Assassin's Cristo – la polemica di AC Shadows spiegata bene
È chiaramente un caso di razzismo. Ma 10 anni fa i razzisti si vergognavano di esserlo pubblicamente, quindi che succ?
Cos’è successo questa settimana nel circo dei giochini? Ubisoft ha fatto vedere il suo prossimo Assassin’s Creed, Shadows, che sarà ambientato nel Giappone di Oda Nobunaga e presenterà due personaggi giocabili. Uno è Naoe, una donna, e già qui puoi intuire quanto sia girato il cazzo ai very giocatory. Ma con l’altro Ubisoft ha vinto proprio il bingo delle polemiche, perché è Yasuke, il samurai africano elevato a questo rango proprio da Oda Nobunaga.
Dici “perché la gente è impazzita se quello è un personaggio storicamente esistito?”. L’argomento fantoccio portato avanti è “pensa ai poveri giapponesi che non vedevano l’ora di avere un protagonista giapponese in Assassin’s Creed e invece si ritrovano uno che sembra un altro Creed, cioè Apollo”. Paravento un po’ debole per il proprio razzismo, visto che appunto c’è un altro personaggio ed è effettivamente giapponese. Però penso che sia il caso di spiegare per bene sia perché Ubisoft abbia scelto Yasuke (e anche Naoe) e da dove nasca tutta questa insofferenza per la decisione. Oltre che da un malcelato essere persone di merda, ovviamente. Perché dobbiamo iniziare a fare anche un po’ di autocritica.
Spammino dei podcastini di questa settimana e poi prepara il fegato.
Chiedo metroidvenia…
Dobbiamo chiedere metroid-venia per questa puntata. L’idea era di parlare di metroidvania piccini, in tutte le declinazioni possibili del termine “piccino” (quindi fatto da un team di 1-2 persone, che si chiudono in poche ore alla faccia di Hollow Knight e via così). Solo che evidentemente ci hanno drogato il caffé e quindi è venuta fuori una di quelle puntate ignoranti – ho contato 8 censure da dover fare – dove non si dice nulla ma si ride un sacco. Almeno, noi abbiam riso un sacco. I nostri avvocati probabilmente meno.
Dioc*n Saint John – Days Gone anni dopo
Days Gone è un gioco brutto, con una storia banalissima scritta malissimo e un messaggio agghiacciante comunicato tanto dal racconto quanto dal giocato. Grezzo, sporco, abbozzato, vecchio, commerciale.
Però perché mi sono divertito così a giocarci?
Ah ha! A Scibetta è piaciuto il giochino fascio con le moto! In realtà il discorso che fa nel rolex™ sta abbastanza in piedi e penso di poterne fare uno simile, anche se con premesse diverse, per quanto riguarda Ghost of Tsushima (per fare un esempio). In ogni caso è una di quelle puntate col paywall solo per chi paga il Patreon, per cui:
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Il vero razzismo è chiamarlo Shadows
Al solito, se questo contributo esiste è anche grazie alla discussione avuta sul nostro gruppo Telegram Join The Rebellion. Il senso della ribellione sta proprio qui, nel dialogo. Se ha senso anche per te, sei lə benvenutə.
La prima cosa da chiedersi è perché Ubisoft abbia scelto Yasuke come protagonista del prossimo Assassin’s Creed. Per la prima volta da che esiste il franchise (2007, quindi 17 anni) che si potrà giocare una protagonista storicamente esistito, cosa che tendenzialmente si evita perché implica dei paletti a livello di trama e sviluppo del personaggio abbastanza stringenti – per fare un esempio relativo ad AC Brotherhood, li ti puoi inventare che Macchiavelli abbia scritto Il Principe pensando ad Ezio Auditore, ma Il Principe lo deve scrivere e da lì non si scappa.
E allora perché Yasuke? Perché Yasuke è nell’invidiabile posizione di essere un elemento già noto agli impallinati di folklore giapponese (tipo che l’intrattenimento nipponico è pieno di opere che si rifanno a lui, da Afro Samurai fino al Samurai di Ossidiana di Nioh) e contemporaneamente una figura di cui si sa comunque poco. Sappiamo che era schiavo di alcuni gesuiti arrivati in Giappone. Sappiamo che Oda Nobunaga rimane colpito dal colore della sua pelle e lo volle con sé a tutti i costi. Sappiamo che lo addestrò come samurai, che è sopravvissuto all’Incidente di Honnō-ji (dove Nobunaga fu costretto al suicidio) e che ad una certa si son perse le sue tracce. Oltre al fatto di giocare con un’icona, c’è quindi anche parecchia libertà di manovra a livello creativo.
L’elefante nella stanza è che Yasuke è nero. Nell’epoca in cui viviamo oggi questa cosa permette di spuntare una casellina dalla lista dei token da includere in nome di quello che gli stronzi chiamano “politicamente corretto”, ma in realtà dovremmo definire economicamente corretto. Le aziende non includono personaggi che fanno parte di minoranze perché sono virtuose o perché hanno paura di ritorsioni o menate di questo tipo. A parte una minoranza rumorosa di invasatə che portano avanti istanze assurde (e molto spesso nemmeno fanno parte della minoranza che nella loro testa stan difendendo), nessuno percepisce davvero come un problema che per esempio in Days Gone non ci siano degli zombie neri. Le aziende includono questi personaggi perché molto banalmente sperano di vendere i loro prodotti alle minoranze rappresentate, appropriandosi delle loro battaglie sociali per cui stanno chiedendo più spazio anche nell’intrattenimento.
È banale e becero capitalismo, esattamente come per qualunque altra decisione si prende attorno ad un videogioco. Oggi si sviluppano open world stipati di contenuti che durano 80 ore proprio perché si cerca di intercettare più pubblico possibile dandogli quello che vuole.
Si chiama “design by spreadsheet”: visto che mediamente questo o quell’altro elemento vende, lo sviluppiamo. Visto che questo o quell’altro floppa, no.
Non è un’invenzione di quest’epoca e anche nei videogiochi questa mentalità è sempre stata presente. Si è semplicemente fatta più insistente da un certo punto in poi – che io a sentimento posiziono durante la settima generazione, quindi PS3 e Xbox 360. In Assassin’s Creed Shadows abbiamo un protagonista nero e un protagonista donna per lo stesso motivo per cui avremo – presumibilmente – gli avamposti, le quest secondarie e la progressione in stile rpg: gli executive hanno deciso che fa bene ai ricavi.
È un fenomeno generalizzato. Non succede solo in Ubisoft e non succede solo nel videogioco: Netflix spesso e volentieri produce contenuti by spreadsheet allo stesso modo, e anche filiere estremamente mainstream come i film della Marvel di Disney hanno iniziato ad abusare di questa tendenza. Il risultato è stato quello di creare un moto di insofferenza verso questo approccio, che purtroppo poi nella testa di troppe persone è sfociato nell’insofferenza verso le tematiche stesse. La serie TV di She-Hulk tratta malissimo diverse delle istanze femministe, ma questo non rende meno vero che nella società di oggi una donna che mostra la sua rabbia viene bollata come isterica. Il problema sta nella scrittura sciatta, non nell’idea di fondo che questa voleva far emergeree.
Ovviamente la destra è stata molto lesta ad approfittare della cosa: razzisti, misogini e merde varie hanno fatto la stessa cosa che poi in effetti s’era fatta ai tempi del Gamergate: ammantare le proprie idee disgustose con un fine più alto, mandando a troie il discorso e convincendo della bontà del loro ragionamento l’uomo della strada.
Nello specifico di questa polemica dei “poveri gamer giapponesi” che finalmente Ubisoft stava aiutando a casa loro non ce ne frega un cazzo. Il punto è Yasuke sbarcato dal gommone.
È l’imposizione di dover giocare un personaggio nero e l’avere come unica alternativa un personaggio donna, in un’industria che fino a ieri l’altro – specialmente in casa Ubisoft – realizzava videogiochi che parlavano la stessa lingua di queste merde (visto che secondo gli executive “un personaggio donna non venderebbe mai”). Il punto è tutto qua: fino all’altro ieri erano in cima alla catena alimentare e le aziende seguivano i loro soldi. Adesso le aziende seguono anche i soldi dellə altrə, facendo quello che hanno sempre fatto le aziende, ma è più comodo puntare il dito contro una presunta dittatura del politicamente corretto che contro il sistema economico che ci hanno insegnato essere “il migliore di quelli possibili”.
Succede poi che in tutto questo vengano fuori statement e profili che introiano il discorso pur stando dalla parte giusta – vedi appunto l’esempio degli zombie neri assenti in Days Gone – che vengono strumentalizzati da chi sta a destra, che li porta come esempi per gli “indecisi” del fatto che vogliono cancellarti i videogiochi. A questo punto quindi poco importa che Yasuke sia un personaggio realmente esistito, poco importa che ok, Sony abbia dato via libera ad Aloy perché era economicamente corretto ma il lavoro che c’è dietro il personaggio da parte di Guerrilla sia incredibile.
Poco importa qualunque tipo di logica o di razionalità: ti hanno convinto che esiste la dittatura del politicamente corretto e ‘sta cosa non ti va bene. Anzi, ti fa paura, perché poi senti un sacco di storie di persone che vengono cancellate o finiscono nel tritacarne (che se lo meritino o no, a questo punto chissene) e inizi a temere che potresti essere il prossimo. Potrebbe succedere anche a te perché ridi alle battute di Ricky Gervais, hai messo il segui a quel profilo, t’è piaciuto Days Gone che è stato sviluppato da un tipo mezzo fascio e allora sei mezzo fascio pure te. Non importa che questo pericolo esista davvero o sia circoscritto a poche mele marce (suona familiare, ve?). Ti hanno convinto che esiste, e tanto basta per renderlo vero.
In questo momento sappiamo che ignorare il problema non porta a nulla, perché ci sono evidenze storiche – tipo il già citato Gamergate – dove girarsi dall’altra parte ha portato il fenomeno a diffondersi. Non abbiamo la controprova che facendo militanza attiva, fornendo un’alternativa, sarebbe cambiato qualcosa. Però sappiamo che non facendo un cazzo succede che ti ritrovi Trump alla Casa Bianca. Di contro ogni battaglia che scegliamo di combattere alimenta nella testa degli indecisi l’idea che loro vorrebbero “giocare e basta”, facendo il gioco della destra che storicamente prospera dove non ci si fa domande. In più chi fa militanza non riesce a fare fronte unito, perché si trova sempre un pretesto o l’altro per dire che per scendere in campo devi essere virtuoso almeno così e te virtuoso non lo sei abbastanza. È l’errore tipico della sinistra, che è da sempre un enorme cosplay del PD e delle sue correnti e correntine, maggioranze e minoranze, lotte intestine che non portano mai ad un gran cazzo di niente.
Nel mezzo l’unica consolazione è che a gran parte di chi gioca non solo di tutto questo non frega nulla, ma manco sono al corrente della polemica attorno a Yasuke.
Ed è una consolazione solo perché ho paura di sapere cosa farebbero altrimenti.
Ma le storie sappiamo ancora raccontarle?
di Davide “Celens” Celentano
Non solo nei videogiochi, in tutto l'intrattenimento sembra essersi completamente persa l'abilità di fare tantissimo col poco che si ha a disposizione.
Gli infiniti terabyte di disco rigido, i minuti e minuti di pellicola disponibile, sembra quel meme in cui i tempi semplici portano a persone deboli, che a quanto pare non sanno più gestire l'economia di una narrativa. O perlomeno, ora che non c'è più bisogno di farlo pare si siano dimenticati che a volte i limiti possono essere sfruttati a proprio vantaggio.
E quindi tutto è dilatato, i giochi si pesano in decine di ore, le serie TV hanno sempre quel paio di stagioni in più di cui nessuno sente davvero il bisogno e non si trova più un film sotto le due ore e mezza manco a pagarlo oro.
Ma siamo sicuri che più tempo equivalga necessariamente a meglio?
Perché La La Land è anche bello, ma Perfect Blue per scoparti completamente il cervello ci mette giusto poco più di un'ora.
Le voci dicono che ti puoi fidare. Io, ridotto a mia volta a pura voce, non vedo perché dovresti.
IN USCITA MERCOLEDÌ 22 MAGGIO: SAVE THE DATE! (e metti il follow)
Ti accontenteresti di un resoconto di seconda mano di qualcosa che puoi vivere in prima persona? Se ti raccontassi com'è far sesso, che sapore ha il manzo kobe, cosa vuol dire tenere in braccio una bambina appena nata e quattro anni dopo ritrovarti a insegnarle qualcosa, sarebbe abbastanza?
Hellblade è questo.
È un simulatore di malattie mentali, la cosa che più va vicina a percorrere un miglio nelle scarpe di chi non è in pace nemmeno da solo. È più di un videogioco, è più videogioco di tanti altri. "Video" e "gioco". Come se ci fosse un obbligo sull'essere divertente, no? La letteratura ha già deciso anni fa che sia una fregnaccia.
Ma chi il videogioco lo vive e lo consuma ci crede ancora. E allora tutto quello che posso dirti è: gioca Hellblade. Anche se ti dicono che è ripetitivo, che ci sono pochi nemici, che Senua ha poche mosse.
Gioca Hellblade. E decidi se ami davvero il videogioco, o ti accontenti di guardargli il culo né più né meno di come faresti con un random encounter nella vita vera.
PlayStation 5 è un concerto che è iniziato quattro anni fa e con i main event rimasti fermi all'aeroporto.
di Richard “Amaterasu” Sintoni
Eppure le premesse coi gruppi d'apertura c'erano tutte eh. Tra il remake di Demon's Souls che lo aspettavamo da quasi un decennio manco fosse la reunion degli Oasis e quel gruppetto underground che è Astrobot cazzo, c'eravamo scaldatə a sufficienza nel pit.
Poi boh, qualcosa è andato storto. Vuoi che eravamo in piena pandemia e senza console forse abbiamo pensato che le rockstar fossero rimaste chiuse nei camerini, almeno finché Returnal non ci ha fatto urlare al miracolo con la cover di "Don't Fear the Reaper" e pareva un buon segno, ma poi?
Niente, silenzio tombale sul palco, se non per qualche timido tentativo da parte di qualche stronzə che s'è ritrovatə con una chitarra in mano e delle buone idee, qualche altra band che ha riproposto i vecchi CD ma in riedizione, ma lontanissimi dalle hit degli anni passati.
E anzi, c'hanno pure alzato il costo della birra di trenta sacchi all'anno per farci attendere. E cazzo c'abbiamo talmente tanta sete che non ci abbiamo pensato troppo a tirar fuori la carta di credito e strisciare sul pos.
Alla fine siamo ancora qui, dopo quattro anni ad aspettare 'ste rockstar che escano fuori a fare casino. 'Ste merde che si fanno desiderare sul main stage.
Meno male che basta cambiare palco e andare a sentire i gruppi indie sui palchi un po' più piccoli. Quellə che avevano un garage, due strumenti e tanta voglia di suonare.
Quellə che ancora c'hanno cuore per l'arte.
Spammini Tattici Nucleari™
Giocare senza HUD: i videogiochi senza filtro
Ho venduto a PoteriArcani La Rivista Ufficiale™ l’ennesimo pezzo che poteva diventare invece una puntata del podcast. Magari più avanti la famo comunque.
Intanto vai a leggertelo su TGM →
I 100 giochi che mi hanno insegnato il Game Design
Filo segnala questo video ragguardevole di Game Maker’s Toolkit (che se non lo segui sei una persona male) nel topic Spammini del già linkato gruppo Telegram, a cui puoi iscriverti adesso senza indugi.
Ho creato il gioco di carte più complesso della storia.
Non conoscevo Matthew Coder, ma il già citato topic Spammini su Telegram ha partorito anche questa segnalazione e adesso lo conosco. Sta facendo una challenge mattissima dove ogni mese sviluppa un gioco di un genere diverso. Ficata.
Ma me lo compro Manor Lords?
Arriverà anche un’ante sul blog (forse. Con Alteri si sa mai). Intanto Fra mi ha rapito per 50 minuti per raccontarmi la rava e la fava di Manor Lords. Ci siamo registrati così conta come content™.
Ringraziando Francesco Silvi per la segnalazione, sponsorizzo molto volentieri anche IndieMania. È un evento “a la Summer Game Fest” ma a tema indie, ad occhio pare che ci siano anche un po’ di amici e amiche e oh, segnare assolutamente in agenda. Noi magari lo portiamo su Twitch a scazzo.
È la settimana di Hellblade. È uscito anche Read Only Memories: NEURODIVER. Sono state le settimane di Animal Well e prima ancora di Hades 2. Stanno finalmente iniziando ad uscire dei giochini di cui avrò e avremo un sacco di voglia di parlare. Spero che lo spazio per farlo ci sia anche qua in newsletter, perché vorrebbe dire che per un paio di settimane le polemichette c’hanno mollato e non c’è necessità di spiegarle.
La spiega di questa settimana secondo me era doverosa a costo di ripetere cose che sono già state dette a gente che già le sa. Come dicevo in un box più sopra, stiamo perdendo. Non “noi di Gameromancer”, ma in generale un po’ tutto il movimento culturale attorno non solo al videogioco ma all’intrattenimento tutto. È sempre più difficile combattere la merda, siamo sempre più divisi tra noi e non a caso tra un tot rischi pure di viverti un secondo mandato di Donald Trump come presidente dei cazzo di Stati Uniti.
Bisogna che facciamo qualcosa. Cosa, non lo so.
Vorrei rompere casa a tutti quei coglioni che si mettono a far polemica inutile
Io ragà sono veramente stufo delle persone.
Più vado avanti, più mi rendo conto che non je la faccio a reggere certe polemiche: Yasuke nero è una tra queste.
Anche perché se ne fa una questione razziale, ci si infila la "woke culture" perché il Samurai nero non va bene, però nessuno che ha mai criticato Blackthorne di Shogun (che è un'opera di fantasia tratta da un romanzo. Peraltro tutti son felici della seconda e terza stagione, io mica tanto), così come nessuno si è fatto domande col protagonista di Ni-Oh.
Mi sono proprio rotto il cazzo di questi problemi non problemi: siamo una società in cui ci sono persone che non si vergognano di essere razziste e si nascondono dietro al fatto del "non si può più dire niente" o della scarsa rappresentazione del loro gruppo sociale nei tempi moderni.
Siamo arrivati al paradosso grottesco.
Vi giuro che più passa il tempo, meno ho voglia di interagire con qualsiasi tipo di essere umano al di fuori della mia microbolla.
Per quanto riguarda il discorso PS5, le console ormai sono cavalli di troia per fare entrare nelle vostre case i PC.
I dispositivi da salotto che attacchiamo sotto le TV non sono altro che PC mascherati che le aziende caricano di promesse, di pezzi da '90 che sfruttano l'hardware "customizzato"
Vi ricordate la fregnaccia dell'hard disk super veloce di ps5 e che i suoi giochi mai e poi mai sarebbero potuti girare sugli SSD dei PC? Poi com'è andata a finire?
La console al giorno d'oggi è marketing, non hanno molto senso e giorno dopo giorno perdono sempre più grip.
Anche perché sono sempre più convinto che meglio comprarsi un handheld PC che ps5.