə suə iscrittə arrivasse da altre newsletter (tra cui questa) e come ne abbia ridistribuiti a sua volta circa meno quasi lo stesso numero. Confermo: Max è uno dei due stronzi che consiglia questa newsletter (l’altro è ) e ad aprile il 25% dellə nuovə iscrittə veniva da .Tutto questo non è per ringraziarlo.
Sinceramente penso di non sapere manco dove cercare le parole adatte per esprimere cosa penso di Max sia come giornalista di settore (e per una volta non lo scrivo con la y proprio per questo) sia come essere umano.
Tutto questo è per constatare come non sia così banale fare rete nel nostro (nel mio?) specifico caso.
Potresti pensare che ci goda a definirmi “l’uomo più odiato dalla critica italiana”. Non è così. Nel primo libro de La Spada della Verità ad un certo punto Goodkind ha scritto una delle tante ovvietà che penso di aver sempre pensato ma che poi hanno trovato una forma solo grazie alla cultura di altrə. A Goodkind e a La Spada della Verità sarò sempre legato per questo, anche se a dieci anni di distanza dalla prima lettura ho capito che l’oggettivismo è una minchiata. L’ovvietà è che possiamo essere solo quello che siamo, niente di più, niente di meno.
Non posso essere più di quello che sono, andare oltre i miei limiti e diventare all’improvviso una persona tollerante e paziente davanti alle troppe storture di questo mondo che poi inevitabilmente vedo riflesse nei videogiochi.
Non posso essere nemmeno meno di quello che sono: quella rabbia mi definisce, mi guida nella scelta tra quello che è facile e quello che è giusto (queste sono parole della TERF, purtroppo non scegli chi ti insegna le cose. Puoi solo bestemmiare se vive tanto a lungo da diventare J.K. Rowling). E oh, i modi sono deprecabili, ma penso di aver fatto un po’ di cose giuste. Soprattutto quando non era facile farle. È per questo che mi trovo spesso a non fare muro e addirittura a sponsorizzare persone che mi stanno sul cazzo. Che è quello che invece quellə del “facciamo rete” poi in realtà fanno solo tra amicə e tra circolini, perché da un albero di gatekeeping al massimo possono cadere cazzi nel culo.
È anche il motivo per cui lə figliə di Gioventù Ribelle sono ancora in giro a fare danni nel silenzio più totale (OPS, siamo a tre?). Siamo incapaci di prendere posizione assieme. Siamo il PD, lo dicevo qualche issue fa. Ci spezziamo con la stessa facilità del tonno davanti ai grissini in quel cazzo di commercial.
Arrivatə a questo punto forse ce lo meritiamo pure.
Spammini Tattici Nuclerari™
Che cazzo di casino pure questa settimana. Infatti si va di necroposting perché Gondor continua a sbattersene il topocazzo della Game Culture lasciando l’incombenza a noi emarginatə:
Damiano Gerli (quello del pezzo su Gioventù Ribelle peraltro, già spammato ma repetita
iuvigamusiuvant OPS QUATROOOO) su Multimale.it ha parlato di My House.wad, una roba fichissima che piglia DOOM 2 e lo fa diventare P.T. Leggi, merda;Te lo ricordi Filippo Tagliaferri quello di Romanzo Queerinale? Abbiamo fatto campagna acquisti e adesso è una delle Voci della Ribellione con la T e con la M. E ha scritto una cosa che manda in culo chi vorrebbe “giocare e basta”;
Ci ho messo una vita e mezza ma sono uscito con una rece di Coffee Talk Episode 2 che dissa qualunque videogioco uscito quest’anno e parla di Coffee Talk Episode 2 per sottrazione. E c’ha anche le scelte multiple, in culo a Cage;
Luca D’Angelo su Ilovevg torna nella Stanza delle Necessità e parla di Hogwart’s Transphoby a mesi di distanza;
Io ribadisco. Me la date una mano segnalando le cose fiche? Perché vabbè che vabbè ma sono stufo di segnalare soprattutto le cose che facciamo noi terroristə su GR (e qualcuno su TGM) o loro perbenistə su I Love Videogames perché se no non c’è la ciccia per compilare la sezione.
Ah, c’entra nulla ma altro spoilerino. Ci prendiamo l’estate per questa, ma c’è l’idea di rilanciare un po’ anche il caro vecchio Ilovevg. Magari ci scappa la versione 6 del progetto. Ma non dico altro.
Bella corposa questa. E oh, se sono riuscito a mettere assieme una issue bella ciccia anche in questa settimana dove abbiamo perso la testa appresso alle call preparatorie per l’UltraPunk, al [omissis, te lo dico il 26 maggio sera] e alle altre cose che stiamo preparando è perché ho la fortuna di essere circondato da persone interessanti.
Richard e Filippo si stanno inserendo un sacco bene in mezzo a noi. Scrivono cose, stressano (e va bene così, è la fame di chi è appena arrivato e che non voglio saziare, solo rendere un po’ più consapevole), propongono, discutono. Davide ormai è tre anni che è Gameromancer, l’ho visto entrare in punta di piedi, mi ha dato un sacco di soddisfazione quando ha scritto cose che dimostravano quanto capisse il progetto e ultimamente è in formissima. Spero che questo stato di grazia continui perché ok, è meno mediatico di me e di Fra e (ormai) di Maura, ma senza di lui ndo cazzo vado.
A proposito di Maura, la prima volta che ho pitchato UltraPunk 2 ci ho litigato pesante. “Non ci sono abbastanza donne”. “Ma ne abbiamo messe due”. “Non bastano”. Di primo impatto la tentazione di urlarle “fanculo te e le quote rosa” c’è stata, ma un po’ aveva ragione. Mi posso permettere di dire che le quote rosa sono sbagliate perché io il privilegio di essere rappresentato ce l’ho. A differenza sua (e Ma, stacce) non ho quello di essere validato dal circolino perché sono tokenizzabile, ma è vero che in quanto maschio se non danno spazio a me danno spazio a qualcuno che comunque mi rappresenta almeno al 70%. E quindi quello che va on air stasera è al 50% merito suo. Ha complicato le cose all’inverosimile, ci sono già delle robe che per UltraPunk 3 voglio cambiare, ma si cambia insieme e lo si fa per il meglio.
Calzati è Recoba. Visto che è interista, il merda, ci sta tutto. Non sono i piedi la cosa fatata ma le mani, però la voglia di non fare un cazzo e l’attitudine sono le stesse de El Chino. Recoba per un pezzo di carriera ha giocato nella squadra della mia circa città, il Venezia. Corsi e ricorsi storici. Tutto questo per dire che a Stefano pesa il culo e va inseguito, ma se questa settimana possiamo non registrare è perché la prossima il podcast videoludicamente scorretto lo copre lui con una monografia ragguardevole su Final Fantasy VIII e XV. Quando serve, c’è. Come Recoba.
Fra è Fra. Senza Fra, io non esisto. Sono contento di averlo incastrato in un paio di panel. Sono contento di averlo incastrato nella mia vita.
Tu sei l’ultimo ma non meno importante. O almeno così direbbero quelli sgamati. Io sgamato non lo sono mai stato. Possiamo essere solo quello che siamo, ricordi? Però se sei arrivato qui in fondo un grazie te lo meriti. Ti chiedo solo una cosa, anche se non dovrei: dacci una mano questa settimana. In qualunque modo: condividendo i panel, venendo in chat, scrivendo “bella live raga” sul gruppo Telegram… Quello che ti pare. Ma fatti sentire, perché queste sono le serate delle grandi occasioni. Quelle dove se non ci sei poi ti si chiede dov’era Gondor quando si provava a salvare la Game Culture.