Almeno sono recensioni oneste...
Te pare che potevo esimermi dal parlare DI NUOVO di recensioni?
A latere – come dicono quelli bravi – della Gran Polemichetta della Game Critic™ di settimana scorsa per cui se non conosci abbastanza JRPG vecchi allora non puoi parlare di quelli nuovi, anche se quelli nuovi decostruiscono quelli vecchi superando le loro idiosincrasie di design, il Cummenda Calzati la tocca piano con una monografia su Golden Sun e la serie Mario & Luigi. Aka le due cosine che hanno ispirato Sea of Stars e si respirano dippiù in Sea of Stars anche se tutti i vecchiardi citano Chrono Trigger.
La Gran Polemichetta della Game Critic™ di questa settimana riguarda le recensioni più oneste dell’Internet delle edicole. E sì, hai letto bene. Ho scritto “edicole”. Quella cosa dove andavamo da bambini a spendere 3€ per un pacchetto di carte di Yu-Gi-Oh taroccate che ad un certo punto della nostra esistenza abbiamo smesso di frequentare. Però oh, qualcuna resiste ancora – non quella di Malcontenta di Mira (VE) dove spendevo io impunemente i miei soldi, ma qualcun’altra sì.
L’oggetto del content(endere) è che appunto PSM sta per tornare in edicola edita da Sprea e che la copertina del nuovo numero 1 del magazine promette “le recensioni più oneste di Final Fantasy XVI, Armored Core e Baldur’s Gate 3”.
Ora, a leggere “Sprea” e “oneste” nella stessa frase ti dovrebbero venire le convulsioni.
Se non sai perché, c’è questo vecchissimo topic del forum di TGM (è solo incidentale che poi io attualmente scriva anche su TGM, davvero) che fa un recap puntuale di una delle storie più sordide della nostra editoria del giochino™. Non ti bastasse, c’è anche questo post del 2009 sul blog di Zave che chiarisce un po’ in che giro si colloca questa rinascita di PSM. E a voler esagerare anche l’editoriale di apertura del numero #2 di Ludenz, Memorie, parla proprio di cos’è successo a PSM prima del suo “fortunato” rilancio del 2017 – durato tipo 3 numeri, a memoria. Insomma, io leggo Sprea e penso porcod LOL. E già questo dovrebbe automaticamente chiudere la questione, però oh, ha fatto scalpore quel “recensioni più oneste” per cui chiediamoci perché.
Dopo gli spammini e il resto della roba che sei abituato a vedere nella newsletter, ovviamente. Anche perché c’è da parlare (di nuovo) pure di accessibilità vs difficoltà, di Jimbo Ryan e che cazzo te lo spoilero a fare, leggi testina, no?
Dobbiamo darci tutti una cazzo di calmata.
Di Davide “Celens” Celentano
Dallo sbraitare ed insultare una persona in pubblico perché le è piaciuto un giochino che a noi ha fatto schifo, al trasformare una innocente pubblicità di un supermercato in una presa di posizione politica e farsi la guerra (sempre rigorosamente dietro il sicuro schermo di un telefono), tutto questo clima di aggressività ha veramente stancato.
E hai voglia a dire che sono solo poche mele marce (forse in questo caso ci starebbe meglio pesche). Magari sarà anche vero, ma nella pratica la realtà è che il dibattito è costantemente annichilito. C'è talmente tanto casino che nessunə ascolta nessun altrə e se non c'è dialogo, parlare non serve a un cazzo.
Oltre che a far soffrire chi è un po' più sensibile su certe cose, si capisce. E magari a riempire il portafoglio degli avvocati.
Fa ridere constatare come paradossalmente in questo clima insostenibile, sarebbe invece Gameromancer a fare caciara e polemica e avvelenare il pozzo.
Il pozzo non ha bisogno di essere avvelenato, ci siete già voi che ci vomitate odio e violenza da anni.
Noi, se permettete, si cerca solo di parlare di ̶v̶i̶d̶e̶o̶g̶i̶o̶c̶h̶i̶ vita vera.
Se vi stanno così in culo le patch correttive tornatevene in sala giochi.
Di Richard “Amaterasu” Sintoni
Quanto è bello vedere quanto i very gamers s'incazzino nel vedere un titolo che viene ribilanciato per i più disparati motivi, che sia perché gli nerfano l'arma preferita o riducano gli HP di qualche boss.
Li vedi contorcersi dal dolore, sbraitare oscenità ed urlare allo scandalo mentre il loro pene perde lunghezza, perché cazzo se si sentono toccati nella virilità.
"Ai miei tempi un gioco si giocava per come era uscito! Mica frignavamo se non buttavamo giù il boss".
No stronzə, ai tuoi tempi gettavate stipendi nei cabinati e tiravate cartoni ai muri. C'ero anche io a sputtanarmi la paghetta su Metal Slug.
"In From si che sono seri, queste cose mica le fanno". Si, peccato che Radhan sia stato nerfato quattro volte in tre mesi perché era sbilanciato e rovinava quello che è uno dei fight più belli di Elden Ring.
Ma sinceramente dei vostri istinti sadici e masochisti alle aziende non gliene frega un cazzo, e tantomeno dovrebbe a chi vi circonda. Frega solo a voi che dovete per forza sentirvi più bravə, più capacə e più sommelier di stocazzo all'urlo di "se non siete capaci tornate a giocare a Prato Fiorito".
Ma se vi fa stare meglio prego, continuate pure ad urlare. A furia di chiudere le porte presto o tardi in quelle stanze di merda resterete soli col vostro ego.
Ed a noi continuerà a non fregarcene un cazzo.
Questa settimana non ho contenuto Patreon da sponsorizzare (a parte un flusso di coscienza su Cocoon) perché siamo dellə lavativə. Eppure sono qui a chiederti la questua lo stesso. Che gran faccia di cazzo, vè?
Abbiamo un po’ di idee per il prossimo futuro. Odio svenderle in questo modo, ma è anche giusto rassicurare chi i soldi li sta già mettendo e non è che può accontentarsi di aver adottato un DAMS a distanza nel gruppo telegram riservato allə abbonatə. C’è stato solo qualche imprevisto, ma arriveranno cose a bomba. Tipo, Hideki Kamiya è grande assente dai post di questa settimana mica per caso…
Visto che l’argomento della settimana sono le “recensioni oneste” e oh, m’è capitato mezzo milione di volte di non essere allineato al sentiment attorno ad un particolare giochino in uscita, ripropongo un case study interessante. Cioè Atomic Heart.
Dal player integrato di Patreon comunque i 5 primi minuti di tutti i Rolex™ sono ascoltabili gratuitamente. E puoi attivare eventualmente la trial gratuita di una settimana per accedere a tutti e 109 i contenuti audio esclusivi dell’abbonamento. Incluso Cocoon – gioca Cocoon, Cristo Santo.
Puoi supportarci anche abbonandoti su Twitch. Se hai Amazon Prime è “gratis”, e ti famo entrare comunque nel gruppo per i Patron.
La cosa stronza è che Jim Ryan lascia una PlayStation più in forma che mai.
Di Pietro “Phatejoker” Iacullo
A noi nerdazzə sono state sul cazzo praticamente tutte le sue decisioni. Ci siamo sentitə presə per il culo quando “credeva nelle generazioni” e poi (quasi) tutta la lineup usciva anche su PS4, quando è aumentato il prezzo di PS5, quando si è deciso di rispondere ai Nintendo Direct con degli State of Play dove erano le terze parti a pagare Sony per avere spazio e di conseguenza Sony ci propinava dei markettoni invece che delle pseudo-conferenze.
Eppure PlayStation è ancora il brand più forte del settore e nonostante tutto PS5 vende le madonne.
È perché non c’è una concorrenza vera? Eppure dall’altra parte c’è Game Pass, c’è Bethesda, ci sono oltre 80 miliardi spesi per comprare studi e giochini. E non può nemmeno essere che “ormai PlayStation è PlayStation”, perché di cazzi in culo per scelte scellerate ai tempi di PS3 ne sono volati. E pure senza vasella.
Le possibili conclusioni sono due: o siamo più stronzə noi e nonostante tutto continuiamo a comprare PlayStation oppure Jim Ryan a livello puramente aziendalista grosse cazzate non le ha fatte.
Alla fine i giochini PlayStation Studios su PC non hanno indebolito il brand come si pensava e tutto sommato al grande pubblico degli eventoni dove per sbaglio dici che il Remake di Demon’s Souls arriverà anche su PC gliene frega una sega. È un gioco di prestigio, e la gente guarda dove vuole che guardi l’illusionista anche se gli spieghi il trucco.
La gestione di Jim Ryan nel grande ordine delle cose non ha cambiato un gran cazzo.
Non so fino a che punto sia una bella cosa. Assomiglia tanto ad un’altra vittoria del capitale.
Palinsesto (San Giovanni) della settimana
In un inedito orario shiftato indietro di mezz’ora, mercoledì vengono a trovarci Eleonora Stingone e Marco Lazzeri per parlare di un loro progetto in collaborazione con PlayStation Italia che sfrutta la Realtà Virtuale come terapia psicologica. Psicologia & Giochini è un fronte dove in passato abbiamo bazzicato abbastanza perché ormai per poter parlare di videogioco qualche nozione di psicologia è fondamentale, per cui serata da non perdere.
21:00. GameromancerLive. Se non ci sei non sei onestə.
A breve poi I3 + QUE3R. Ci siamo quasi. Se fai giochini, dai un occhio qui. Se non li fai ma conosci qualcuno che li fa, spargi la voce. Vogliamo o no l’E3 del videogioco italiano? Ne stiamo organizzando due.
Spammini Tattici Nucleari™
Iniziamo dal Sacro Blog, direi:
Fra “Bass” Bellomo di Akiba Gamers s’è espresso sulla questione riviste e recensioni honeste (dai che nella prossima sezione c’è l’editoriale, stronzə). Gameromancer ormai confermato tribuna politica per discutere l’editoria di settore. Praticamente siamo Il Processo di Biscardi ma senza juventinə;
La dottoressa Saccà s’è cimentata in una rece™: sotto schiaffo è finito DotAge, rogueli*e littorio che è stato in sviluppo per tipo 9 anni;
Non paga, ha pure riproposto sul blog il suo editorialone sul gatekeeping della scorsa settimana. Brutta lettura. Nel senso che ti fa salire il Cristo;
Nel resto del mondo:
Il Cummenda Calzati si ammanta di rispettabilità e millanta competenze professionali non sue. Il fine? Parlare di Hyper Light Drifter per la sua rubrica su PoteriArcani “Neoclassici”;
Donato Ronca su Ilovevg (che vive ancora, alla faccia tua) scrive di come Joel sia un padre demmé. Era ora che se ne parlasse;
Non propriamente uno spammino da leggere o da ascoltare, ma da giocare sì. Nuova demo di The Perfect Pencil, metroidvania sicuramente figlio di Hollow Knight [citazione necessaria] da tenere assolutamente d’occhio. Io lo tampino dal 2021;
Inutile aggiungere altro, inutile parlarne sai non capiresti mai, se devi spammare le tue cosine (o anche cosine non tue) sai dove farlo:
E ho appena fatto una combo di cit. musicali che mica si scherza qua. Non come quando si scrivono le recensioni allegrotte sui sitini…
Perché le recensioni oneste?
Ora, non cadiamo giù dal pero. È anni che la Critica spesso e volentieri assegna voti e giudizi in modo procedurale – che come al solito è il modo elegante di dire “a cazzo di cane”. Non vuol dire che ci sia necessariamente dietro della malafede, ma quando un gioco di 10 anni fa che su PC fa fatica a girare bene sulle 4080 si busca i 9 al grido di “basta che riavvii” è lecito che chi legge due domande se le faccia. Se ti sei perso la lore, parliamo di The Last of Us Parte 1 per Master Race.
Le valutazioni attorno ai videogiochi sono mediamente più alte rispetto a quelle che si vedono per altri media: non è un caso se Metacritic considera un 70 “mixed” per i giochini e un buon voto per quanto riguarda, per esempio, il Cinema.
Ora, chiaramente questo è un fenomeno su cui noi singoli che cianciamo di balocchi elettronici abbiamo zero controllo.
È un ragionamento che prende in considerazione la recensione media, e mille esempi virtuosi non sposteranno il ragionamento. Serviranno – servirebbero – anni di lavoro sulla Critica stessa, su quella stessa Critica che ad oggi non vuole vedere i suoi problemi sistemici. Per cui penso che ad una certa sia anche corretto, per quanto mi dispiaccia per chi lavora bene, che la visione dall’esterno sia questa: gente che usa una scala che parte da 7 e mezzo e arriva a 9 virgola qualcosa, perché pure il 10 manco se po’ dà che sei pazzo poi ci danno delle fangirls del giochino in questione.
Le recensioni oneste nascono da qui. È questo il loro brodo primordiale: Final Fantasy XVI è una roba discreta che “quegli altri” hanno raccontato come capolavoro immortale, e quindi c’è bisogno di qualcuno che dica le cose come stanno.
Sulla carta è ineccepibile. Su PSM, molto meno.
Il problema di questo ragionamento è duplice. Il primo, il più banale, è che mette al centro del discorso sui giochini il voto. Alla ricerca di un’unica vera verità si smonta il videogioco nei suoi elementi e li si valuta in quanto tali, stabilendo assiomi per cui tutto deve pesare allo stesso modo e quindi se stai facendo (per esempio) un JRPG dove la narrativa è debole stai facendo un gioco di merda pure se tutto il resto è ben congegnato. È un approccio del cazzo perché non ha capito dove stanno i 21 grammi di anima del videogioco, cioè nelle interazioni tra le sue parti. Hellblade spogliato del suo contesto è un action game ripetitivo con pochi nemici, ma quel ripetersi serve a veicolare il disagio che Senua sente nella sua testa e noi, noi che stiamo davanti allo schermo e ci culliamo nella pretesa di definirci “persone normali”, non possiamo sentire finché non intercede Ninja Theory fottendosene il cazzo di tutte le convenzioni di design che rendono un videogioco “un bel videogioco” in senso classico – cioè “un videogioco divertente”, che pare essere l’unica cosa che conta per talunə stronzə.
L’Open World di No More Heroes è una merda. È vuoto, le collisioni sono fatte a cazzo di cane, è solo un hub dispersivo che Travis naviga di lavoretto in lavoretto perché senza questi intermezzi il gioco sarebbe una goduriosa boss rush di un’ora e mezza. Eppure tolto quell’Open World No More Heroes 2 non è un videogioco migliore. O meglio, lo è “oggettivamente”, t’hanno segato la parte pallosa, egraziealcazzo, ma sul piano del messaggio è molto meno di denuncia, molto meno significativo. No More Heroes è un gioco che “ai punti” si meriterebbe 7. Però ti manda KO prima di arrivarci, ai punti. E allora quanto vale?
Io sono anche d’accordo nel descrivere Final Fantasy XVI come una roba tutto sommato media. Questo non vuol dire che non sia stato interessante giocarlo. Anzi, per me è stato molto interessante vedere cosa riesce a fare Square Enix quando rinchiude Nomura da qualche altra parte, gli sforzi fatti per occidentalizzare una serie che comunque tipicamente giapponese lo è stata forse solo per i primi 5 capitoli. È stato molto interessante guardare le reazioni alle dichiarazioni sul “capitolo più action di sempre” mentre in parallelo 7 Remake (e quindi presumibilmente anche 7 Rebirth) che hanno un’ossatura molto simile vengono salutati come due giochissimi. Nonostante Nomura.
Ridurre tutto al voto, soprattutto ad un voto che ha la pretesa di essere dato secondo un qualche tipo di decalogo di comandamenti per cui le cose si valutano così e se dici il contrario sei merda, è una stronzata. Io molto spesso i voti li metto a caso, lì dove sono costretto a metterli. Non sono una cosa a cui dedico attenzione o impegno o altro. Me ne fotto dei ragionamenti di coerenza editoriale, non vado a vedere cosa hanno preso i capitoli prima o che hanno messo in calce alla recensione lə altrə. Per me è arte. Per me dovrebbero essere arte anche le recensioni stesse, invece di assumere la forma che hanno mediamente adesso, cioè comunicati stampa col numerino alla fine. Anche a discapito del loro contenuto informativo. Se vuoi “informarti” c’è YouTube, Cristo di un Dio. Vivo questo medium con emozione anche quando ne scrivo, come fai ad aspettarti da me la mano ferma di un chirurgo?
L’altro grosso problema di questo approccio tutto verità e oggettività è che è vecchio. E viene portato avanti da vecchi.
Ti interessa davvero cos’ha da dire su Final Fantasy XVI una persona che gioca la serie dai tempi del Famicom e che è così ossessivamente attaccato al suo passato da non concepirne il futuro? Final Fantasy è un brand che vuole cambiare. Per motivi commerciali, egraziealcazzo di nuovo, ma quale che sia la ragione vuole superare turni, sferografie e cose già abbondantemente viste. Final Fantasy XVI questa cosa la fa pure un gran bene, i suoi difetti non stanno nella lesa maestà. A pretendere di giocare le cose come le abbiamo sempre giocate è finita che Capcom ha fatto un sacco di soldi con un Devil May Cry 4 senza una goccia d’anima mentre il pubblico osteggiava DmC Devil May Cry, una delle cose più rivoluzionarie e coraggiose uscite durante la settima generazione. Quasi un Clover Studio postumo, per l’insensatezza e l’estro e la meraviglia che ho avuto negli occhi quando l’ho giocato la prima volta dieci anni fa da primo degli scettici, e che c’era ancora quando l’ho giocato a gennaio scorso come novello San Paolo fulminato sulla via di Cambridge.
Al di là di questo, il videogioco è arte, no? E come tutta l’arte manda dei precisi messaggi. Ti interessa davvero che a decifrare questi sia una vecchia cariatide convinta che il modello trama-gameplay-grafica sia il modo migliore per fare lə sommelier del videoludo mentre sotto allo spot delle pesche dell’Esselunga ci sono precisi messaggi politici?
Secondo me non dovrebbe interessarti. Dovrebbe interessarti un videogioco diverso da quello che questa gente ha raccontato negli ultimi trent’anni, mentre peraltro svuotavano tutto il settore di ogni possibilità di far carriera e ogni presunzione di serietà. Sulle riviste sono stati i primi a colludersi con le grandi aziende, facile adesso dare la colpa allə influencer.
Dovrebbe interessarti l’esperienza dietro un gioco, quella puramente, assolutamente soggettiva che non si può tradurre in numeri che tanto ti inculi solo per confermare che hai fatto bene a spendere 80 cazzo di euri. Spoiler: se ti fanno sentire felice hai fatto bene a spenderli. Tranne se c’è sopra il nome di Nomura.
Non dico che dovrebbe necessariamente interessarti Gameromancer. Gameromancer non è ingegnerizzato per piacere, è solo l’avatar attraverso il quale urliamo quello che cazzo ci passa per la testa. Ma dovrebbe interessarti qualcosa di meglio delle varie religioni morenti che provano a mungere ancora un po’ la tetta dell’unica cosa che dà un po’ di colore alle nostre giornate per motivi biechi.
"A latere – come dicono quelli bravi – della Gran Polemichetta della Game Critic™ di settimana scorsa"
Si, ma d*oc*n*, "di settimana scorsa" mi ha trapanato il cervello ed ora sono milanese.
"Della scorsa settimana" pareva brutto?
Penso che sia molto importante ricordare gli avvenimenti dell'editoria dei tempi che furono.
Anche perché tutto quel merdone ha infranto per bene un mio personalissimo sogno: e sono sicuro di non essere stato l'unico.
Ricordo che avevo 16 anni quando lessi per la prima volta il blog di zave.
Ha cambiato completamente la mia prospettiva sul lavorare scrivendo di Videogiochi.
Che poi lo faccio lo stesso eh, ma sotto un'altra luce e punto di vista. (Ora leggo il resto, ma hai ritrovato una pagina di forum che non trovavo più)